Frigidaire

L’incredibile storia e le sorprendenti avventure della più rivoluzionaria rivista d’arte del mondo

15 Febbraio 2011

di Barbara Barbieri

Qualcuno non ne ha mai sentito parlare.
Poi c’è chi magari la conosce solo per sentito dire, chi l’ha conosciuta da poco e la sta scoprendo, chi la segue da sempre con grande affezione.
C’è chi la ama intensamente, primo fra tutti il suo fondatore Vincenzo Sparagna, che per tenerla in vita ha combattuto una vita intera (e non ha ancora smesso), e a seguire tutta la schiera di coloro che ci scrivono e disegnano tuttora.
E poi ancora c’è chi le ha regalato il proprio genio e ora non c’è più, come i grandissimi Andrea Pazienza e Stefano Tamburini; chi la aspetta tutti i mesi in edicola e chi invece vorrebbe vederla soccombere sotto il peso schiacciante di denunce pretestuose o di debiti insormontabili.

Lei, Frigidaire, rivista che nasce nel 1980 dai neuroni instancabili e sempre prolifici di Sparagna, Pazienza, Tamburini, Tanino Liberatore, Scozzari e Mattioli: una troupe di artisti brillanti, desiderosi di inventare una forma di comunicazione genuina, che utilizzi tutti gli strumenti d’informazione di cui l’uomo dispone, dall’arte alla letteratura, passando attraverso satira, filosofia, fumetto.
Un’ambizione giocosa, una sfida a creare qualcosa che possa essere bellezza non solo nella forma, ma anche nella sostanza: così suonano i primi vagiti di Frigidaire.

Da allora, da quei primi vagiti che ne attestano la nascita ufficiale, questa rivista non ha mai smesso di far sentire la voce per raccontare come i suoi occhi vedono il mondo.
Ed è una visione a tutto tondo quella che Frigidaire si propone di dare (riuscendoci), sempre acuta e intuitiva nell’interpretare l’attualità politica, sociale e culturale; è con questo spirito che si è interessata al caso del rapimento di Aldo Moro, della guerra in Iraq e in Afghanistan, dell’ascesa al governo di Silvio Berlusconi, giusto per fare qualche esempio.

Non è poi così azzardato, quindi, definire enciclopedico l’insieme dei contenuti “frigideriani”.

La storia di questo esperimento ormai trentennale è un grande intreccio di tutto ciò che può derivare dalla miscela di tante vite che osservano con attenzione il presente, e Vincenzo Sparagna si è assunto il compito di raccontare tutto ciò scrivendo questa antologia lucida e completa. Tra le righe si evince facilmente il grande trasporto emotivo che l’autore trasmette senza però abbandonarsi a sentimentalismi di troppo, cosa che contribuisce ad arricchire di passione quella che non poteva essere una semplice ricostruzione di fatti. A questo punto viene in aiuto il famoso detto “anche l’occhio vuole la sua parte”: il libro è infatti piacevole pure alla vista dal momento che ogni pagina vede affiancate al testo numerosissime illustrazioni a colori che riproducono le pagine più belle dell’archivio di Frigidaire.

Un gran bel lavoro, non c’è che dire, interessante e divertente al punto giusto: difficile rimanerne delusi.

 
 
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