Heartbreak High 1 e la rappresentazione multisfaccettata dell’adolescenza

Una nuova puntata della rubrica “Non può patriarcare per sempre”

10 Aprile 2024

Attenzione: contiene spoiler sulla prima stagione di Heartbreak High.


Dopo due anni di pausa, ritorna la rubrica che analizza le serie teen del momento, prodotti che portano dei contenuti estremamente interessanti riguardo a femminismo ed inclusività, normalizzando finalmente una serie di tematiche che negli scorsi decenni non venivano affrontate, o erano solamente sfiorate, in maniera sbrigativa e stereotipata.

In questa nuova puntata ci occupiamo di Heartbreak High, una serie Netflix australiana del 2022, reboot di una serie degli anni ’90, di cui domani uscirà la seconda stagione.

La narrazione segue le vicende di una classe di adolescenti della Hartley High, dopo lo scandaloso ritrovamento della cosiddetta “Mappa degli incesti”: un “diagramma sessuale” su cui è riportato, con diversi simboli, “chi frequenta chi e cosa fanno” tra gli studenti, con tanto di legenda. La scoperta della mappa porta la scuola ad organizzare un corso di educazione sessuale rivolto a tutte le persone citate, che saranno poi protagoniste delle varie vicende rappresentate nel corso delle puntate.

heartbreak high mappa

La professoressa responsabile del corso-punizione rappresenta un esempio abbastanza positivo (si potrebbe fare di meglio certo, ma non viviamo nel migliore dei mondi possibili) di quella che dovrebbe essere la norma per questo tipo di insegnamento, svolto senza colpevolizzare gli studenti, ma cercando di farli riflettere sui rischi dei loro comportamenti, sulle conseguenze delle proprie azioni e sul rispetto per le altre persone. Viene raffigurata in contrapposizione alla preside, un personaggio sicuramente comico e macchiettistico, che è invece più condizionata dalla reputazione della scuola, già messa a repentaglio dallo scandalo della mappa, e dal possibile calo delle iscrizioni; quest’ultima propone quindi che il corso segua il programma ufficiale, per quanto il libro di testo a disposizione sia da lei stessa definito “obsoleto ed eteronormativo”.

Le tematiche affrontate nella serie sono diverse: dalla violenza, al razzismo, all’autismo, all’identità di genere, all’orientamento sessuale. Nonostante il tenore di alcuni contenuti rappresentati, il tono della narrazione è sempre leggero e divertente, portando in scena una normalizzazione di questioni di solito affrontate in maniera non del tutto corretta all’interno dei media, dando sì il giusto peso alle faccende più serie, ma lasciando un prodotto di facile fruizione. Se Euphoria ha raccolto il testimone di Skins per la rappresentazione più cruda dell’adolescenza, andando poi oltre ed addentrandosi nelle sue parti più oscure, qui possiamo ritrovare la cazzonaggine spensierata di Tony Stonem&Co. nelle prime due stagioni della serie inglese, con argomenti anche importanti trattati con semplicità e senza troppi patemi.

L’adolescenza qui rappresentata è un mondo incasinato, fatto di gaffe, segreti portati dentro a lungo ed incertezze, ma allo stesso tempo libero, spontaneo, fatto anche di cura e supporto reciproci.

Il filo conduttore di tutta la stagione è l’amicizia, finita, tra Amerie ed Harper, che prima dell’inizio della scuola sono state assieme ad un festival, si sono perse di vista, ed in seguito Harper ha iniziato ad evitare l’amica, arrivando a picchiarla il primo giorno di lezioni, dichiarando terminata la loro amicizia.
Nell’ultima puntata, dopo che per tutta la stagione sono stati mostrati dei piccoli flashback di quella fatidica sera per accrescere il mistero, si scopre che dopo la separazione delle due ragazze Harper, ubriaca, si è ritrovata in macchina con alcuni ragazzi del gruppo di Ca$h, un suo compagno di scuola e spacciatore, scampando per poco ad un probabile stupro di gruppo. Dopo l’esperienza traumatica, una volta rincasata, si trova ad affrontare il padre che, palesemente alterato ed in preda ad allucinazioni, non la riconosce e la scambia anzi per il lupo delle sue visioni, tentando di aggredirla. Gli eventi della nottata segnano indubbiamente Harper, che però continuerà a portarsi dentro i suoi segreti fino al chiarimento finale con la ritrovata migliore amica Amerie, dopo svariate vicissitudini, incomprensioni, torti e ripicche.

