Live Report - España Circo Este + Ajde Zora - 12 giugno

di Enrico Brunetta

13 Giugno 2015

Un po' di pioggia nel pomeriggio fa storcere il naso, poi il sole spunta fuori e va a tramontare serenamente anticipando una serata limpida. Poco dopo le 21 sul Main Stage sale Ajde Zora: sono in sette a diffondere sonorità che sin dall'inizio richiamano i paesi balcanici. Il pubblico curioso si avvicina, ascolta e prova ad entrare nel mood della serata. I primi a recepire il messaggio si sentono partecipi e lo si nota facilmente dai loro movimenti che si trasformano presto in una danza. Ci sono anche dei bambini: una balla, due si inseguono con dei tricicli, uno di non più di 3 anni si muove di continuo verso la transenna al centro davanti al palco. Si avvicina all'ostacolo alto il doppio di lui, per poi tornare indietro rendendosi conto che forse così può vedere meglio lo spettacolo, ma forse ha già capito il posto migliore da occupare quando sarà un po' più grande.Il live prosegue, con violino e fisarmonica a dare vita a melodie incalzanti e piacevoli. Sono affiatati, impeccabili e riconoscenti verso il pubblico che assiste divertito e curioso. Lasciano il palco tra gli applausi e hanno il merito, non scontato, di aver scaldato gli animi.

Dopo la breve pausa di cambio palco, l'area si riempie e non appena escono gli España Circo Este si respirano ondate di entusiasmo. Con il loro primo disco uscito a inizio 2015 La Revolución del amor la band continua imperterrita a suonare in giro e ad avere successo. Dopo la presenza al festival dell'anno scorso come band apri-pista, quest'anno sono headliner. Ruolo che non sembrano temere dato che il loro tango-punk fa impazzire il pubblico, e i quattro ragazzi impegnati a dare spettacolo ne giovano acquistando una carica fortissima. Sono felici di essere a Padova, una città che definiscono in più di un'occasione "accogliente". E come tale, chiedono al pubblico di battere le mani e di cantare. Impossibile non essere contagiati dalla loro energia, anche perché durante il live sembrano mancare canzoni deboli. Si tratta invece di un vortice di festa che abbraccia sia quelli che decidono di vivere il live sottopalco, (sempre in movimento, saltando e sudando), sia quelli più distanti. La Revolución del amor ha colpito incondizionatamente: a un certo punto intorno a me ballano tutti.

Mi volto diverse volte e il colpo d'occhio è di quelli che ti rendono felici: tanta gente ovunque. A mezzanotte il Main Stage smette di pulsare, ma la musica continua con l'aftershow nel Second Stage: il dj-set è affidato a Putano Hoffman.Una serata perfetta. Me ne vado a casa contento e con alcune parole che mi ronzano in mente: Santa Maria, Il bucatesta e Democrázya. Ritornelli che hanno caratterizzato l'ultima parte della vivace scaletta degli España Circo Este e coinvolto tutto il pubblico. I quattro ragazzi stanno con Sherwood Festival e noi sorridenti gli diciamo arrivederci alla prossima.

Per chi non avesse potuto vederli ieri, sono in tour tutta l'estate.


 
 
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