Dischi Del Momento - Marzo 2024

I migliori dischi selezionati per voi dalla Webzine di Radio Sherwood

6 Aprile 2024

Prima puntata primaverile con i Dischi del Momento, il format curato dalla webzine di Radio Sherwood che vi consiglia le migliori uscite discografiche del mese appena trascorso.

Nella puntata di giovedì 4 aprile abbiamo avuto ospite, in collegamento telefonico, Gab De La Vega, che ci ha parlato del suo nuovo album Life Burns.

Trovate il podcast della trasmissione nel player e su Spotify.

Buon ascolto e buona lettura!

Udåd - s/t (Peaceville Records, black metal, 15 marzo)

Primo disco per Udåd, ovvero la one-man band, e nuovo progetto solista, di Thomas Eriksen, già al lavoro, sempre e solo come unico musicista dietro ogni strumento, con il nome di Mork. 

Se sotto il nome di Mork Eriksen è andato mano a mano ad arricchire il proprio sound, in direzione di un black metal sempre più complesso, curato ed atmosferico, con Udåd è tornato invece volutamente a un suono grezzo, pesantemente debitore del primo true norwegian black metal di inizio anni ‘90. Questo aspetto è evidente a partire da una produzione da lui stesso definita dungeon-like, spogliata quindi di qualunque orpello, verso un ritorno al black metal primigenio. Uno sfogo primitivo, ben lontano tuttavia da un semplice effetto nostalgia.

Vasco Brondi - Un segno di vita (Carosello Records, cantautorato, 15 marzo) 

Un segno di vita è, per chi conosce le canzoni di Vasco Brondi, un tuffo nel passato e un ritorno a casa. 

I testi sempre molto poetici, dal punto di vista letterario davvero preziosi, hanno il ruolo da protagonisti nei dieci brani dell’ultimo album del cantante ferrarese. Immagini vengono dipinte con la voce, su melodie dolci e di sottofondo, che fanno da spalla ai versi. 

L’album, che segue i singoli Va dove ti esplode il cuore, Un segno di vita e Illumina tutto, riconferma le capacità di menestrello di Brondi, deludendo forse un po’ quegli ascoltatori che si aspettavano un’evoluzione della sua musica.

Gab de la Vega - Life Burns (Sbäm Records, Sell The Hearts, Epidemic Records, Motorcity Produzioni, Overdrive, punk rock, 1 marzo)  

Il panorama punk italiano è un mondo composito, che si regge sul lavoro e sulla passione di moltissime persone, molte delle quali si inizia a conoscere, quantomeno di faccia, frequentando la miriade di concerti e festival che animano la scena.

Il bresciano Gab De La Vega è uno di questi volti, come mente e cuore dietro ad Epidemic Records e come cantautore. 

Basterebbe anche solamente scorrere gli appuntamenti mensili con i Dischi del Momento di Radio Sherwood per trovare quante e quali band ha sostenuto Epidemic Records nel corso del tempo. 

Questo mese tuttavia, parliamo di Gab in prima persona, come artista e cantautore, arrivato al quarto album in studio, Life Burns, pubblicato il primo marzo per Sbäm Records in tutto il mondo, in collaborazione con Sell The Heart Records (Stati Uniti), Epidemic Records, Motorcity Produzioni e Overdrive (tutti in Italia).

Dodici tracce che da un lato sentono molto dell’influsso di Against Me!/Laura Jane Grace, in brani come Off My Chest e Rock Bottom, dall’altro rimangono  ancorate alle radici punk e hardcore in brani come Preaching To The Choir, passando per influenze che rimandano perfino al brit-pop di Northern Lights e al rockabilly anni ‘50/’60 dell’attacco di To Live Is To Survive (Sometimes).


Blowfuse - The 4th Wall (Sbäm Records, hardcore punk, 1 marzo)

La ricetta degli spagnoli Blowfuse è sempre stata quella di combinare melodie accattivanti (o catchy, direbbero gli addetti ai lavori), derivanti dal grunge anni ‘90, con la furia del punk hardcore. 

La biografia della band recita un chiaro «defying genre stereotypes», e questo vale sia per l'immagine macho di un certo hardcore, al sottoscritto sempre indigesta, sia per il sound.

