"In posti come il Rivolta e il Pedro abbiamo potuto assistere ad eventi e collaborazioni davvero ottime, ci auguriamo che qui a Treviso possa succedere lo stesso"

Django di pietra: Alcesti e Bachi nel primo live dell'anno

Intervista ad Alcesti che presentano il loro primo album 'Nell'esistente e nell'onirico', il 30/01 in apertura ai Bachi da Pietra. Inizia il 2016 del CSO Django.

11 Gennaio 2016

Comincia l’anno col botto. Direttamente da La Tempesta Dischi, uno dei gruppi indipendenti italiani più importanti e apprezzati del belpaese, i Bachi Da Pietra. La cornice è quella del Cso Django Treviso in Via Montemurici 11(di fronte al teatro Eden), a due passi dal centro. L'evento del 30 gennaio 2016 vede in apertura Alcesti, Alternative/Post-rock trio sponda Sisma/ Dischi Soviet Studio. Il trio trevigiano presenterà sul palco del Django il suo primo album “Nell’Esistente e Nell’Onirico”, in uscita il 25 gennaio. Abbiamo intervistato la band che ci presenta questo importante appuntamento.

- Ciao ragazzi e benvenuti. Il primo album esce per Sisma e non per qualche altra label a caso. Questo è senz'altro un fattore di crescita e merito. Cosa significa per voi?

In poche parole significa “essere indipendenti” nella maniera più pura. Sisma è un progetto incentrato sull’accrescimento e sulla diffusione della cultura musicale indipendente nel territorio trevigiano, che finora si è concentrato sull’organizzazione di eventi live. Ne facciamo parte fin dagli albori, insieme ad altri ragazzi che amano la musica e ciò che ci gira attorno. Una volta ultimato il disco ci siamo confrontati con le realtà locali fino a ricevere l’appoggio della Dischi Soviet Studio di Matteo Marenduzzo, che essendo a conoscenza del nostro coinvolgimento all’interno di Sisma ci ha offerto - e per questo gliene saremo sempre grati - la possibilità di farlo diventare anche un “canale” di promozione musicale, o etichetta che dir si voglia, fornendoci i mezzi per distribuire la nostra musica in maniera efficace. Noi saremo i primi a poter beneficiare di questa collaborazione, e ne siamo onorati, ma tra molto poco ci saranno anche altre uscite.

 

- Il primo concerto di presentazione è già fissato. Cosa rappresenta questo release live al CSO Django?

Abbiamo avuto l’opportunità di organizzare questa serata perché abbiamo incontrato gente che come noi ha voglia di portare qualcosa di nuovo in questa città. Ci si autoalimenta. Avere un centro sociale significa avere uno spazio aperto alle necessità dei giovani, uno spazio che ascolta e che si fa ascoltare. In posti come il Rivolta e il Pedro abbiamo potuto assistere ad eventi e collaborazioni davvero ottime, ci auguriamo che qui a Treviso possa succedere lo stesso. 

Alcesti

- I temi trattati nel disco spaziano dalla filosofia alla socialità, dal pubblico all'intimo. La fase di scrittura del vostro album è avvenuta più nell'esistente o nella dimensione onirica?

Mattia: Per quanto riguarda i testi, realtà e sogno non sono gli elementi cardini di questo disco, ma rappresentano i limiti che abbiamo toccato in questi due anni e mezzo di ricerca musicale. La scrittura del disco si è appoggiata su costanti solide e reali, come la nostra amicizia e la passione per la musica che ci lega, ma a tratti è vacillata mischiandosi con periodi colmi di illusione e distacco emotivo, di cui abbiamo preso coscienza elaborandoli nelle nostre liriche.

Stefano: Dal punto di vista prettamente compositivo, questo nostro primo album è sicuramente frutto di una graduale presa di coscienza della nostra personalità musicale: le prime canzoni sono state composte nei primi mesi della nostra esistenza come gruppo, quando ci stavamo ancora scoprendo l’un l’altro, le ultime quando ci sentivamo già più consolidati e uniti. Quindi, per riprendere la metafora, direi che la fase di scrittura dell’album è stata un lento passaggio dall’onirico all’esistente.

                                                     

- Le vostre sonorità si discostano da quelle dei Bachi da Pietra. Che serata sarà? Che pezzi inserirete in scaletta?

I Bachi Da Pietra sono uno dei gruppi italiani che apprezziamo di più. I loro suoni si sono sicuramenti induriti col passare degli anni e dei dischi ma il loro resta un cantautorato poliedrico che riesce a trascendere dal suono che li accompagna. Chiaramente il genere che suoniamo è diverso, ma preserva un’etica simile che inconsciamente ci ha sicuramente influenzato.