Al di là della trama principale, però, sono ancora più importanti da prendere in esame, per la natura di questa rubrica, le altre sottotrame presenti nel corso delle puntate, che si soffermano su una serie di elementi estremamente interessanti. Qui di seguito verranno brevemente approfondite alcune delle tematiche.

Un esempio è la costruzione del personaggio di Ca$h. Ripetente, con degli amici un po’ di merda (machismo tossico ne abbiamo?) da cui però non è in grado di staccarsi, dedito allo spaccio ed alla microcriminalità, una specie di maranzetto in versione australiana, si trova a stringere un legame particolare con Darren, persona non-binary amab. L’amore tra il bad boy della scuola ed il personaggio più vistosamente queer della serie, si sviluppa pian piano nel corso delle varie puntate, arrivando però ad un grosso scoglio. Dopo vari tentativi di approccio bloccati da Ca$h, che portano Darren prima a pensare di non piacergli, poi a ritenerlo un vigliacco, nella penultima puntata abbiamo la rivelazione: per quanto non esplicitato in questi termini, Ca$h si colloca all’interno dello spettro dell’asessualità. Nel dialogo con Darren durante l’occupazione della scuola, spiega che gli piace baciarlə, ma non vuole fare sesso e probabilmente non vorrà farlo mai, dunque la soluzione è restare amici. Darren, in seguito, propone al ragazzo di fare almeno un tentativo di intraprendere una relazione, che rispetterà i suoi tempi e le sue esigenze, cosa che Ca$h inizialmente rifiuta; poi però, nell’ultima puntata, dopo una rocambolesca fuga dalle forze dell’ordine, irrompe nella classe dichiarando il suo amore per Darren, che risale addirittura alle elementari, e baciandolə davanti a tutti prima di essere arrestato. Le scene un po’ sopra le righe non mancano in questa serie, regalandoci dei momenti comici indimenticabili.

Un altro personaggio da prendere in esame è quello di Malakai, il ragazzo nuovo che si trova coinvolto nel corso di educazione sessuale a causa di un errore: nella mappa è presente un altro ragazzo di origine nativa e la segretaria fa confusione, fraintendimento che lui deciderà di non chiarire e restare nel corso. Si legherà ad Amerie nel corso delle puntate, per poi lasciarla in seguito ad una lite, prima di trovarsi a fare una cosa a tre con Harper e Dusty, aumentando la tensione nel loro rapporto; in seguito, faranno pace ed entrerà a far parte del gruppo di amici. Il percorso di Malakai è poco evidente, ma possiamo notare spesso il conflitto tra il suo lato più spensierato ed i suoi dilemmi interiori. L’essere discendente dalle popolazioni native australiane lo porta a subire razzismo ed abusi da un agente di polizia dopo una serata ed a sentirsi non capito fino in fondo dai suoi amici e da Amerie. La scena in questione può risultare forse non di immediata comprensione al pubblico italiano, dal momento che qui il razzismo tende a funzionare così:

meme griffin

Vedere Malakai, di carnagione vagamente olivastra ma tutto sommato chiara, spiegare il razzismo e la discriminazione ad una ragazza di carnagione palesemente scura, provoca qualche attimo di smarrimento. Lo spazio dato alla questione nel corso delle puntate non è ampissimo, il suo percorso però diventa più chiaro dopo l’incontro con un altro ragazzo nativo, fratello di una compagna di scuola, con cui fa un’escursione in mezzo alla foresta per ritrovare il contatto con le terre del proprio popolo. Non sappiamo se alla fine Malakai abbia davvero trovato sé stesso ed un equilibrio tra il mondo in cui vive e le sue origini, ma è certamente più sereno.

