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Haruki Murakami: “La strana biblioteca” (1/3)

16 Giugno 2016


ReadBabyRead #286 del 16 giugno 2016

Haruki Murakami
La strana biblioteca

(
parte 1 di 3)


per info su F. Ventimiglia e C. Tesser:

Lettura e altri crimini
iTunes podcast


Legge: Francesco Ventimiglia


Nella biblioteca regnava un silenzio assoluto, più profondo del solito. Mentre avanzavo sul linoleum grigio del pavimento, le mie scarpe di cuoio nuove di zecca scricchiolavano in maniera strana, non mi parevano neanche le mie. Ogni volta che metto delle scarpe nuove, mi ci vuole un po' di tempo per abituarmi al loro suono.
Al banco dove si prendevano i libri in prestito era seduta una donna che non conoscevo, assorta nella lettura di un volume molto spesso. Spesso e largo. Dal movimento dei suoi occhi, sembrava che col sinistro leggesse la pagina di sinistra, col destro quella di destra.
- Mi scusi, - dissi.
La donna mise giù il libro con un colpo secco, alzò il viso e mi guardò.
- Sono venuto a restituire questi, - dissi posando due libri sul banco. Uno si intitolava Come costruire un sottomarino, l'altro Memorie di un guardiano di pecore.
La donna guardò dietro le copertine per controllare la data di consegna. L'avevo rispettata, naturalmente.


LA STRANA BIBLIOTECA

La notte di luna nuova si avvicinava silenziosamente, come un delfino cieco“.


In questo breve testo del 2005, nella scena iniziale, logorata per l’uso, un bambino di fronte al bancone per la riconsegna e la richiesta di libri in una biblioteca, Murakami inserisce subito l’elemento fantastico, ingigantendo i caratteri dei personaggi o i semplici suoni che facciamo, come bussare a una porta: “Bussai. Pensavo di aver bussato piano, invece i colpi riecheggiarono nel corridoio come se avessi sbattuto una mazza da golf“.

La strana biblioteca, nato come novella per bambini, ma adatto a qualsiasi età, è stato proposto in Italia, varie settimane fa, da Einaudi, arricchito dalle magnifiche illustrazioni di Lorenzo Ceccotti (a.k.a. LRNZ), che utilizza il bianco e nero, con sfumature di grigio e affida al rosso il compito di avvertire il lettore di una presenza altra, esterna eppure così intima alla realtà, che percorre ogni passaggio di questo testo, in modo più o meno visibile.

Ben presto il bambino, che era andato a richiedere un volume sulle tasse nell’Impero Ottomano, un’idea apparsagli all’improvviso nella mente, si trova a percorrere un lungo corridoio seguendo i passi di un uomo, sul cui viso ci sono macchie che sembrano agitarsi quando qualcosa lo fa adirare, e il corridoio devia in più biforcazioni, “ma l’uomo sapeva subito quale scegliere ora a destra, ora sinistra, senza esitazione“. La biblioteca diventa simbolo del labirinto, e al termine del viaggio il bambino incontra l’Uomo-pecora, ovvero la fusione di realtà e fantasia che percorre i romanzi di Murakami da oltre trent’anni (“Nel segno della pecora” è un suo romanzo del 1982, e a quell’anno risale la prima idea di questo racconto): “L’Uomo-pecora aveva addosso una vera pelle di pecora che lo ricopriva tutto: lasciava soltanto un’apertura per il viso, attraverso la quale si intravedevano un paio di occhi amichevoli“.

Il vecchio che ha portato il bambino in una stanza di lettura, aiutato dal suo sottoposto, l’Uomo-pecora, tenuto sotto controllo con un frustino, conduce il protagonista e io narrante in una trappola: “Devi leggere quei tre libri e impararli a memoria dall’inizio alla fine. Fra un mese verrò a farti un esame. Se li avrai memorizzati bene, ti lascerò uscire“. Non andare, ma uscire, perché il bambino non è già più nel semplice mondo che conosce, ma in un luogo dove lo spazio e il tempo sono distorti, come nel pozzo de “L’uccello che girava le viti del mondo“, il capolavoro di Murakami Haruki.

