CineIndie - La quarta serata

Martedì 27 Novembre 2012 - Cinema MultiAstra

4 Dicembre 2012

CineIndie - La quarta serata

La quarta e ultima serata della prima parte della rassegna CineIndie - videoclip, corti e film documentari rigorosamente indipendenti - si è tenuta martedì 27 novembre ancora al MuiltiAstra di Padova. In attesa di riprendere nel mese di febbraio e successivamente riproporre le opere selezionate dal pubblico per un concorso da organizzarsi in primavera, questi i lavori presentati.

Villanelle for your timevideo di Nicola Cattani

L’autore, dopo avere ultimamente lavorato come direttore della fotografia, torna alla regia dopo dieci anni. Allievo di Bellocchio rimanda al brano quasi omonimo di Leonard Cohen per un lavoro “necessario e urgente” dedicato al fratello Enrico. Una sorta di terapia, di caccia che si conclude con la salvezza della preda. Un piccolo grande aiuto da un fratello che è quasi un doppio, uno stimolo teneramente violento ad uscire dalla tana, a rimettersi in gioco: non bisogna restare prigionieri di se stessi, ma confrontarsi con il proprio dolore per riuscire a rialzarsi. Immagini “sporche” dai boschi del Trentino e un padre nobile come il poeta canadese.

Punto di vistacortometraggio di Michele Banzato

Girando a bassissimo costo Banzato, formatosi nel gruppo Ipotesi Cinema coordinato da Ermanno Olmi, già assistente alla regia di autori affermati quali Massaro, De Seta, Campiotti e Mereu, ci provoca con una bella studentessa che, durante un esame di giurisprudenza e pur essendo molto preparata, cerca sempre più sfacciatamente di sedurre il suo esaminatore. Che appare subire, anche se è imbarazzato e cerca di distogliere lo sguardo. Ma le cose non sono sempre come sembrano. Veloce e compatto, molto azzeccato nella scelta dei protagonisti, incardinato in un solido campo e controcampo, è un lavoro sottile sulle psicologie, i gesti, gli sguardi, le parole quello che ci separa da un finale niente affatto scontato. Pluripremiato, il video è stato finalista ai Nastri d’Argento 2006.

Nozze d’agostofilm documentario di Andrea Parena

Il regista Mauro, il dj Max, il musicista Nico, il programmista Roby e il giovane Michelangelo sono i protagonisti di questa opera prima, presentata alle Giornate degli Autori della 69ma Mostra del Cinema di Venezia. Formano assieme un gruppo eterogeneo di professionisti delle feste di matrimonio che si muove tra Molfetta e i suoi dintorni. Si avvalgono dell’unica piccola sala cinematografica del paese, il cinema Odeon, dove ricreano una piccola Hollywood mediterranea e proiettano i filmini dei matrimoni. Questo modesto business costituisce il pretesto per raccontare un piccolo mondo di provincia, lontano per coordinate geografiche e culturali, in cui gli autori si sono lanciati senza paracadute. Un racconto buffo e sorprendente, connotato da repentini cambi di passo e di luminosità, attraverso il quale non si vuole dimostrare alcuna tesi. Risultato di numerosi viaggi per entrare in relazione con i protagonisti e di un vero e proprio patto con loro sottoscritto per governare la lavorazione. Questi professionisti della festa, che rimandano ai Vitelloni di Fellini, parlano di cinema popolare, di atmosfere fuori moda, della realtà e dei suoi paradossi, nello sforzo di restituire allo spettatore l’alchimia dell’incontro tra chi filma e chi viene filmato. Dalla determinazione a mostrare ciò cui l’occhio non sempre riesce ad andare escono fuori, alternati a congiunture esilaranti, momenti di solitudine e malinconia. Piccoli ritratti di vita quotidiana alternati a quella sorta di fiction che sono spesso le feste di matrimonio e i book fotografici degli sposi. Prima che la ricorrenza di Santa Maria dei Martiri, con le barche che portano la Madonna in mare, faccia calare il sipario anche su quest’ultima estate.

Assenti i critici ufficiali è tornato “Don Luigi Ghinazzi”, prete questa volta in versione decisamente rock, che accompagnandosi alla chitarra elettrica ha cantato “C’è poco dio”. I sospetti che l’identità sia la stessa del regista iraniano e del collega figlio dei figli dei fiori hanno portato a scoprire che si chiama effettivamente Luigi. Per il momento non è dato sapere di più. Bisogna necessariamente seguire la seconda parte della rassegna quando riprenderà a febbraio. Buona visione.

 
 

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