Garbage - Not your kind of people

Sei anni di silenzio per tornare da indipendenti con la loro etichetta, sbandierando pure la brutta rottura con la major (Warner) che li aveva coccolati ai bei tempi di Cherry Lips.

I Garbage sembrano voler ribadire in tutti i modi che non sono il genere di band che scende a compromessi, anche se i loro dischi (questo è il quinto) hanno spesso messo d'accordo, con gusto e intelligenza, il sudore dei concerti con il luccichio della pubblicità.
Se la sempre bella Shirley Manson, cantante affascinante e frontwoman carismatica, rappresenta il lato più glam e patinato, il batterista Butch Vig, rimane un simbolo indiscusso della musica alternativa grazie alla sua carriera di produttore, a cominciare da Nevermind dei Nirvana.

Purtroppo si fa un po' fatica a trovare il senso di questo disco, che sembra voler cavalcare le ultime tendenze del pop-rock di oggi, mescolandole con piacioneria alle ultime tracce del sound dei Garbage che furono.

Si parte con una canzone poco consistente e vagamente autocitazionista, Automatic Systematic Habit, che rischia subito di incrinare i rapporti tra la band e i fan della prima ora e solo in parte viene riscattata dalla successiva Big Bright World, più potente e calibrata. Il singolo, Blood for Puppies, si prepara probabilmente a essere un tormentone estivo, ma è privo di personalità e potrebbe essere cantato da qualsiasi avvenente meteora del musicbiz.
Per fortuna  arriva il blues elettronico di Control a risollevare (ci prova) le sorti dell'album con la sua andatura acida e originale, mentre la sognante title-track diventa stucchevole e noiosa.

Insomma, se la prima metà dell'album è fatta più di bassi che di alti, della seconda si salvano soltanto I Hate Love e Battle In Me, con quegli stop che, ricordano i tempi migliori.

Probabilmente, se non fossero i Garbage, ci saremmo accontentati di questo Not Your Kind of People, salutandolo come un lavoro ben oltre la soglia della sufficienza. Ma sono i Garbage e dopo la lunga pausa di riflessione ci si aspettava qualcosa di più.

Speriamo che valga ancora la pena di vederli dal vivo.