Con questo bellissimo progetto Claudio Tesser ci porta alla (ri)scoperta dei classici antichi e attuali della storia del pensiero filosofico in un lungo appassionante viaggio dove emergono concetti di valenza universale.

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Sophia e l’amore per la sapienza (11)

22 Dicembre 2016

Con questo bellissimo progetto Claudio Tesser ci porta alla (ri)scoperta dei classici antichi e attuali della storia del pensiero filosofico in un lungo appassionante viaggio dove emergono concetti di valenza universale.

ReadBabyRead #313 del 22 dicembre 2016

Sophia e l’amore per la sapienza
Selezione di brani da opere della storia del pensiero filosofico
a cura di Claudio Tesser

Il Sutra del cuore
Il sermone del fuoco
Elargizione della grazia
Inno della creazione
Mandukya Upanishad
Isa Upanishad
Vangelo di Giovanni: Prologo; La testimonianza di Giovanni; Le nozze di Cana
Eraclito: Il divenire; L’anima umana e la sua profondità; L’unità e il contrasto degli opposti; Lògos, saggezza, ignoranza 
Plotino: Il bello
Solone: La giustizia e l’ordine della pólis
Vitruvio: Regole e simmetria in architettura
Esiodo: La nascita del cosmo
Parmenide: Il proemio del poema sulla natura; Gli attributi dell’essere
Platone: La lettera VII: Politica e filosofia; La teoria classica delle idee; L’allegoria della caverna
Rainer Maria Rilke: Il libro d’ore
Giorgio Colli: La follia è la fonte della sapienza

(11a parte)


per info su F. Ventimiglia e C. Tesser:

Lettura e altri crimini
iTunes podcast 


Legge: Francesco Ventimiglia

« κοινός τε μν εμι, ν ποτέ τι πρς λλήλους δεηθέντες φιλίας γαθόν τι ποιεν βουληθτε· κακ δ ως ν πιθυμτε, λλους παρακαλετε. »

 « Sarò di certo con voi se, provando bisogno di reciproca amicizia, cercherete di fare qualcosa di buono; ma finché siete a desiderare il male, chiamate in aiuto qualcun altro. »

(Platone, Lettera VII, 350 a.C.)

(…)
"Un tempo, nella mia giovinezza, ho provato ciò che tanti adolescenti provano: avevo progettato, dal giorno in cui avessi potuto disporre di me, di dedicarmi sùbito alla vita politica. (…) M’illusi - né c'è da stupirsi, giovane com'ero! -. M'immaginavo, infatti, che avrebbero governato la Città riconducendola dalle vie dell'ingiustizia su quelle della giustizia, e quindi attentamente consideravo quello che avrebbero fatto. Mi accorsi però che in breve tempo quegli uomini fecero sembrare oro il precedente regime politico. 
(…)
Vedendo ciò e vedendo quali uomini tenessero in mano la politica, quanto più consideravo le leggi ed i costumi, quanto più divenivo maturo, tanto più mi sembrò difficile amministrare onestamente gli affari dello Stato. (…) Le leggi scritte e la moralità si corrompevano e si dissolvevano in maniera talmente stupefacente, che io, un tempo tutto ardore e pronto a lavorare per il bene pubblico, osservando questa situazione e vedendo come tutto andasse in disfacimento, finii per rimanerne sbigottito. Non cessavo, no, di spiare i possibili segni di un miglioramento in questi avvenimenti e soprattutto se migliorasse la situazione del governo, ma per agire attendevo sempre il momento opportuno, finché alla fine compresi che tutti gli Stati attuali erano mal governati, per il fatto che la loro legislazione era quasi incurabile se non vi fosse stata una qualche miracolosa preparazione accompagnata da buona fortuna. Fui allora irresistibilmente portato a lodare la retta filosofia ed a proclamare che solo attraverso essa è possibile comprendere ove la giustizia sia nella vita pubblica e nella privata. Mai, dunque, per l'umano genere cesseranno i mali finché i puri ed autentici filosofi non arrivino al potere, o i capi degli Stati, per grazia divina, non si mettano a filosofare veramente.
(…)
Tale era il mio modo di pensare, quando per la prima volta venni in Italia e in Sicilia. Giunto, non mi piacque affatto quella cosiddetta vita felice che là si conduceva, sempre piena di italioti e siracusani festini, quel rimpinzarsi due volte al giorno, quel non andar mai, la notte, a letto soli, e tutto quel che segue ad un simile genere di vita; certo, perché sotto la volta del cielo non può nascere uomo che, contratte tali abitudini e così vivendo fino dalla fanciullezza, possa divenire uomo di senno - nessuno mai potrebbe avere tanto meravigliosa natura! -, o riuscire a vivere secondo temperanza.
(…)
E così non v'è Città che possa tranquillamente vivere sotto le proprie leggi, per buone ch'esse siano, qualora i cittadini credano quasi un loro dovere abbandonarsi a grandissime spese, non fare assolutamente nulla, se non banchettare, bere, e, se mai, affaticarsi con serietà nelle cose d'amore. Fatale, è, quindi, che simili Stati continuamente si trasformino in tirannidi, oligarchie, e che coloro che in essi hanno in mano il potere neppure vogliano sentire fare il nome di una forma di governo giusta e fondata su uguaglianza di diritti."


