uno spettacolo teatrale di Salvatore Cutrì con la regia di Paolo Grossi

Le Scarpe dei Caporali

uno spettacolo teatrale di Salvatore Cutrì con la regia di Paolo Grossi

Venerdì 13 gennaio 2017

Vicolo Pontecorvo 1/a - Padova
c/o sede Progetto Melting Pot Europa

Dalle ore 19.00 aperitivo, cicchetti e cena con piatto unico (richiesta la prenotazione al numero 348.2483727)

Alle ore 20.30
Inizio spettacolo

La serata è promossa dalla scuola di italiano Liberalaparola, il Mercato dei Produttori Locali - Campi colti del Centro sociale Pedro e dal Progetto Melting Pot.

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Le Scarpe dei Caporali è uno spettacolo teatrale di Salvatore Cutrì con la regia di Paolo Grossi, prodotto dal Collettivo Mamadou di Bolzano. Nasce da un’inchiesta di Matteo De Checchi, collaboratore del Progetto Melting Pot Europa e Valentina Benvenuti, fotoreporter del Collettivo Mamadou.

Lo spettacolo ha come obiettivo l’avvio e il sostegno di iniziative di sensibilizzazione e azione concrete per il superamento delle condizioni di vita dei braccianti agricoli del Sud Italia all’interno dei ghetti di RosarnoBoreanoRignano e Cassibile.

Collettivo Mamadou
Il Collettivo Mamadou ha come obiettivo la totale emancipazione dei braccianti africani che vivono segregati in ghetti dove le condizioni igienico sanitarie sono al limite del drammatico. Per fare questo siamo convinti sia fondamentale, per i braccianti, imparare la lingua italiana attraverso corsi organizzati e strutturati.

Il Collettivo si compone, all’atto della sua fondazione, di tre persone e della collaborazione del Collettivo Potenza Ribelle che fin da subito si è dimostrato interessato alle tematiche dello sfruttamento in agricoltura e, per ragioni prettamente geografiche, vicino al luogo dove opererà Mamadou.

Per non essere invasivi nei confronti di altre realtà che da anni operano sul territorio, abbiamo pensato di far partire un corso di lingua italiana, nel 2017, a Venosa (Potenza) a ridosso del ghetto di Boreano, sulla falsariga del corso già avviato nell’agosto del 2016 e finanziato con un crowdfunding lanciato a giugno.
Il progetto prevede l’allestimento del corso con insegnanti e non (il 90% dei braccianti è analfabeta quindi non sono richieste specifiche competenze per l’insegnamento dell’italiano, se non essere di madrelingua italiana) con una forma di volontariato attivo: il Collettivo Mamadou pagherà le spese di viaggio, vitto e alloggio attraverso fondi esclusivamente privati raccolti durante iniziative e serate informative.

La finalità del Collettivo Mamadou non è quella di raccogliere denaro o avere una particolare visibilità, ma di operare "sul campo" per dare dignità a chi non ha voce; proprio per questo, e in base alle esperienze fatte nel 2016 tra i ghetti del Sud Italia, l’unica regola che si dà il Collettivo Mamadou è quella di non ricevere qualsivoglia finanziamento da Enti o associazioni pubbliche rimarcando così, sin dall’inizio, un carattere totalmente indipendente.

 
 

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