Avenida Atlantica, musiche e storie dal Brasile del 15 gennaio 2015

di e con Juliano Peruzy

16 Gennaio 2015

Puntata impegnativa, si va a conoscere qualcosa del sud del Brasile, qualcosa che, dal punto di vista storico, permetterà di comprendere un po’ meglio la sorprendente musica che si fa da quelle parti. Una delle musiche. Si parla dello stato più meridionale della federazione brasiliana, confinante con l’Uruguay, una zona contesa a lungo fra portoghesi e spagnoli, si parla del Rio Grande do Sul, nazione fiera che ha portato il Brasile Imperiale in guerra tenendolo in scacco per una decina di anni (Revolução Farroupilha 1835-45), una zona in cui è andato formandosi un forte senso di appartenenza, forse a causa delle persone che per prime la calpestarono, i famosi Gaùchos. Questi pare che fossero originari delle Canarie e deportati in massa dagli spagnoli a Montevideo, appena fondata, per popolarla. Molti fuggivano e si sparpagliavano per la vasta zona di Pampa argentina, uruguayana e sud-brasiliana. Dapprima fuggiaschi e nomadi,  poi baraccati e infine agricoltori e allevatori, meticciati in gran parte con donne native e africane.

Ovvio che queste brevi premesse lasciano capire quanta mescolanza e di che origine sia, quella che ha forgiato gli attuali abitanti della zona e la loro cultura, ricca di influenze ispaniche, portoghesi e native alle quali si sono unite, più tardi, moltitudini di emigranti italiani e tedeschi influenzando la lingua, anch’essa ibrida, una sorta di dialetto gaucho (ma si parla anche il cosiddetto “Talian” e il “Riograndenser Hunsrückisch”, tedesco). Infine la musica, figlia di questi avvenimenti, a volte è simile a valzer, mazurche, polke di origine centro europea, altre volte alle meravigliose milonghe ispaniche o entrambe le cose insieme.

La cantata prende soprattutto dal “bel canto” italiano e dagli ispano-moreschi e quindi gli strumenti tipici sono il “violão” (chitarra, ispano-lusitana) e la “sanfona” (fisarmonica, italo-tedesca) mentre i temi sono logicamente gli stessi caratteristici e caratterizzanti della gente locale: prima di tutto lo Stato, il Rio Grande do Sul, e il cavallo, unica eterna e preziosa ricchezza dei gauchos, che vivono in simbiosi con i discendenti dei cavalli andalusi fuggiti secoli prima agli spagnoli e ai gesuiti e che si sono inselvatichiti negli enormi spazi delle tre patrie gauche. E poi sempre nominati l’ambiente, il territorio, la natura, i campi, gli animali. Ecologisti ante litteram. Infine l’amore, la donna e il clima, freddo, umido, a volte nevoso e gelido, sorprendente, come tutto ciò che riguarda questa zona del Brasile ( a questo proposito segnalo il libro scritto dal primo musicista che ascoltiamo stasera, Vitor Ramil, “A estetica do frio” - l’estetica del freddo - una lunga dissertazione sulla forte discrepanza che c’è nell’immaginario mondiale sul Brasile e la realtà del sud, ignorata).

01. Aquarela do Brasil - Joao Gilberto/Gilberto Gil/Caetano Veloso

02. Ramilonga - Vitor Ramil

03. Canto dos livres - Cenair Maicà

04. Domingueiro - Joca Martins

05. Esquilador - Telmo de Lima Freitas

06. O cachorro e o tatu - Gildo de Freitas

07. Imagens - Cesar Oliveira

08. Jogando truco - Prisca Grecco

09. Tordilho negro - Teixeirinha

10. Eu sou Rio Grande - Gujo Teixeira e Luciana Maia

11. Samba agoniza ma não morre - Nelson Sargento & Teresa Cristina

ATTENZIONE: la trasmissione sta per arricchirsi della presenza fissa in studio di una collaboratrice brasiliana, la cantora Ligia França.

 
 

Letture consigliate: 

A casa das setes mulheres (Leticia Wierzchowski)

O tempo e o vento (Erico Verissimo)

O Rio Grande Farroupilha (Moacir Scliar)

 
 
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