Sophia e l’amore per la sapienza

Una volta, si dice, c’erano le Pizie e le Erinni, i saggi e i sapienti e gli oracoli, poi, il logos da misterioso e aleatorio è diventato accogliente di ragione e di linguaggi mentre gli dei cominciarono e nascondersi e poi a andarsene assieme ai loro ambasciatori e interpreti; qualcuno scomparve del tutto altri si rifugiarono in grotte sempre più profonde e inaccessibili, nelle nubi delle altissime vette, nei fiumi e nelle foreste misteriose, nei sotterranei  e nei silenziosi deserti.

Allora gli uomini si struggevano d’amore per la sapienza, lontana, allontanata e cantata dai poemi. Le menti migliori di ogni generazione si impegnarono nel corteggiamento portando doni e sistemi  e voli di ingegno, mazzi di fiori e castelli in aria. I secoli trascorrono lenti, tragici e generosi e uomini audaci di spirito e pensiero avvezzi alle lotte silenziose coi demoni  continuavano a mettersi nel grande gioco e accumulavano i mattoni per costruire archi e volte e torri vertiginose di quell’edificio multiforme che è la filosofia, il pensiero filosofico. 

Lungo tutti i tempi attuali, trascorsi o lontanissimi Sophia spesso ha fatto capolino accanto, dentro o sotto l’epopea gloriosa del pensiero e del linguaggio. L’uomo si è specchiato in vari specchi e pozzi e pozzanghere perfino nella mota dell’autocrazia  e della dittatura, l’uomo suo malgrado ha danzato, ha corso a perdifiato e si è rinchiuso in torri d’avorio e palazzi indecenti, l’uomo ha molto pensato, la sapienza si è molto nascosta pur essendo anche ovunque e rivelandosi ai cuori e ai cervelli che sapessero coglierla e accoglierla. 

Una volta si dice che veggenti e sapienti (veri) consigliassero i potenti (spesso ci rimettevano la vita come pure i primi filosofi che erano veri e propri guerrieri) e ora dove li mandiamo i potenti, che non hanno neppure orecchie, da chi? Una mezza idea ci sarebbe…

Così abbiamo pensato di dedicare un numero imprecisato di puntate e in modo non proprio ebdomadario a Sophia e Filosofia giusto per il gusto di ritrovare vecchie compagnie e tanti stimoli. Non abbiamo un piano preciso né una scaletta da anticiparvi; senz’altro cominceremo con gli antichi ma non è detto che non ritornino anche in seguito o che i contemporanei nel frattempo non facciano capolino anche perché il filo che seguiamo può essere un tenue richiamo personale, un po’ nascosto… 

Come apparirà dall’ascolto la filosofia strettamente detta è soprattutto un affaire occidentale mentre la sapienza scaturisce da ogni dove e in ogni luogo e in particolare quando prende le tinte del misticismo tende ad accomunarsi e divenire un tutto folgorante. Parafrasando la celebre frase del libro di Ermete Trismegisto “La tavola di smeraldo” (attribuito a un sapiente dell’antico Egitto ma in realtà frutto del pieno medioevo, ma si sa, l’antico ha sempre autorevolezza e appeal) “ciò che sta in alto sta anche in basso” potremmo dire che tutti gli uomini sono un solo uomo.