Il loro quarto disco in sedici anni di attività, The 4th Wall, è la completa realizzazione di questa ricetta, con pezzi come Move On e Wish che promettono di incastrarsi nel vostro cervello e non uscirne mai più per la musicalità dei refrain. Melodie accattivanti che nulla tolgono tuttavia alla voglia di pogo che mette l'intero disco.

Slowchamber - The Delay Of Suffering (autoproduzione, metalcore, 28 marzo)

Primo disco per gli Slowchamber, band formata da ex-membri di Despite Exile, As A Conceit e Fall Of Minerva, che avevamo conosciuto ed intervistato allo show di debutto al Metal Punk Fest al CSO Pedro lo scorso ottobre.

The Delay Of Suffering in otto brani mescola metal e hardcore, rivelando come i nostri siano cresciuti alla scuola di Knocked Loose e Implore, senza dimenticare la stella polare costituita dai Converge. 

Riffing complesso e intricato, nessun momento per riprendere fiato in un disco che è l'equivalente sonoro di un calcio nelle gengive.

Li rivedremo la prossima estate allo Sherwood Festival insieme a Sluggore e Rough Touch!

Little Albert - The Road Not Taken (Virgin Music, blues rock, 29 marzo)

«Il blues è facile da suonare ma difficile da sentire dentro» diceva Jimi Hendrix. Se sulla prima parte riserviamo qualche perplessità, è indubbio che il Mondo sia pieno di chitarristi virtuosi che mancano tuttavia di sentimento.

Little Albert con The Road Not Taken ci regala una mezz'ora abbondante di blues rock ricco tanto di tecnica quanto di cuore.

Secondo disco solista per Alberto Piccolo, già chitarrista dei Messa, forte per questo ultimo lavoro della produzione di una major come Virgin Records, nonché della partnership con Gibson.

Già come nel precedente Swamp King (2020), Alberto in questo The Road Not Taken propone un blues rock elettrico, arricchito di fuzz e psichedelia anni ‘70, con il quale sfogare il proprio estro chitarristico in assoli a profusione. Tra questi, vale la pena menzionare quello spettacolare di Demon Woman, in cui il chitarrista ci dimostra che, oltre agli amati Jimmy Page e Robert Trower, le sue radici poggiano anche su una buona dose di Stevie Ray Vaughan, senza inoltre fare mancare qualche strizzata d'occhio al jazz. 

Impossibile poi non citare la conclusiva This House Ain’t No Home con i suoi cambi di tempo e le parti di piano, sempre suonate da Little Albert. 

Amanti della chitarra, prendete nota e godetevi questo The Road Not Taken!

Jae Skeese & Superior - Testament of The Times (Jae Skeese LLC, Rap, 8 marzo)

 MC di Buffalo colletivo Drumwork Music Group presenta il suo nuovo lavoro totalmente prodotto da Superior, producer tedesco che vanta svariate collaborazioni con dei grandissimi maestri di cerimonia tipo Edo G. ed Eto.

Con questo progetto Jae Skeese consolida la sua maturità artistica dimostrando elasticità nel incastrare rime pesanti su qualsiasi tipo di beat da quelli classici boom bap a quelli più jazz fino a basi di solo flauti. Un ulteriore salto in avanti, nonostante il suo album di debutto Abolished Uncertainties sembrasse già ad un livello molto alto.

Ransom x Harry Fraud - Lavish Misery (Momentum Entertainment/SRFSCHL, Rap, 8 marzo)

 Dopo dieci anni di lavoro esce finalmente il joint album tra Ransom e Harry Fraud, entrambi provenienti da Brooklyn, New York City ed entrambi in uno stato di forma eccezionale.

Otto tracce spettacolari in cui Ransom mostra la sua esperienza 20 di rime e senza mezzi termini si auto dichiara il GOAT delle rime mentre Harry Fraud in questo momento uno dei migliori producer nell’ambiente con anche svariate sonorità e stili nella scelta e produzione del tappeto sonoro.

LNDN DRGS - Affiliated 2 (GFD Records, Rap, 8 marzo)

 Collettivo composto da Jay Worthy e il producer Sean House che preparano un progetto completamente ispirato a campionamenti classici del sound R&B ed Hip-Hop degli anni ‘80 e ‘90 ma con una modalità di fare rime completamente moderna e fresca.

