La ricca giornata che ha animato il salone di giustizia padovano si conclude con uno show che si fatica a descrivere: satira, denuncia politica, pura comicità, e molto altro all’interno della presentazione del duo che ha richiamato tutta la società padovana che ha risposto con un’affluenza decisamente importante: solo posti in piedi e centinaia di persone costrette a non entrare per motivi di sicurezza strutturale.
Si conclude con questo intervento sulla macchinosa burocrazia tutta italiana, ma non solo, una giornata dedicata ai vari aspetti della giustizia e della legalità, dalla facoltà del giornalista di dare al pubblico lo strumento per informarsi, alle infiltrazioni e mentalità mafiose per finire con una risata amara, ascoltando da Gian Antonio Stella e Paolo Rossi le assurdità partorite dai burocrati italici.
Un invito netto a prestare la dovuta attenzione e il dovuto peso alla comunicazione, alle parole che si usano per descrivere qualcosa, a non fare in termini incomprensibili ciò che può essere fatto con parole semplici e una profonda e inquietante riflessione al potere che deriva dall’essrre gli unici ad avere l’interpretazione autentica di una legge.
Nessuna proposta, nessun progetto, ma una lettera aperta al pubblico e magari a chi di dovere affinchè un giorno il potere delle leggi torni a difendere e non ad opprimere i cittadini di un paese.
Guarda l'intervista a Paolo Rossi
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