Conoscete quella filastrocca, secondo la quale la Jugoslavia era “Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Tito”; ecco, nulla di più vero.
La morte di Tito che aveva tenuto insieme per oltre trenta anni popoli così diversi, segna un punto di non ritorno. La mancanza di successori, la caduta della Cortina di Ferro e le ormai incolmabili differenze sociali e culturali, accentuate dagli squilibri socio-economici, daranno poi vita a quel bagno di sangue che ha sconvolto queste terre a noi così vicine.
Cosa c’entra lo sport con tutto questo? Beh, c’entra eccome perché, come al solito, sport e politica si rincorrono separate da un tiro libero di distanza. Anche perché, come in tutti i paesi in cui lo sport è al centro di un sistema capillare gestito e valorizzato dallo stato e in cui, oltre al gioco, si insegnano i valori e la disciplina, i talenti non mancano.
La storia di due amici nemici che però hanno fatto la storia del basket.
Once brothers, forever Brothers
Brano: Eminem - Sing For The Moment