Intervista ai Ronin

Dopo due anni da "L'ultimo Re" tornano con nuovi input emozionali

27 Aprile 2012

"Fenice” è il nuovo disco dei Ronin uscito per Santeria per la versione CD e per Tannen per la versione LP. Questo disco nuovo li porta a cambiamenti importanti come la sostituzione del batterista Enzo Rotondaro con Paolo Mongardi ma questo non ha modificato la forza interiore delle chitarre, ora desertiche, ora morbide, ora stravaganti, ora impegnate. Non ci perdiamo per strada quando sentiamo in loro anima e cuore sempre grandi. Ne parliamo con Bruno Dorella.

Quando sono nati i Ronin, tu raccontavi di un traditional che avevi ascoltato che ti girava in testa e così cercando di riprodurre quello a memoria poi è nata una pagina bianca da scrivere. Quella pagina un po' morriconiana e rock strumentale legato all'evocazione del senso di libertà, ci ha dato soddisfazione sia live che dai dischi, nel corso di questi anni. Quali momenti della vita dei Ronin useresti per raccontarne gli intenti raggiunti come gruppo che ha fino a questo momento affrontato un percorso di cui andare fiero?

Ci sono alcuni eventi fondanti, come quello che citi, il famoso concerto dei Wolfango a Pesaro saltato per pioggia, in cui suonò solo un gruppo tradizionale slavo che mi colpì tanto da cercare di riprodurre, a casa e a memoria, quindi sbagliando, uno dei loro brani, che è diventato "Canzone D'Amore Moldava", presente sul primo EP. Poi potrei citare la composizione del primo album, avvenuta nella pace di un laghetto in un borgo ligure dove vivevo. Fino ad arrivare all'estate scorsa, quando stavo per sciogliere il gruppo, e Chet e Nicola sono venuti a Ravenna, dove vivo (loro vivono a Milano) a convincermi a ripensarci. L'ho fatto ed è nato Fenice... In mezzo, gli incontri con tanta musica che mi ha ispirato, dalla scala etiope alle grandi produzioni per il nuovo cinema cinese di arti marziali.

"Fenice" vede alla batteria Paolo Mongardi che prende il posto di Enzo Rotondaro. Come mai ha lasciato il gruppo? O è solo per questo disco?

Enzo si è rotto tibia e piede nel 2010, è stato quasi un anno fermo per la rieducazione, ed ha perso un anno di lavoro. Quando ha ripreso a suonare con noi si deve essere reso conto che aveva bisogno di recuperare questo anno di lavoro per vivere, e ci ha posto di fronte al problema. Praticamente né lui né noi avevamo scelta ed abbiamo dovuto cambiare batterista. Comunque Enzo resta un fratello. 

Come sono cambiate le vostre dinamiche compositive con il nuovo membro? Mi sembra di percepire una maggiore presenza di Nicola Ratti per la vostra sfumatura jazz sperimentale. 

Sicuramente gli arrangiamenti in “Fenice” sono più condivisi e i pezzi sono nati già pensando all'inserimento dei paesaggi sonori di Nicola. Anche Paolo si è inserito con molta autorità, portando diversi arrangiamenti ai brani. 

Ritornando alla storia dei Ronin, quali pezzi non usciranno mai dalle vostre scalette per i live e perché?

Ci sono molti pezzi che hanno resistito a lungo, ma a turno, pian piano, sono usciti tutti, magari per poi rientrare. In questo tour per esempio abbiamo riarrangiato "Ronin Theme", dal primo EP. I pezzi che per ora sopravvivono di più sono "I Pescatori Non Sono Tornati", "Tre Miniature" e "VengaLa Guerra". Sono alcuni tra i  nostri "classici". Abbiamo una discografia di qualità piuttosto alta, senza modestia, ed è normale che si faccia fatica a scegliere quali pezzi eliminare per far posto ai nuovi. Però, per rispondere alla tua domanda, non c'è un brano che non uscirà mai dalla scaletta, proprio perché sono quasi tutti degni di restarci. 

Dentro al disco nuovo troviamo tra gli ospiti anche tuo padre Umberto Dorrella. Com'è successo e cosa dice dei Ronin? E soprattutto gli piacciono anche gli altri tuoi gruppi?

