Surfing on sine waves

Aphex Twin, il suono che non mi stanco di ascoltare

23 Giugno 2023

Aphex Twin ha condiviso sul suo canale YouTube “Blackbox Life Recorder 21f”, il suo primo brano dopo cinque anni di silenzio e il semplice ascolto ha provocato in me il riemergere di alcuni ricordi. È stato come ritrovare tra gli strati della memoria l’origine di un suono che m’accompagna da decenni e che non mi stanco ancora di ascoltare.
Ad esempio mi è tornato in mente l’acquisto del primo disco di Aphex. Ero a Londra in quel giorno del 92.
Poi un altro ricordo di qualche anno più tardi: rivedo nitidamente Richard D James alla “Rephlex night” tenutasi al Centro sociale Pedro, che se ne stava lì, seduto a bordo palco, piedi a penzoloni, testa bassa, capelli che gli coprivano il volto, completamente immobile se non fosse per un leggero dondolio della testa, impassibile mentre tutt’attorno infuriava la sfrenata danza. Un introverso ragazzotto inglese di cui nessuno conosceva i lineamenti.
Ma non è di questo che voglio parlarvi, ma del mio primo contatto con la sua musica.
Così fu l’acquisto del suo primo album: stavamo seduti al tavolo centrale di un vecchio caffè a Covent Garden, aspettavamo l’apertura del negozio di dischi sotto un cielo grigio fumo di Londra. Pure noi eravamo pregni di un grigio inequivocabile. Lo smiley della rave generation non c’aveva ancora contagiato intrisi come eravamo dai residui “dark” degli ’80. Quindi infreddoliti e in silenzio aspettavamo di intravedere la prossima onda musicale da cavalcare, mentre sorseggiavamo svariate tazze di caffè lungo, come l’attesa. Eravamo lì dunque, alle 10 a.m. di un freddo mattino di fine inverno, a rimescolare amarezze e speranze, in silenzio. Il Fat Cat, nostro record shop di fiducia, apriva alla 11 e quando finalmente entrammo nel negozio un logo in bianco e nero campeggiava dietro il bancone, un disegno astratto ma lineare, una specie di freccia arrotondata e puntata in alto, oppure una "A" disegnata strana. Mi consigliarono l’ascolto proprio quel doppio vinile con lo strano logo stampato sopra. Lo ascoltai e restai affascinato, subito lo comprai.
Mentre ascoltavo quei sintetizzatori analogici, quei modulatori sonori e quel riuscitissimo utilizzo del campionamento, sentivo che l'ambient di Brian Eno e Harold Budd attraverso la fusione con la techno (di pionieri come Juan Atkin, Derrick May e Kevin Saunderson) veniva portata su una nuova dimensione. La techno spogliata dei suoi abiti più pesanti faceva vedere la sua suadente nudità e diventava profonda e intima.
Non sapevo ancora che da quel momento l’IDM (Intelligent Dance Music) cominciava il suo cammino e con lei anche il mio innamoramento per l’ascolto della nuova musica elettronica, quella più introspettiva e atmosferica. 
Fu l’inizio di una nuova onda da surfare e per questo Aphex Twin dovrò sempre ringraziare.

 

 
 

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