Buon ascolto

Claudio Tesser
Francesco Ventimiglia

P.S.: ci scusiamo per l’approssimazione delle pronunce antiche e straniere per le quali abbiamo adottato dei compromessi che ci sembravano accettabili.


Le Musiche, scelte da Claudio Tesser

Soto Zen SchoolHannya Shingyo
Tony ScottThe Murmuring Sound Of The Mountain Stream [Tony Scott/Shinichi Yuize]
Tony ScottAfter The Snow The Fragrance [Tony Scott/Shinichi Yuize]
Matana RobertsAll Is Written [Matana Roberts]
Matana RobertsThe Good Book Says [Matana Roberts]
Matana RobertsClothed to the Land, Worn by the Sea [Matana Roberts]
Matana RobertsAlways Say Your Name [Matana Roberts]
Matana RobertsNema, Nema, Nema [Matana Roberts]
OMAddis [Al Cisneros, Chris Hakius/Al Cisneros, Emil Amos]
OMPilgrimage [Al Cisneros, Chris Hakius]
OMHaqq al-Yaqin [Al Cisneros, Chris Hakius/Al Cisneros, Emil Amos]
John ColtraneIndia [John Coltrane]
John ColtraneAcknowledgement [John Coltrane]
Ras Michael & The Sons Of NegusRun Come Really [Ras Michael]
Jon HassellCharm (Over 'Burundi Cloud') [Jon Hassell]
Brian EnoNeroli  [Brian Eno]
Pink FloydWish You Were Here [David Gilmour]
Kamasi WashingtonSeven Prayers [Kamasi Washington]
James BlakeTimeless [James Blake]
Brad MehldauParanoid Android [Radiohead]
RadioheadCodex [Radiohead]
RadioheadFeral [Radiohead]
David BowieBlackstar [David Bowie]
Charlemagne PalestineStrumming Music [Charlemagne Palestine]
Frank ZappaLittle Umbrellas [Frank Zappa]
Ella Fitzgerald & Louis ArmstrongSummertime [DuBose Heyward-Ira Gershwin-George Gershwin]
Chor Des Norddeutschen Rundfunks, Helmut FranzLux Aeterna [György Ligeti]
Gerd ZacherOrgan Study #1, "Harmonies" [György Ligeti]
Leonard CohenTreaty [Leonard Cohen]
Led Zeppelin, Dazed and confused [Jack Holmes]
Grateful Dead, Dark star [Hunter/Garcia]
Brad Mehldau, Moon river [Mercer/Mancini]
Thelonius Monk, Crepuscule with Nellie [Thelonius Monk]
Thelonius Monk, 'Round Midnight [Thelonius Monk]
Thelonius Monk, Pannonica [Thelonius Monk]
Brad Mehldau, Someone to Watch Over Me [Ira Gershwin/George Gershwin]
Brad Mehldau & Renée Fleming, Your First Word Was "Light" [Mehldau/Rilke]
The Jimi Hendrix Experience, Wodoo Chile [James Marshall Hendrix]
Kamasi Washington, Claire de Lune [Claude Debussy]

 
 

Copertina:
Il quarto stato”, che Corrado Maltese consacrò quale «monumento più alto che il movimento operaio abbia mai potuto vantare in Italia», è un celeberrimo dipinto a olio su tela di Giuseppe Pellizza da Volpedo, realizzato nel 1901 e attualmente conservato al Museo del Novecento di Milano.

 
 

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