Trantacinque minuti ricchi di ospiti come il mitico Domo Genesis, ODD FUTURE crew di Los Angeles che arricchiscono il progetto che fuoriesce dai canoni classici di quello che l’industria del rap made in USA è solita sfornare in quest’ultimo periodo.

Flee Lord & Crisis - Full Court Press (LordMobb, LLCC, Rap, 22 marzo) 

 Dopo il progetto 2-3 Zones dello scorso anno, ritorna la coppia Lord e Crisis sempre con un titolo che rimanda al gioco della pallacanestro, infatti con full court press si intende un tipo di difesa a tutto campo.

Un progetto che riconferma la coppia a suon di produzioni solide e smooth rap. Significativa la traccia iniziale Vibe in cui Lord con una skit ringrazia Prodigy, Mobb Deep (Rest in Power) fonte di ispirazione assoluta per Flee a realizzarsi e fare qualcosa di positivo nella sua vita, togliendolo dal hustling quotidiano.

Creep Giuliano & Alsogood - Divina Miseria (Indipendente, Rap, 22 marzo)

 Progetto incredibile di Creep Giuliano, interamente prodotto da Alsogood.

L’ MC originario di Prato e adottato dalla vecchia signora viola di Firenze mostra ancora una volta le sue qualità canore e di MC con uno stile unico nella penisola italiana anche per quanto riguarda la scelta della basi, perfettamente confezionate da Alsogood. Un album che mette al centro l’Amore di Giuliano per i suoi genitori, suo figlio e per i valori che l’hanno formato.

Dall’altra in contrasto emerge forte l’odio nei confronti della guerra e i rimpianti per l’amore perduto misto ad uno stile di vita che il rapper sembra voler cambiare ma con cui allo stesso tempo convive. Il titolo e la cover sono una citazione a Dante e allo schema dei canti del paradiso che però vogliono narrare sia la vita degli ultimi, quelli emarginati, come se per una volta potessero essere messi sul trono che la mancanza di morale che l’artista percepisce a volte sia personalmente che a livello mondiale nella comunità umana giudicano negativamente l’attuale conflitto mondiale in corso su più fronti e facendo un confronto tra le dinamiche di strada con quelle istituzionalizzate e legalmente autorizzate, in cui l’artista nota delle similitudini e si interroga a riguardo.

Cosmo - Sulle Ali del Cavallo Bianco ( Sony, 15 marzo, Pop-Elettronica) 

Quinto disco per Mr. Ivreatronic, che torna a riproporre il suo easy-listening tendente al cantautorale in questo Sulle Ali del Cavallo Bianco. È un disco che ha una certa continuità con la ricetta tipica di Cosmo, fatta di canzoni scritte alla tastiera e poi rese il più possibile minimali nell’arrangiamento. Di nuovo e deviante dal solito c’è una vena cantautorale che nella scrittura sembra guardare agli anni ‘70 ed  in particolare a Battisti, sarà che il titolo dell’intro Come un Angelo sembra fare il verso a Il nostro Caro Angelo, o per la vena immaginifica della progressiva title-track, uno dei momenti più orecchiabili e ispirati del disco. A latere ci sono gli elementi consolidati della discografia di Cosmo: i coretti presi da altri mixtape (E Se), i riferimenti ai figli, in questo caso alla terzogenita ( Talponia), e le dichiarazioni d’amore verso la compagna (Il Messaggio).

Elbow - Audio Vertigo ( Polydor, 22 marzo, Art-Rock) 

Sono passati 25 anni dagli esordi di Any Day Now: gli Elbow da Manchester, pur mai diventando realmente “famosi”, si sono costruiti una grande credibilità col loro indie-rock evoluto ed elaborato su sonorità mai banali. Dopo tanto tempo sarebbe lecito aspettarsi un decimo disco stantìo, ed invece “Audio Vertigo” suona ancora ispirato e freschissimo, 40 minuti di musica ben suonata che non annoia neanche per un momento, tra tempi dispari e tendenze afrobeat (il singolo Lovers Leap), arpeggi variopinti su intense distorsioni di basso ( Balu ) sfuriate rock (Good Blood Mexico City) e la coda groovy di From the River.

Assieme ai Deus, il miglior gruppo di genere Art-Rock che si sia visto in Europa aldilà degli anni zero.

 
 

 
 

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