Scott Pinkmountain and the Golden Bolts: No Country Music

Quattordici elementi suonanti per comporre l'estro creativo e poetico di Scott Rosenberg aka Pinkmountain

18 Giugno 2016

Scott Pinkmountain and the Golden Bolts
No Country Music (2016)

Scott Pinkmountain, aka Scott Rosenberg, è un grande musicista e compositore americano che si spinge oltre, verso dinamiche che partono dalle pulsioni del cuore, del contatto, del sorriso aperto e sincero. Per raggiungere queste rotte si è fatto accompagnare da tredici musicisti che suonano le sue composizioni che crea partendo dal sax tenore, il suo strumento e anche la voce costante di tutti brani.
Scott mette dentro al progetto ben sei percussionisti: Jacopo Andreini, David Brandt, Jesse Gilbert, Jordan Glenn, Justin Pinkerton e Gino Robair che in “Consilience” creano un castello di carte che si mettono dritte assieme per tecnica e giocosità con le piume al piano, la delicatezza delle dita di Thollem McDonas arrivano al perfetto apice. “The Restless Many” apre il disco con percussioni e battiti di mani e si allarga la melodia con il sax tenore di Scott e la tromba di Nate Wooley che sembrano raccogliere le loro cose, salutare con l’electric kalimba di Will Northlich-Redmond per partire e andare via a cavallo delle chitarre di John Shiurba e Ava Mendoza. “Strike”, un brano che è tutto un fiato, ha però tanto respiro ancora da usare e intenso lascia dietro di se una punta di malinconia, il suo trasporto, il suo coinvolgimento come un sentimento sul punto di esplodere. Il pezzo una spanna sopra gli altri - per le mie orecchie almeno – è “Manufacturing Dissent” dove Scott destruttura, isola i suoni, montando a un ritmo scarno e percussivo: così i fiati si fanno sospetti, truci, colpevoli e scappano piano, poi urlando alla maniera della musica (però quella di un sax intonato) per non farsi prendere dalla mortale noia. C’è spazio nel disco anche per la caraibica “Pirates and Emperors” che oscilla tra le onde e la melodia di un sax pensieroso ispirato da una luna piena. “No Country Music” è stato registrato in studio in presa diretta da Eli Crews e prodotto artisticamente da Sam Coomes. Non abbiamo nominato il bassista Nehemiah St. Danger e Gene Baker che suona l’organo. Così si completa la band di quattordici elementi compreso Scott. L’unico italiano è Jacopo Andreini che ha diverse band tra cui ricordiamo L’Enfant Rouge, Squarcicatrici, Bz Bz Ueo e Achref Chargui Trio.
Un disco da ascoltare dall’inizio alla fine nella sua intensità.

https://scottpinkmountain.bandcamp.com/album/no-country-music

Francesca Ognibene

 
 
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