Beh, diciamo che gli OvO e i Bachi Da Pietra non rientrano nella sua categoria di "musica". Invece i Ronin gli piacciono, gli arrivano. Conta che ha ottantadue anni. L'ho invitato perché "It Was A Very Good Year", la cover di Frank Sinatra che abbiamo inserito in “Fenice”, è un omaggio a lui, che ce la suonava da piccoli. Gli ho chiesto se voleva suonarla con noi, e con mia grande sorpresa ha accettato. E' stato per me un bellissimo momento portarlo in macchina in studio, facendogli attraversare dopo chissà quanti anni Milano, che a stento riconosceva. Poi è entrato in studio, senza timore reverenziale per le macchine e le mille lucine accese del banco regia. Ha parlato affabilmente con Tommaso Colliva, che registrava. Ha chiesto un po' di tempo per provare la parte (non toccava una tastiera da 20 anni!) e dopo un paio d'ore era pronto a suonarla, identica a come me la ricordavo da piccolo. Come ho detto spesso ultimamente, ci sono tante cose che rimpiangerò nella vita, ma non questa. 

Nella stessa canzone dov'è presente tuo padre: "It Was A Very Good Year" c'è anche Emma Tricca con la sua voce. Cosa vi ha attratto della sua vocalità tanto da diventare, come lo era stata Amy Denio perfetta per voi Ronin che siete quasi sempre strumentali?

E' stata una storia strana, perché io Emma non la conoscevo proprio. Quella voce doveva essere affidata ad un'amica americana, che però ci ha mandato dei files inutilizzabili (per problemi tecnici) da Los Angeles. Avevamo appuntamento in studio per finire l'album il giorno dopo e non sapevo come fare. Al che Paolo Mongardi mi propone questa sua amica italiana che vive a Londra e che si trova in Italia per alcuni concerti, e che secondo lui sarebbe perfetta. Proviamo. Ed era perfetta davvero. Abbiamo trovato una grande voce per il nostro pezzo ed un'amica, siamo già stati a trovarla a Londra. Nicola Ratti l'ha accompagnata alla chitarra nel suo ultimo tour italiano. Insomma, un colpo di fulmine.

Enrico Gabrielli e il vostro amico Nicola Manzan rendono il disco più orchestrale e pieno. Dimostrano musicalmente le numerose possibilità del vostro suono ora malinconico, ora campestre, ora desertico e anche setoso. Come vi approcciate al nuovo suono che vi circonda?

Nicola ed Enrico sono Ronin onorari, sono musicisti preziosi ed estremamente adatti al nostro approccio. E' bello lasciarci sorprendere da quello che creano sulla nostra musica, dal modo in cui assecondano perfettamente il tipo di atmosfera che gli chiedo, rendendola però ancora meglio di come me la immaginavo. 

Dove e come è stato registrato il disco?

Le registrazioni sono avvenute in casa di Paolo Mongardi, in piena autarchia. Manzan ha registrato gli archi a casa sua, mentre i fiati, la tastiera di mio padre e la voce di Emma sono stati registrati nello studio milanese di Tommaso Colliva, dove sono avvenuti anche i mix. La masterizzazione infine è stata messa in cassaforte dal maestro Giovanni Versari.

Vi hanno mai proposto di fare da tappeto musicale ad un reading magari a quello di Emidio Clementi? O magari uFrançois Regis Cambuzat che recita poesie anarchiche? Come avete reagito o reagireste?

Non ce l'hanno mai proposto ma lo faremmo volentieri. Credo che i Ronin siano un gruppo perfetto per queste cose: sonorizzazione di immagini, reading, teatro...

Qual è stata la vostra migliore esperienza live fino ad adesso per la presentazione di "Fenice"?

Le date in Italia sono generalmente andate tutte molto bene, mi è particolarmente piaciuta la data al Dal Verme di Roma perché è un locale piccolissimo e siamo stati molto criticati perché andavamo a suonare in un posto che, secondo alcuni, sviliva la nostra musica, ci "abbassava di livello". Invece è stata una gran bella serata. Ma la vera soddisfazione è stata "funzionare" all'estero. La data a Londra è stata incredibile, era la prima all'estero col nuovo tour e con Paolo alla batteria, l'abbiamo preparata molto bene anche con il nostro ufficio stampa inglese ed è stata un successone. Così come la data di Berna, su cui non avevamo alcuna aspettativa, e invece ci siamo ritrovati col locale pieno e la gente più calda ed entusiasta che in Italia, a riprova del fatto che se il local promoter crede veramente nel concerto i risultati si vedono. 

Per avere il vostro album cosa bisogna fare?

Il vinile si può ordinare a www.tannenrecords.com mentre il CD si può ordinare a Santeria/Audioglobe a questo link: http://www.audioglobe.it/disk.php?code=8016670168140

Francesca Ognibene

 
 
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