Di Melodie e Rimbalzi Infiniti

Mirco Salvadori su Abul Mogard

6 Ottobre 2015

Sono convinto che nulla di nuovo possa più esser creato in campo musicale. 

Detto questo, attorno al mio ascolto continuo a vedere (e ascoltare) gente che non molla l'osso e ancora lo rincorre non appena qualcuno glielo fa vedere lanciandolo nuovamente in quelle acque increspate da onde non più anomale, da secoli immobili, prive della potenza con la quale si abbattevano su spiagge un tempo percorse da centinaia di discepoli vestiti nelle più svariate declinazioni dell'Allora rock Ora decrepito.

Vedo anche poche decine di adepti del suono limite che tentano attraversamenti sempre più audaci camminando su corde sospese nel vuoto, nella convinzione di essere i migliori equilibristi viventi.

Sapienti autori in bilico sopra noises e laceranti algoritmi, coattive improvvisazioni e santificati colti spartiti che probabilmente donano una sorta di equilibrio lì dove l'aria è rarefatta e la concentrazione è totale...ma solo lì, in quel minuscolo mondo ad alta quota.

Accolgo con affetto anche le storiche reunion o i 'nuovi' dischi registrati dai vecchi Dei, un tempo giovani e possenti, ridotti ora a tristi ombre imbolsite dal tempo che tutto toglie, anche la fantasia.

Odio con tutto me stesso l'insopportabile violenza del suono che proviene dall'altro mondo, quello delle arene e dei tributi, quello della musica spazzatura e della rima facile, della voluta presa in giro che riempie stadi e teatri all'inverosimile, assemblee dove si accalcano esseri umani privi di educazione musicale.

Pochi sono i suoni che ancora hanno diritto d'asilo nel ricovero del mio ascolto, suoni ai quali porgere rispetto. Teorie armoniche scritte magari da vecchi saggi che ancora sanno indagare dentro il mistero della melodia a venire, quella Musica già passata sopra le nostre teste e che sta tornando indietro, nuovamente, di rimbalzo dopo l'incontro con l'infinito.



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Bio veloce dalla pagina Bandcamp di Abul Mogard

Abul Mogard si avvicina alla musica in età avanzata. Nato a Belgrado, ha trascorso la maggior parte della sua vita lavorativa in una fabbrica serba.

Una volta in pensione, sentì subito la mancanza di tutti quei rumori che erano parte integrante della sua giornata lavorativa, per anni e anni.

La musica era un modo possibile per ricreare in qualche modo questo ambiente, non avendo una formazione musicale classica, si rese conto che l'utilizzo di una strumentazione elettronica avrebbe potuto rendere tutto questo possibile, ricreando quell'ambientazione industriale.

Da qui la necessità di iniziare a lavorare con sintetizzatori e altri dispositivi, alcuni dei quali costruiti da lui stesso.

Link sito Bandcamp: https://abulmogard.bandcamp.com

 
 

 
 
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