Ai Weiwei apre uno studio a Lesbo

Ci serve un monumento ai rifugiati

8 Gennaio 2016

"Questo è un momento storico sotto ogni punto di vista."

Pubblichiamo questo articolo (link originale) uscito su Huffpost Arts & Culture il 4 gennaio 2016.

Traduzione a cura di: Serena Naim
 
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"Il confine non è a Lesbo, è piuttosto nelle nostre menti e nei nostri cuori."

Queste sono le parole del famoso artista e dissidente cinese Ai Weiwei, pronunciate la scorsa settimana dall’isola greca.

Lesbo è stata il principale punto di ingresso in Europa per centinaia di migliaia di profughi in fuga da Siria, Iraq e altri paesi devastati dai conflitti. Ai dice di aver aperto uno studio sull’isola per creare arte che "metta in luce il dramma" di questi migranti.

"Molte persone hanno perso la vita tra le onde... ci serve un monumento alla memoria", ha dichiarato Ai questo venerdì ad Agence France-Presse. "Questo è un momento storico sotto tutti i punti di visti. Come artista, voglio essere più partecipe, voglio creare opere d’arte riferite alla crisi e creare qualche tipo di consapevolezza riguardo alla situazione.

Ai ha dichiarato a The Associated Press che si aspetta di visitare Lesbo "diverse volte nel corso del prossimo anno". Almeno sei dei suoi studenti lavoreranno con lui nello studio dell’isola.

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Nell’ultima settimana, Ai - che ha ottenuto fama mondiale sia per la sua arte che per i suoi scontri con il governo cinese - ha condiviso immagini di Lesbo dal suo account Instagram, tra cui foto dei profughi, degli operatori umanitari e dei gommoni usati per la pericolosa traversata fino in Grecia.

Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, nel 2015 più di un milione di migranti e profughi sono entrati illegalmente in Europa via mare e via terra. Quattro volte di più che nel 2014, ha dichiarato l’organizzazione.


 
 

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