Chi di Libro Ferisce di Libro Perisce

Di Pasquale Ambrogio

7 Aprile 2015

Si è da poco conclusa a Milano la prima del Book Pride, la fiera del libro indipendente: tra esposizioni, dibattiti, presentazioni e degustazioni

C’è un grande androne dove sono stati allestiti i banchetti e le bancarelle dei libri, la sensazione è quella di entrare in un suk magrebino, tra i colori e i suoni di un mercato mediterraneo dove il forte odore delle spezie fa posto al delicato sentore della carta e di libri freschi di stampa. Affianco un altra sala offre vini e stuzzicherie varie. Principalmente pane casereccio, salumi artigianali, formaggi dal gusto forte o delicati da accompagnare ad un amabile “libertario rosso” o ad un corposo “rosso piceno superiore”. Ai piani alti vengono organizzati i dibattiti e le presentazioni. Più che alla ricerca di “grandi nomi” ci si è orientati – ci racconta un ragazzo del progetto DOC(K)S – alla ricerca di “grandi storie”, anche se - a dire il vero – non mancano i vip come Aime, Augè (presente nel programma ma purtroppo assente), Farinelli, Agamben, W. Bukowski, Muraro, Wu Ming 1 e tanti altri.

Alla prima pagina del programma è riassunto in poche righe lo spirito del Book Pride:

- la Differenza è il tema scelto per la programmazione culturale di Book Pride, salone dell’editoria indipendente e della bibliodiversità. Perché l’editoria indipendente è soprattutto differenza, riserva della varietà dei generi e delle narrazioni, luogo di sperimentazioni e di meticciato culturale e linguistico. In controtendenza rispetto a un mercato di prodotti editoriali omologanti, o a proposte culturali spesso orientate al ribasso anche nei confronti dei lettori, Book Pride ribadisce che la differenza dell’editoria indipendente è ricerca, sperimentazione, valorizzazione di nuove piste, dunque ricchezza culturale. Differenza versus omologazione. Differenza versus ripiegamenti identitari –

L’origine del Book Pride deve essere ricercata nei suoi principali organizzatori cioè in ODEI (Osservatorio degli Editori Indipendenti) e DOC(K)S (strategie di indipendenza culturale). Entrambi i progetti raccolgono al loro interno diverse case editrici, dalle più piccole e misconosciute a quelle più diffuse e storiche, ma che si riconoscono tutte in un principio: quello della bibliodiversità. Da questo ragionamento generale si è passati poi a una lettura di fase sulla situazione del “microcosmo libro” da cui ne è nata l’esigenza di una coalizione culturale. Se da un lato l’imminente fusione tra due colossi dell’editoria come la Rcs e la Mondadori spaventa sul piano economico - definendo di fatto una concentrazione monopolistica che investe la produzione e tutta la filiera commerciale: distribuzione, promozione e vendita – dall’altra spaventa la prospettiva culturale di un unico detentore della diffusione del sapere facendo sempre più reale l’intuizione chomskyana del pensiero unico, della monocultura soggiogata alle logiche del mercato, della mercificazione del sapere.


Book Pride vuole essere una risposta collettiva a all’attuale crisi del sapere e del mercato e soprattutto un tentativo di resistenza verso un futuro che si prospetta sempre più angusto e difficile per chi opera nel mondo dell’editoria. Un primo tentativo di creare una sorta di appuntamento fisso a scadenza annuale e che già può vantare di aver incassato diversi successi come la partecipazione di più di 120 editori che con il loro contributo hanno permesso al Book Pride di essere il primo festival nazionale del libro completamente autogestito e autonomo, senza sponsor pubblicitari se non quelli delle stesse aziende partecipanti. Una scelta nuova e senza dubbio coraggiosa che vuole gettare le base per un percorso sempre più allargato e condiviso che sappia guardare non solo al mondo degli editori ma anche a tutto quel microcosmo che ruota intorno al libro, vale a dire ai librai, alle ZTL (Zone Temporaneamente Libraie), alle piccole biblioteche autogestite, agli eventi culturali, alle associazioni sociali, agli spazi sociali occupati ecc. l’esigenza è quella di creare un fronte unico, una coalizione sociale in difesa del libro, della cultura, del sapere eretico e libero e per farlo ODEI e DOSC(K)S chiamano a raccolta tutte le realtà interessate a collaborare e fare rete e creare uno spazio comune di intenti e di condivisione di pratiche comuni.

L’apertura verso l’esterno è uno degli obbiettivi principale della fiera milanese ed è visibile anche nella gestione comunicativa dove l’obbiettivo principale è quello di evitare il più possibile la sensazione di trovarsi dentro una fiera comune - un evento espositivo di merci che colleziona esperienze già date - ma elaborare un discorso collettivo basato sulla condivisione dei contenuti di chi vi partecipa. Ecco allora che Macao, uno dei partner della fiera, ha elaborato una serie di grafiche e pubblicità interattive basate sul principio del co-working che mettono in comune i lettori, i visitatori con i blogger, i produttori, gli editori, i presentatori, gli ospiti ecc.

Gli stimoli non mancano e nemmeno le possibilità di fare rete, un primo appuntamento sarà sicuramente a Venezia durante i giorni del Rebegolo Book & Wine (dal 14 al 17 Maggio) presso il Lab.Occ.Morion dove si terrà un incontro con i responsabili di ODEI e di DOSC(K)S appunto sul tema editoria, libro, mercato nuova legge sul libro e saperi in movimento. Un successivo appuntamento sarà invece ospitato a Padova dal Festival di Sherwood all’interno del progetto “spazio Libri”.  

 
 

Links utili:
www.bookpride.it

 
 
loading... loading...