Sabato 29 settembre mobilitazione nazionale

Tra sei mesi chiudono gli OPG o riaprono i manicomi?

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Sabato 29 settembre

Giornata di mobilitazione nazionale contro gli OPG

Tra sei mesi chiudono gli OPG o riaprono i manicomi?


Continua la mobilitazione per chiudere definitivamente e senza trucchi gli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) e per fermare gli attacchi contro la legge Basaglia.

Lettera Aperta: Al Ministro della Salute, al Ministro della Giustizia, al Presidente della Conferenza delle
Regioni, ai Presidenti e agli Assessori regionali alla Salute, al Presidente Anci.

Ritardi o assenze di Governo e Regioni, tagli che colpiscono servizi ASL e Comuni, omissioni anche da
parte dei tecnici, rendono ancora incerto il processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e
sempre più rischiosi gli esiti della recente Legge 9 del 2012 (art.3 ter).
Gli attuali OPG devono (dovrebbero !) chiudere entro marzo 2013: ma l’attenzione sembra solo
concentrata sull’apertura delle strutture residenziali sanitarie "speciali”, molto simili agli ospedali
psichiatrici (“mini OPG”). Rischiamo di ritrovarci con numerosi piccoli manicomi regionali !
Mentre sappiamo che “evitare l’OPG” è possibile, sia per dimettere le persone internate che per fermare
nuovi internamenti: se la presa in carico dei servizi di salute mentale è precoce e globale, se c'e' un progetto
terapeutico-riabilitativo individuale che coinvolge la comunità locale, se esiste un coordinamento con la
magistratura, se si applicano le sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e 2004. E allora perché non
sono ancora stati assegnati alle Regioni e alle Asl/Dipartimenti di Salute Mentale i finanziamenti aggiuntivi
stanziati dalla legge per la chiusura degli OPG ? (23 milioni di euro nel 2012 e altri 55 milioni dal 2013).
Chiudere gli OPG significa fare buona assistenza nel territorio per la salute mentale, come dice la legge
180, e come è successo dove si è applicata. E NON strutture residenziali segreganti, farmaci come unica
risposta al bisogno di cura, o peggio: pratiche di contenzione meccanica e farmacologica, e perfino
elettroshock.

Perciò la mobilitazione "Stopopg" continua per:

- restituire cittadinanza e diritti alle 1.500 persone ancora rinchiuse negli OPG, dove si continua a soffrire e
a morire; e per evitare che cittadine e i cittadini, con l'attuale legislazione, debbano subire ancora una
"misura di sicurezza" invece che cure e assistenza.
- abolire gli istituti giuridici che fondano l'OPG, negando diritti e cittadinanza alla persona malata di mente
- affermare il valore della “legge Basaglia”, fondamentale per la democrazia e le libertà nel nostro Paese,
contro ogni tentativo di riportarci agli anni bui dei manicomi e della psichiatria come strumento di
repressione.
- la "presa in carico” delle persone e dei loro familiari, con Centri di salute mentale accoglienti, aperti h24,nei servizi comunitari territoriali, a domicilio, in residenze abilitative piccole, nell'inclusione lavorativa,
abitativa e sociale.

"La libertà è terapeutica"


Il comitato StopOPG

 
 
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