Mercury Rev Live Report

“Deserter’s Song” è un disco dei Mercury Rev uscito nel 1998 che i ragazzi di Buffalo hanno quindi voluto riproporre dopo quindi tredici anni ripubblicandolo con degli inediti e mettendo in piedi la tournèe che ha toccato anche Bologna ed in particolare l’Estragon.

Il concerto mancava solo di qualche emozione visiva che avrebbe dato ancora più gusto, eleganza e spettacolarità a questo evento. Ma è solo un piccolo aspetto trascurabile riguardo a quel turbinio magico che ci ha travolti durante i racconti fanciulleschi e surreali che trasportavano la realtà in un cassetto per chiuderlo a chiave e poi ci guardavano dritti in faccia sussurrandoci e realizzando il nostro sogno più agognato: ciascuno di noi ha il suo.

Brividi maestosi e disarmanti con l’arrivo di “Holes” che apre il disco e dà il LA anche al concerto ed è davvero facile restare abbagliati dal gruppo americano guidato dalla voce del folletto Jonathan Donahue, che sembrava completamente rapito dalla sue canzoni stupendosi quasi di cotanta bellezza assieme a noi. E con il corpo mimava gesti come quasi a librarsi. Il chitarrista e co-fondatore Grasshopper, pseudonimo di Sean Macliowiak, sembrava un ventenne dentro il corpo di un quarantenne. E i sorrisi del gruppo e del pubblico erano la riprova del momento prezioso.

Le tastiere messe in fondo, accanto alla batteria, hanno rubato a tutti, anche a chi come me era in prima fila, la possibilità di vedere i gesti delle mani. Così come l’effettistica accanto alla batteria ma dall’altra parte. Non so per quale motivo ma ai concerti mi piacerebbe gustarmi anche il tocco del musicista che si poggia sullo strumento e non credo di essere l’unica. Il cantante ha un carisma incredibile e le sue peregrinazioni all’interno del disco, tra la trasognante “Endlessly”, la ricca e armoniosamente magnifica “Opus 40” e i giochi musicali fanciulleschi e dolcissimi di “Tonite it Shows”e i brevi momenti strumentali, ci riportano ai loro tempi migliori ma ci fanno rendere conto quanto quel disco funzioni bene anche nel 2011.

Francesca Ognibene