"Medusa" è il ritorno della band Il Giardino dopo l'esordio di tre anni fa

11 Settembre 2017

Il Giardino
"Medusa"
Autoprodotto

I Il Giardino da Sassari sono un quintetto che aveva iniziato come duo con Alberto Atzori alla voce e chitarra e Fabiano Musinu alla chitarra. Avevano esordito tre anni fa con “Il Mondo In Due” e adesso con anche Carlo Manca al basso e Simone Giola alla batteria sono tornati con il secondo album sulla lunga distanza “Medusa”. Un disco cantato in italiano come era stato l’esordio ma adesso ci sono in più le tastiere di Edoardo Usai e le parole sono sempre più importanti e nobilitate dalla volontà di voler lasciare un messaggio, per consigliare quasi su come sarebbe meglio fare per non soffrire. “Non fare il punk” ad esempio incita a non bere solo per far finta di essere felici e, parafrasandoli, ‘ridere di chi invece lo fa’ e si mette delle maschere invece di essere sinceri. “Anemone”, che chiude il disco e ricorda lo stile dei Tre Allegri Ragazzi Morti, racconta di chi si tiene a distanza da tutti diventando irraggiungibile: mantenendo questa piccola distanza sale la rabbia di chi vuole bene alla persona in questione ma non si riesce a raggiungere e amare, come nel film “Mia Madre” di Nanni Moretti a cui la canzone è ispirata. “Bambole di carta” è una critica all’usanza di dare un’opinione su tutto, spesso senza cognizione di causa e non pensando all’effetto finale. La sterzata chitarra/batteria iniziale dà subito un punto a loro favore nella canzone che apre il disco e che lo intitola ovvero “Medusa”: una donna capace di uccidere/ pietrificare con uno sguardo e l’innamorato si strugge perché crede che sia colpa sua la fine del rapporto e vorrebbe una motivazione ma purtroppo a volte non c’è nessuna risposta. Bravi ragazzi che cantano.

Francesca Ognibene

 
 
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