Il disegno dei donuts, che costituiscono la merenda portata dall’Uomo-pecora al bambino, circonda il numero dei capitoli, mentre le loro decorazioni, i bastoncini di glassa, decorano l’interno della rilegatura: Ceccotti non lascia nulla al caso, ma con i suoi disegni segue la narrazione accentuando alcuni elementi, ed evitando, così, ogni intento didascalico.

La verità, che presto trapela dall’Uomo-pecora, è che il cervello ricolmo di nozioni diventa “squisito e cremoso” e il vecchio è avido di questa leccornia. Il bambino viene lasciato, con questa inquietante verità, nella sua cella o sala di lettura.

Murakami introduce la figura di una dolce ragazzina, che “non esiste nel mondo dell’Uomo-pecora“. Il protagonista non deve farsi problemi, “i nostri mondi sono tutti ingarbugliati, il tuo, il mio, quello dell’Uomo-pecora… a volte si sovrappongono e a volte no“. In questa visione, che ha i contorni di una fantasmagoria, entra anche la lettura, perché quando legge, il protagonista si trasforma in Ibn Armut Hasir un collettore di tasse di Istanbul, che, come il bambino, ha un uccello, un parrocchetto nel suo caso, come animale da compagnia. La lettura ha il potere di trasformarci in altre persone, e trasportarci in altri luoghi e altri tempi.

E proprio questo fa La strana biblioteca: impone la sospensione del giudizio e fa riecheggiare le onde della poesia della narrativa di Kafka e di Poe, aiutato dalla penna di Lorenzo Ceccotti, con le masse di materia oscura che si stagliano sul bianco, e la potenza dei particolari di un rosso vivo, che brilla sulla pagina, dove è incastonato come un rubino. La narrativa fantastica di Akutagawa Ryūnosuke (Tokyo, 1892 – Tokyo, 1927) ha contagiato la scrittura di molti autori e autrici giapponesi e ha reso ed espresso, in modo limpido, la nebbiosa fusione di un mondo fantastico e di uno reale e quotidiano. Murakami, più di altri, ha raccolto la lezione di Akutagawa, inserendovi le sue passioni per il jazz e la letteratura americana ed europea. Il breve racconto de La strana biblioteca è la storia di un cambiamento attraverso l’esperienza della lettura, e del mutamento dell’universo di un bambino, che dovrà affrontare perdite e sofferenze nel suo mondo quotidiano, ma che sa per certo, che un altro mondo esiste, sotto la superficie e l’apparente calma di quella che chiamiamo realtà.

Enzo Baranelli

Da Satisfiction.me


Le Musiche
, scelte da Claudio Tesser

Black Mountain, Mothers Of The Sun [Black Mountain]
Gone Girl OSTClue Two [Trent Reznor & Atticus Ross]
Gone Girl OSTEmpty Places (Reprise) [Trent Reznor & Atticus Ross]
Gone Girl OSTWhat Have We Done To Each Other? [Trent Reznor & Atticus Ross]
GutevolkPortable Rain [Nishiyama Hirono]
Gone Girl OSTEmpty Places [Trent Reznor & Atticus Ross]
Brian EnoFickle Sun (iii) I'm Set Free [Lou Reed]
GutevolkDream Walker [Nishiyama Hirono]
Gone Girl OSTJust Like You [Trent Reznor & Atticus Ross]
Gone Girl OSTSomething Disposable [Trent Reznor & Atticus Ross]
Gone Girl OSTSugar Storm [Trent Reznor & Atticus Ross]
Beyoncé Feat. James BlakeForward [Beyoncé & James Blake]

 
 

Copertina:
Il libro La strana biblioteca di Haruki Murakami (2015, Einaudi). Illustrazioni di Lorenzo Ceccotti (LRNZ).

 
 

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