Come già accennato, è presente anche un personaggio non-binary, categoria che inizia ad essere rappresentata nelle nuove serie teen, ma che non gode ancora della stessa normalizzazione che ha il personaggio (a volte pure un po’ stereotipato) del ragazzo gay, classica quota queer dei prodotti audiovisivi già da qualche decennio.
Darren è vistosə, esageratə, eccessivə, ma anche profondamente leale e gentile con le persone care. Lə vediamo inizialmente a casa della madre e del suo compagno, in seguito si trasferirà dal padre. I pronomi utilizzati sono they/them, cosa che purtroppo nel doppiaggio italiano un po’ si perde, come ad esempio nella scena in cui la madre ed il compagno, che nei loro limiti cercano di essere più inclusivi possibile, discutono sull’utilizzo del pronome “loro”, facendolo seguire però dal plurale declinato al maschile, in una momento probabilmente già abbastanza comico in lingua originale, che in italiano diventa assolutamente nonsense. Certo è più facile l’utilizzo del neutro nella lingua inglese, che non declina ogni parola. Darren è particolarmente legatə a Quinni, che assieme a ləi è considerata una outsider dal resto della scuola, con la quale mostra il suo lato più dolce ed accudente; i due assieme stringeranno amicizia con Amerie, dopo la sua rovinosa caduta nella scala sociale della scuola in seguito al ritrovamento della mappa.

Il personaggio di Quinni è forse il più interessante di tutta la serie, anche grazie all’interpretazione di Chloé Hayden, che anche nella vita reale è autistica ed ha contribuito a rendere sullo schermo un personaggio genuino e non stereotipato, a differenza della quasi totalità dei personaggi autistici rappresentati all’interno dei media.
La neurodivergenza non è esplicitata fin da subito, anche se alcuni dettagli fanno venire qualche sospetto. Il personaggio è stravagante, è una ragazza lesbica, veste in maniera vistosa ed ha sempre dei brillantini sul volto, si mostra spesso entusiasta e gioiosa; non mostra aspetti patologizzanti tipici delle rappresentazioni a cui siamo abituati, normalizzando quindi la sua condizione di persona autistica all’interno del gruppo di adolescenti dove, in fondo, di “normale” non c’è nessuno.
Allo stesso tempo vengono mostrati però alcuni episodi in cui il funzionamento diverso di Quinni le crea qualche disagio a livello sociale. In seguito ad un appuntamento con la compagna di scuola Sasha, infatti, avvenuto in un ristorante piuttosto rumoroso, si trova in grande difficoltà e, raggiunta la festa dove sono tutti quella sera, si chiude in bagno. Qui viene raggiunta e confortata da Darren, il quale decreta che d’ora in poi quella stanza sarà “casa” e che ne usciranno solo quando lei sarà pronta. A questo punto inizia ad essere più chiara la condizione della ragazza, che in seguito si chiarirà con Sasha rivelandole di essere autistica. Nella sesta puntata vediamo più nel dettaglio la routine di Quinni, le sue liste di cose da fare, il suo grande interesse per la presentazione di un libro che panifica da tempo, il forte stress che le causa un cambiamento della routine. Nel momento in cui si trova finalmente alla presentazione, dopo innumerevoli eventi imprevisti che avevano visibilmente esaurito le sue batterie sociali, Quinni si mostra improvvisamente supereccitata e felice, ma comunica a Sasha che non vuole andare ad una festa, perché la giornata per lei è stata già piuttosto stancante. Qui avviene un litigio tra le due ragazze, che porta Quinni ad avere una grossa crisi una volta arrivata a casa, con conseguenze anche sui giorni successivi, durante i quali indosserà sempre le sue cuffie antirumore e non spiccicherà parola, comunicando, quando strettamente necessario, a gesti o per iscritto. La costruzione del personaggio mette quindi in luce le fragilità che si trovano a vivere in alcune situazioni di sovrastimolazione le persone neurodivergenti, ma allo stesso tempo toglie lo stigma dalla condizione autistica, rendendo Quinni una persona come le altre, una semplice adolescente, che in alcuni momenti può trovarsi ad avere delle necessità particolari, ma che in fondo è esattamente come tutti gli altri.

Sicuramente sono presenti ancora ampi margini per continuare la definizione di tutti questi personaggi e l’approfondimento di numerose tematiche. La speranza è che la nuova stagione sia all’altezza della prima, e mantenga lo stesso tono della narrazione, che ha sicuramente contribuito a determinare il successo della serie. La giustapposizione di elementi di forte comicità con tematiche importanti e non scontate si è rivelata una scelta vincente ed estremamente apprezzata, contribuendo alla diffusione dei messaggi inclusivi presenti all’interno dell’opera.

 
 
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