Dalla serata ci aspettiamo partecipazione, non è facile poter assistere ad un concerto di una band del genere qui a Treviso, speriamo che questo tipo d’eventi possa essere capito ed apprezzato per poter continuare a crescere, come scena musicale e come proposta.
Per quanto riguarda i pezzi, suoneremo buona parte dei brani di “Nell’Esistente e Nell’Onirico”. Abbiamo in canna qualche nuova canzone ma la terremo per altre occasioni, per motivi di tempo ma soprattutto perché in questo release party ci sembra giusto concentrarci sui pezzi dell’album.

- L'occasione è buona per valutare il fatto che il vinile, oggetto quasi misterioso nello scorso decennio, sia definitivamento tornato all'uso quotidiano. Come vi ponete, in qualità di band emergente, di fronte a questo fatto? 

Il trend ci sembra sempre più in direzione del digitale, e il ruolo delle etichette discografiche è sicuramente molto ridimensionato e indebolito rispetto ad un tempo. Nel tentativo di vendere qualche copia in più si punta sempre più sul già sentito, sul “piace facile”. Non c’è più molto coraggio di proporre cose nuove, o almeno non come un tempo.

Inoltre, la comodità (non da poco eh) di avere tutto a portata di click sta togliendo spazio a due cose secondo noi fondamentali nell’ascolto della musica: la qualità e l’attenzione. Basta un computer o uno smartphone e si può ascoltare la propria musica in qualsiasi istante da qualsiasi luogo, ma raramente lo si fa tramite un impianto audio adeguato, concentrandosi solo su ciò che in quel momento si sta ascoltando (per non dire sentendo) e magari sulle parole della canzone.  In questo senso, ci fa molto piacere il ritorno in voga del vinile, che di sicuro implica un ascolto più attento e di qualità.


- Vi collocate nel Post Rock come genere d'appartenenza, di sicuro terrete l'orecchio teso verso i principali esponenti, e le nuove uscite indipendenti, di questo genere di nuovo in ascesa.

Le etichette di genere non ci sono mai piaciute molto. Le declinazioni del rock sono tanto abbondanti quanto sfuggevoli. Per necessità ci siamo dati dei generi di riferimento che sentiamo avvicinarsi a quello che facciamo, ma non vorremmo che ciò rappresenti un limite all’interesse degli ascoltatori. Oltre a quella del post-rock, crediamo di risentire di altre influenze musicali, dalla tradizione rock alternativa italiana a quella d’oltremanica e d’oltreoceano, che prendono forma diversamente in ogni canzone.

Essendo il frutto di un bisogno interiore e quasi irrazionale, non ci siamo posti il problema di dire qualcosa di più rispetto a qualcun altro, ma molto semplicemente ci siamo fatti trasportare dalla nostra ispirazione cercando di dare vita a qualcosa il più possibile personale ed originale, che ci rappresentasse. La nostra speranza è quella di trovare chi sappia identificarsi nella nostra musica, al di là di ogni definizione di genere.

D’altronde viviamo in un mondo musicale in cui moltissimi gruppi vivono grazie al ritorno in auge di generi musicali di decenni passati, quindi il “dire di più” rispetto a qualcun altro ormai è un concetto relativo, e che forse purtroppo ha perso di valore. Qualche anno fa, ad un concerto, un signore ubriaco mi disse che dopo i Kraftwerk la musica è diventata un rimescolare le carte di quello che è già stato detto. Forse nella sua sentenza alcolica non c’era andato troppo lontano.                                                                                                   

- Cosa vi aspetta, come Alcesti e come Sisma, da febbraio in poi?

Come Alcesti da febbraio ci aspetta una serie di concerti che ci darà modo di portare in giro il nostro album. Siamo affamati di live dato che negli ultimi mesi ci siamo concentrati solo sulla preparazione dei pezzi chiudendoci in sala prove, quindi stiamo lavorando per incrementare le nostre tappe e soprattutto per riuscire a suonare anche fuori regione.

Come Sisma, quello di febbraio/marzo sarà un periodo molto caldo. Nel giro di poche settimane ci saranno due nuove uscite, quella de “La Scimmia” e quella dei “Giudah”, che non vediamo l’ora di farvi ascoltare. Inoltre, proseguiremo con gli eventi live tra Eden Café e Django. Ci teniamo a sottolineare che a livello locale percepiamo un bel movimento di gente che si dà da fare per la musica indipendente, il nostro augurio è che cresca e duri.

 
 
 
 
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