Presentazione Zero a Zero

Ospiti in studio Paolo Geremei e Ezio Glerean

17 Giugno 2014

Chi pensa al docu-film di Paolo Geremei "Zero a Zero" come un film sul calcio sbaglia di grosso, perché nella pellicola del regista romano il pallone è solo un pretesto per parlare delle “storie di vita” di tre promesse (rimaste tali) del settore giovanile della Roma, storie di chi è arrivato all’apice dei propri sogni per poi tornare nell’anonimato. Quante volte nella vita è capitato anche a noi nel nostro piccolo di vedere svanire i nostri sogni proprio a pochi passi dal traguardo? Geremei è stato bravissimo a far breccia nel loro cuore e farli aprire su un argomento che brucia e brucerà per sempre.
Delusione, depressione, rabbia, voglia di riscatto sono questi i sentimenti con cui si ha a che fare nella pellicola. Nel dibattito post-visione il regista racconta l’incontro casuale con Giulii Capponi (uno dei tre protagonisti) fuori dal negozio in cui l’ex portiere oggi lavora, dal quale scaturisce l’idea del docu-film. Riconosciutolo subito, Geremei non si è trattenuto dal chiedergli come mai fosse passato dal giocare al Santiago Bernabeu contro il Real Madrid al vendere prodotti alimentari dietro un bancone. Da lì in poi non è stato difficile trovare altre due ex promesse e inserirle all’interno del proprio lavoro: Daniele Rossi e Marco Caterini (il cui secondo in nazionale era un certo Gianluigi Buffon), ex compagni di squadra di Totti nelle giovanili. Come detto il difficile per il cineasta è stato amicarsi i tre così che loro potessero raccontargli le loro storie senza sotterfugi e freni inibitori. Quando i protagonisti si sono accorti che nel regista non c’era traccia di malizia tutto è diventato relativamente semplice e il risultato finale è stato un racconto godibile con insegnamenti profondi da tenere sempre in mente da ognuno di noi.

 
 
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