E l'inizio arrivò in coda Live Report

Gran teatro Geox, Padova - Venerdi 2 Marzo

5 Marzo 2012

Un Daniele Silvestri in formissima accompagnato da una carismatica band: i Soliti Noti e la mia scoperta della serata: “Pino Marino”. Nella mia profonda ignoranza non avevo la più pallida idea di chi fosse Pino Marino. Molto probabilmente farò rabbrividire gli appassionati con questa mia affermazione, ma meglio tardi che mai ho conosciuto un artista poliedrico, un artista interessante (già collaboratore di Silvestri nel suo ultimo album S.C.O.T.C.H.) che ha sostenuto Daniele in uno spettacolo diverso. Un idea simpatica che vuole far conoscere allo spettatore quello che succede prima di un concerto, quelle che sono le prove e le decisioni per la scaletta.

Interessante è il palco, scenograficamente parlando è diverso più casereccio; messo a descrivere una sala prove con tanto di tavolo centrale, bagno e cabina telefonica.

Tutto si apre con un Pino Marino intento a riascoltare i messaggi di una finta segreteria telefonica del teatro Geox in attesa dell’arrivo di Silvestri. E’ proprio con l'arrivo di Daniele che ha il via un lungo botta e risposta di canzoni, una a testa. Le discussioni sulla scaletta intervallano l’esecuzione musicale e sottolineano il carisma  dei due protagonisti, che si dilettano in dialoghi in romanesco quasi improvvisati.

Le canzoni sono tante, da “Le navi”, “Io non mi sento italiano” (di Gaber), “Sornione”, “Ma che discorsi”, “La paranza”, “L’uomo intero”, “Me fece male a chepa”e “L’acqua e la pazienza”. A far sorridere sono  gli “inaspettati” colpi di scena: un finto black-out che porterà ad eseguire una bellissima versione acustica di “Una monetina” e un invasione di campo da parte di un contestatore che interromperà una canzone tanto decantata e richiesta durante lo spettacolo dallo stesso Pino Marino.

Lo spettacolo procede tra canzoni, poesie e battute fino ad arrivare ad una piccola pausa che proverà a dare un impronta più politica ( se di politica si può parlare) alla serata. Indirizzati dal finto manager i due dovranno affrontare argomenti più seri e di attualità. Entrambi con canzoni e monologhi racconteranno le stragi e le bombe della storia italiana aiutandosi anche con brani come “Questo paese”; toccando però in maniera scarna e poco approfondita tali argomenti, quasi a dare il contentino al pubblico che forse si aspettata più partecipazione e interesse a tal proposito.

Il sipario si chiude lasciando passare pochi minuti al ritorno dei protagonisti (band compresa) e a dare il via a quello che sarà l’inizio del vero concerto “L’inizio arrivò in coda”per l’appunto. Giacca, cravatta e scenografia risistemata per l’occasione intonano canzoni come “Precario è il mondo” e “Non ho lavoro” di Pino Marino.

Due ore e mezza di spettacolo (forse un po’ troppo lungo) portano il pubblico ad avvicinarsi al palco e a scatenarsi proprio nel finale con una vivace esecuzione di “Salirò” e “Testardo”.

 
 
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