Che il mese più caldo e atteso dell’anno inizi di sabato è un segnale che non si può proprio ignorare. In pratica tutti, ma proprio tutti, al mare, in città o montagna che sia, hanno la possibilità di iniziare agosto nel modo più giusto possibile: cazzeggiando tutto il santo giorno.
Motivo per cui ho deciso di cambiare quelli che erano i miei piani previsti per questo appuntamento vinilistico: invece di imbatterci in una recensione dalle atmosfere intime e introspettive e dal giudizio neanche tanto positivo (non temete, la mia cattiveria è solo stata rimandata alla prossima settimana) ci spostiamo sulla costa californiana per goderci il sole, il mare, il divertimento, la promiscuità e la musica giusta per il cazzeggiotime.
Se leggete questo blog da un po’, sapete bene che siamo (soprattutto il mio socio) amanti di tutto ciò che gridi forte California: atmosfere, suoni, tavole da surf e capelloni da/in sballo (quando una preposizione fa la differenza eh?!).
Ecco perché oggi nessun altro nome potrebbe risultare più azzeccato dei Best Coast che la California ce l’hanno nel sangue e dal 2010 a questa parte anche nel sound.
Da Crazy For You a Fade Away, passando in mezzo con The Only Place, il duo di Los Angeles ha man mano lavorato al proprio sound sperimentando ogni volta qualche elemento diverso fino a crearne una stratificazione massiccia, oggi prepotentemente radicata in California Nights.
Bethany Cosentino e Bobb Bruno continuano comunque a seguire il filo conduttore dei dischi precedenti, ovvero il divertimento, che però questa volta torna arricchito di una scrittura più impegnata e matura capace di andare oltre alle atmosfere di puro divertimento, toccando in alcuni casi anche tematiche più serie, passando per frustrazioni e paure attraverso un romanticismo inaspettato. La produzione è nuovamente affidata a Wally Gagel, il supporto alla batteria è quello di Brady Miller e la bella Bethany si ritiene soddisfattissima del risultato.
Il sound invece ha sempre il solito, grintoso, sapore d’estate dalle chitarre anni ’60 che vanno a fondersi, in questo caso, con quelle influenze shoegaze targate 90’s.
Si comincia con Feeling Ok, pezzo che mette in evidenza...continua su Vinylistics