Gogol Bordello Live Report

Sabato 14 Luglio - Sherwood Festival 2012

15 Luglio 2012

L’asfalto del parcheggio nord dello stadio Euganeo è ormai un’accozzaglia di ricordi. Ha assorbito lacrime e sudore, adottato i passi di centinaia di migliaia di persone, vissuto le provenienze di ciascuno di loro. Eugene Hutz lo attraversa con la calma naturale che lo contraddistingue da sempre, approdando nei divanetti della WebTV con un gioioso “Hurrà!”. E ritorna il sole.

E’ stata un’edizione spettacolare e fortunata, pregna di fervore e di grandi sorrisi, che culmina sugli scenari musicali dei Gogol Bordello. La ricchezza umana e culturale di questo gruppo non ha eguali, riesce a ricreare ogni volta uno spettacolo unico nel suo genere. La formula sta nell’unione di un grosso quantitativo di mondi: Ucraina (Eugene Hutz, voce e chitarra), Russia (Sergey Ryabtsev e Yuri Lemeshev rispettivamente: violino e fisarmonica), Isreale (Oren Kaplan, chitarra), Italia, Svezia e un poco di Trinidad e Tobago (Oliver Francis Charles, batteria), Etiopia (Thomas “Tommy T” Gobena, basso), Ecuador (Pedro Erazo, percussioni). Il palco si colora del loro bellissimo striscione, che racconta della storia di una ballerina, dal volto coperto, colta a danzare accanto ad una meravigliosa, lunghissima, parola: Revolution.

Di piccoli o enormi rivoluzioni ne sono avvenute molte in questa edizione estiva dello Sherwood. Oggi ogni pezzo di noi traspira malinconia. E non c’è il tempo per accorgesene: già nel tardo pomeriggio i nostri pensieri vengono travolti da un sound check colorito, un gustoso assaggio del concerto che verrà. E tra un abbraccio e un negroni è già calata la sera, il palco si accende, il pubblico scalpita.

Ogni volta, ad ogni loro concerto, l’aria si riempie di pacche danzereccie, e la scena arde della più genuina felicità. In questa notte, è nato un atto d’amore. Per la musica, per il mescolarsi di etnie, e per un mondo raddrizzabile. Mentre scuotiamo le nostre piccolezze o le nostre sudate corpulenze, tra bolle colorate e gonne con sonagli, veniamo travolti da un fantastico cambio d’arrangiamento di tutti i pezzi, eppure la folla non smette di cantare ogni singola parola di questa filastrocca multiculurale. Eugene placa il suo pubblico, alza l’indice con fare giocondo, s’inebria di vino e urla alla folla “revolution comes even from a single person, each of you could start a revolution”. E noi siamo pronti, a rovesciare tutto. A far tabula rasa e riscrivere il mondo, mettendoci all’indice l’umanità, tra i capitoli la più spinta passione, una cieca dedizione e un entusiasmo illimitato, e nel prologo la regola principale: innamorarsi, tutti i giorni. Tutti gli istanti.

Uno spettacolo entusiasmante, un incontro appassionato, due ore di balzi e gioia. Una giornata rara. Un mese che trascina con sé innumerevoli storie e racconti, tutti elettrizzanti.

Ad ogni fine, un inizio. Ad ogni respiro, un inevitabile cambiamento. Raccogliete le vostre vite normali, e seguite l’A4 fino a che non finisce tutto, di lì si estende un parco grandissimo che dà su un cielo enorme. Si chiama San Giuliano. Noi vi si aspetta al Sherwood Venice.

 
 

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