Baby don't cry

di Cristina Zanotto, ScatolaEmozionale

8 Febbraio 2012

Quand'è stata l'ultima volta che avete pianto?
Ma pianto tanto?
Giusto stamattina mi sono interrogata sulla questione mentre assistevo allo spettacolo Baby don't cry per la regia dei Babilonia Teatri con in scena due bravi attori: Marco Olivieri e Francesco Speri al Teatro Piccolo Don Bosco, Padova, per la rassegna Teatro Ragazzi.

Babilonia si contraddistingue sempre e lo fa facendosi riconoscere tra chi già li conosce, con il suo registro inconfondibile di parole e stile che rendono i loro spettacoli davvero POP, mentre si fa amare già dai più piccoli con questo spettacolo che parla di loro, in modo davvero travolgente usando tanti tipi di strumenti: dalle luci, alla musica, dalla voce al corpo, dalle parole ai suoni, dalla magia alla meraviglia. Stupore e divertimento divampa nella platea rumorosa ed eccitata di questi piccoli spettatori.
Due attori aspettano a sipario alzato che il giovane pubblico si sistemi. Stanno lì immobili, la scena è ricca di elementi: una carrozzina, un albero di natale, una tastiera, dei fari... e poi tutto inizia, con un pianto, si, un pianto di bambino appena nato. Perché piange? In che lingua piange?
Piangere è sbagliato?
Ridere è il suo contrario?
Chi ha le lacrime più grandi?
Come piangi? Forte? Piano? In silenzio? Urlando? Di nascosto?

Sono tanti i motivi per cui un bambino piange ed è interessante la ricerca che i Babilonia/Teatro delle Briciole hanno fatto, ossia raccogliere testimonianze sui motivi più disparati del pianto, in modo tale che ogni bambino che guarda lo spettacolo si senta coinvolto e si rispecchi in quello che viene raccontato. Non si cerca il motivo più valido, non si giudica, ma si parla ai bambini, e diciamocelo e anche agli adulti, delle lacrime, di come siano uno strumento di comunicazione che possa manifestare in modo più diretto, efficace e genuino tante emozioni. Si piange per tristezza, per dolore, per dispetto, per felicità, per contentezza. Si piange finché non si esauriscono tutte le lacrime, fin tanto che ci rigano le guance...

Bellissima la scena del "coro".
Scendono dall'alto della graticcia diversi grembiuli, tanti quanti le lettere che compongono il titolo dello spettacolo. I grembiuli raffigurano una classe di bambini, diretti magistralmente da uno dei protagonisti. Successivamente i grembiuli cadono lasciando il postoalle lettere che compongono il titolo dello spettacolo: BABY DON'T CRY, che viene "urlato" istintivamente anche da tutti i bambini in sala...

Perché piangere è liberatorio

E tu...quando hai pianto l'ultima volta?

Il prossimo appuntamento con la Rassegna è MERCOLEDI 15 E GIOVEDì 16 FEBBRAIO con Il frigorifero lirico di Antonio Panzuto

 
 

Links utili:
www.teatroragazzipadova.it
scatolaemozionale.blogspot.com

 
 
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