The Sound Beyond The Crisis

Rewind 2011

24 Dicembre 2011

La musica degli ultimi anni è stata semplicemente il prodotto perfetto di un mondo che non è più capace di riprodursi, ma solo di autoclonarsi. Non sembra più in grado di rigenerarsi, ma solo di espandersi istericamente e in modo incontrollato. Ma attenzione questo non è un giudizio di condanna, perchè la musica, a differenza del mondo, è diventata anche patrimonio comune, un enorme bacino a disposizione di tutti.
Il problema è che in questa iperproduzione a volte si tende a sentire solo chi aspira ad espandere e perfezionare la facilità di ascolto e di fruizione e non chi è interessato a cambiare ed evolversi.
Forse quello che a noi sembra pare un appiattimento è invece il lento formarsi di un'altra percezione del tempo, una percezione combinatoria e non lineare. Forse il suono sta diventando capace di concepire contemporaneamente diversi piani dell'esperienza, passata, presente e futura e di convivere con apparati tecnologici ipercomplessi e iperveloci, insomma di avere una percezione non storica della temporalità.
Forse la cosidetta “retromania” nasce da questi inevitabili processi e da questa infinita produzione derivata dall'avere a disposizione l'intera storia sonora da modificare a piacere.

 

Da questo desertoceano partono però mille rivoli che vale la pena di seguire con emozione e passione, ed è quello che Diserzioni tenta di fare.
Anche in questo 2011 ci sono stati suoni di fremente intensità, sensazioni confliggenti di grandezza e desolazione, slanci futuristici e danze di fantasmi.
Per quanto mi riguarda il suono dell'anno della crisi è quello del ribollire dei bassi sullo sfondo con quelle voci fantasmatiche che compaiono/scompaiono in mezzo a quel territorio infinito e instabile, che è il sound attuale.
Semplicemente un modo per seppellire in un mare di bassi e al contempo far fiorire in superficie inquietudini che attraversano questi tempi di crisi. A dar man forte a questo avvincente dualismo istintivo ci sono le atmosfere perennemente cupe presenti nei pezzi, e le vibranti “vocal weirdness” che emergono timidamente in superficie. Sono voci in equilibrio precario mentre tutto intorno traballa, ma che sanno farsi accumulo, farsi forma che muove e si muove.

 

…. Ci sono momenti poi in cui il mal di mare è talmente forte che si sente il bisogno di un ritrarsi, di un movimento di sottrazione dal rumore di fondo. In alcuni momenti c'è bisogno di creare le condizioni per l'ascolto del silenzio, ed allora ci vengono in soccorso le sconfinate distese ambientali, ma questo è “suono che va oltre il tempo della crisi”.

 

10 Album
Desolate: The Invisible Insurrection
Clams Casino - Instrumental
Volon flex: Tramp
Integral: The Past Is My Shadow
Arc: Wire Migraine
Balam Acab: Wander - Wonder
Leyland Kirby: Eager To Tear Apart The Stars
Bvdub: All release 2011
Swarms: Old Raves End
Silent Strike: Instrumentals

5 Tracks


Chelsea Wolfe - Benjamin by morrisday

 
 

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