"Gekrisi" è il secondo album per la carriera solista di Loris Dalì che continua a stupire e divertire sperimentando attorno al folk rock

26 Aprile 2017

Loris Dalì
"Gekrisi"
Autoprodotto

Loris D’Alimonte, in arte Loris Dalì, dopo l’esordio solista del 2015 “Scimpanzè” torna con il disco nuovo “Gekrisi” dove continua a sperimentare cantando in italiano, interrogandosi sul come divertire, stupire e far riflettere. Istrionico e sicuro nella presenza sul palcoscenico il cantautore e polistrumentista piemontese porta anche su disco il suo approccio live. Mette sul piatto canzoni ubriache da fine della festa, parole che ululano alla luna, aldilà della voce e della melodia io mi inchino e ringrazio chiunque tu sia da “Aldilà”. Una canzone sul proprio sentirsi ebbri di gioia dopo aver trovato orecchie attente nell’ascoltare quel che si aveva da dire. Davvero non facile oggi.
“Jack Risi”, altra canzone sul suo essere cantante, ironizza sulle sue capacità canterine e nel frattempo le esalta mostrando la sua versatilità sui toni e sui generi puntando sul blues dal folk rock.
Diverse citazioni di cantanti del Bel Paese e scrittori americani di cui si è nutrito e così ricco li infila nelle sue canzoni. Anche il vecchietto che fa parlare in “Altri Tempi” che incontravamo spesso e ci diceva quanto le cose andavano meglio ai suoi tempi, potrebbe essere una citazione del paese sul sociale. “Migrante”, la traccia più vicina alla forma canzone, racconta il momento della separazione di una coppia che è costretta a lasciarsi per nuove speranze per il futuro a cui aggrapparsi. E si trovano attimi di estrema e struggente malinconia fotografati e descritti con cura e rispetto per un dolore urlato da dentro.
“3 accordi, fischio e delay” che chiude il disco in modo buffo è una canzone senza pretese che ti aspetteresti canticchiare proprio da lui con questo suo aspetto con i suoi baffetti all’insù e una barba rassicurante.

Francesca Ognibene

 
 
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