Workshop di Fotografia - Francesco Pischetola

Passo UNO, Who?
- Se le tue foto non sono abbastanza buone, significa che non sei abbastanza vicino. R. Capa
Innamoratevi del lavoro di grandi personaggi. Portateveli nella vostra città, per far combaciare la loro professionalità con la vostra voglia d’imparare. E otterrete un gentilissimo Francesco Pischetola, intento a regalarvi suggestioni, insegnamenti e immagini proiettate sul muro di un piccolo, caldissimo, studio fotografico.
Francesco ci ha colorato gli occhi del bianco e nero rubato alla New York di Donna Ferrato, della disarmante disgrazia mostrata dai lavori di Brenda Ann Kenneally, della prospettiva commovente di Micheal Ackerman, di suggestioni, d’esperienza e di pilastri portanti. Una colazione di buoni esempi, e si parte.

Passo DUE, What?
- Se non vivi esperienze, non fai foto. Sam Abell.
Appassionatevi di una circostanza, di una cronaca, delle conseguenze, le cause, i volti che lo rappresentano. Scegliete il soggetto della vostra storia, e preparatevi a rifuggire da tutto il resto per fiondarvici dentro. Prendete la rincorsa però: preparatevi sul tema. Nutritevi di articoli, giornali, pubblicazioni e sfamatevi di opinioni, fatti, e polemiche.
Alle 8.45 di una domenica mattina il tema si disegna nell’integrazione o nelle sue presunte forme, che si manifestano nella nostra città tanto piccina quando ripiegata su stessa.

Passo TRE, When?
- Abbiamo solo un’alba e un tramonto al giorno, e abbiamo solo un certo numero di giorni su questo pianeta. Un buon fotografo trae le sue conclusioni. Galen Avery Rowell.
Signori, pigliate un treno in corsa, date un bacio a vostra madre, ditele pure che non tornerete. Che è una delle possibilità da segnare nell’ordine delle idee. Con il fotogiornalismo ci si sposa, in linea alla filosofia spiccia di Andrea Pazienza, senza tornare più indietro. Con l’augurio di non divenire dei piccoli Malinowski; insofferenti sul campo, ma eccelsi nei risultati delle proprie ricerche. VI auguriamo di gioire ad ogni istante del processo documentativo e creativo. Un servizio potrebbe impegnare qualche settimana, o diversi anni, ad alcuni ha preso intere vite. Non è una possibilità, è una scelta.

Passo QUATTRO, Where?
- L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà. I. Calvino, Le Città Invisibili.
Fuori di casa nostra, o a 5000 km di distanza. Per amore della completezza di una storia, dell’integrità di un soggetto, della coerenza alla verità. Il fotogiornalista abbraccia alcune movenze dell’antropologo; non scrive saggi, ma produce immagini. Ma il metodo per trattare con gli esseri umani è sempre e solo uno: avvicinarvisi. Non si può comunicare una circostanza se non catturandola mentre si manifesta spontaneamente; e la naturalezza nei gesti di chi è fotografato, ritorna solo nel momento in cui egli accetterà la nostra presenza. Chi racconta, è avvinghiato nella storia. E’ entrato nelle case dei propri protagonisti, ha scambiato con loro opinioni, pasti, momenti più o meno cruciali. Estraendo la propria macchina fotografica solo a metà dell’opera.

Passo CINQUE, Why?
- Il faut réveiller le monde! – Paris Qui Dort, Rene Clair.
Perché la fotografia, quella infinitamente bella, oltrepassa tutte le retoriche; non abbisogna di parole. Mostra un soggetto, una realtà o una situazione attraverso dei simboli immediatamente leggibili. Non è detto che cambieremo qualcosa, è sicuro che lo mostreremo. In fondo un racconto non è una cronaca, la fotografia non può mai descrivere la realtà così per come essa appare, al massimo la restituisce così per come essa viene interpretata dal fotografo.
Se riusciremo ad aprire tante piccole finestre su tanti piccoli pezzi di mondo, già avremo innestato altrettanti gracili risvegli.

Le foto di reportage presso l'ass. Razzismo Stop sono di: Dario Antonini, Annalisa Bano, Alberto Cerantola, Marina Moretto e Barbara Pigatto.