Le rivoluzioni che sono diventate pigre

Recensione a The lazy revolution, The Blanks

10 Gennaio 2012

La purezza di chi non ha ancora l'età per andare a votare, la spensieratezza che permette di andar ovunque, l'audacia  di presentarsi con un set privo di percussioni.

Musica semplice ma non scontata, testi in inglese che valorizzano al meglio un timbro di voce sicura e avvolgente, potrei paragonarli e confrontarli con moltissimi nomi illustri del passato, ma perché ? Loro fanno parte del presente, di un presente che rinfranca, fatto di giovani con  talento, buongusto ed eleganza.

Mi è capitato di far loro la prima intervista, in una piccola radio locale. Sottolineando il fatto che, sarebbe stata la prima di una interminabile serie di interviste e che presto li avrebbe anche stufati, chiedo una didascalica presentazione individuale dei componenti della band: mi chiamo Davide, ho diciassette anni e faccio l'istituto tecnico industriale. Ecco: purezza e incoscienza. Si chiamano Blanks perché quando dovevano scegliere il nome della band erano come di fronte un vuoto. O un'amnesia. Ma non c'è qui da scomodare uno dei tanti vuoti generazionali da colonne di giornale, non è sufficiente.  Poiché il Blank, non è solo vuoto, tuttavia anche bianco; bianco, appunto, purezza e incoscienza, ma anche inquietudine, seppur leggera all'apparenza. I bianchi della vita, che sempre ritornano, come in una pagina scritta che deve “al bianco che la inaugura la propria ingenuità, obliosa anche del titolo che parlerebbe troppo alto: e quando si sia allineato, in una incrinatura, anche minima, disseminata, il caso vinto parola per parola, indefettibilmente il bianco ritorna, poco prima gratuito, ora certo, per concludere che non esiste nulla al di là e autenticare il silenzio” (Mallarmé S., Il mistero delle lettere). Silenzio paradossale, intriso di note, del sospiro di una chitarra che vorrebbe virare sobriamente verso il noise, della voce già matura di Paolo Vaccaro e dalla sapiente produzione di Marcello Batelli (già Planet Brain e NVCC).

In quest'orizzonte tentano la loro rivoluzione, non al riparo dalle contraddizioni anch'essa, provinciale e pigra. Dolorosamente indolente, insomma Lazy.

Piergiorgio Svaluto


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