Domani sera a Marghera il concerto di arrivederci e poi il gruppo va in ritiro «Al lavoro tutti insieme, nella nostra casa di campagna isolata dal mondo»

Intervista a Max Casacci dei Subsonica

Ultimo live al Rivolta prima del nuovo disco

9 Novembre 2012

Articolo tratto da La Nuova Venezia del 9 Novembre 2012

MARGHERA

Appuntamento con i Subsonica, domani sera al Rivolta di Marghera. Ieri sera hanno suonato al Leoncavallo: quella di domani è l’ultima tappa della band prima del ritiro dalle scene per realizzare il nuovo album. Il chitarrista, compositore e produttore Max Casacci racconta.

Dopo il tour estivo e prima della pausa per il nuovo album, avete scelto due centri sociali per gli ultimi concerti.
«È un modo per stringere i rapporti con i luoghi del nostro passato. Ancora oggi c’è sintonia e vicinanza con determinate visioni e momenti di lotta che in alcuni centri sociali vengono portati avanti».

La scaletta del Rivolta, come quella della scorsa estate, sarà basata sul vostro primo disco che ha compiuto 15 anni?
«Pensiamo che il concerto dedicato ai 15 anni vada benissimo come scelta musicale. Sostanzialmente la scaletta non sarà molto diversa da quella dei tour estivi, magari con qualche piccola variazione».

Per il nuovo disco avete già materiale pronto?
«È tutto da scrivere. Penso che aspetteremo un po’ prima di cominciare a lavorarci perché gli ultimi due anni sono stati molto intensi tra le presentazioni degli album, quattro o cinque forme diverse di tour in luoghi e paesi anche diversi. Siamo appena tornati dagli Stati Uniti, ma la scorsa primavera siamo stati anche in Cina. Penso che un attimo di pausa ci voglia, dopo di che con calma cominceremo a scrivere le canzoni. Gli ultimi due concerti sono occasioni che abbiamo voluto aggiungere al tour di questa estate, un po’ come un ponte di passaggio verso un nuovo episodio che probabilmente ci riporterà a successioni soniche un po’ legate ai primi passi. Passerà un po’ di tempo prima di avere l’album nuovo pronto».

Vi isolerete ancora nella vostra casa di campagna per scrivere il nuovo album?
«Certo. Prima vivevamo tutto il giorno in funzione della musica, oggi, invece, ognuno di noi ha delle relazioni, dei figli e quindi una vita piena di piacevoli distrazioni. Andare in un posto lontano da casa è
utile, crea una sorta di ritiro perché altrimenti non riusciremmo a essere tutti concentrati nello stesso momento. E questo luogo ben si presta perché è una casa di campagna in una zona disabitata».

La crisi si respirerà, nel nuovo album?
«Si respirerà molta realtà, intesa come una riflessione sulla realtà politica e come intercettazione di stati d’animo diffusi. La realtà odierna è molto particolare perché da un lato c’è un malessere diffuso legato alla crisi e dall’altro c’è voglia di reagire. Il problema è che nessuno ci ha mai detto qualcosa di più sulla natura della crisi e del questo debito».

Avete mai pensato di incidere un disco in inglese per il mercato straniero?
«No, noi pensiamo che l’italiano sia una lingua perfettamente esportabile. Il mondo si sta allargando e sta entrando in crisi il dominio anglocentrico. Inoltre, c’è moltissima curiosità, più di quanta immaginiamo, nei confronti dell’Italia sia nei Paesi emergenti come la Cina, che negli Stati Uniti.
Dall’interno noi vediamo tutte le criticità di essere italiani, dall’esterno, invece, c’è grande aspettativa».

di Michele Bugliari

 
 

Tutte le informazioni sul concerto dei Subsonica al Rivolta

 
 
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