Blitz della polizia ed arresti per gli scontri a Padova del 14 Novembre 2012

Liberi tutt@ - In continuo aggiornamento

7 Gennaio 2013

Padova 7 gennaio ore 7.30: è in corso un'operazione di polizia con perquisizioni e misure cautelari per la giornata europea di sciopero del 14 novembre. Finora si sa di 4 perquisizioni con notifica di arresti domiciliari e obblighi di firma.

Il 14 novembre 2012, anche a Padova, come in tutta Europa, in migliaia studenti, precari, lavoratori erano scesi in piazza e dopo un lungo corteo per la libertà di movimento, la polizia aveva caricato i manifestanti nel piazzale della stazione.

Aggiornamento:

Ore 10.30 - E' confermato che sono state effettuate 4 perquisizioni e sono stati notificati 2 arresti domiciliari e 2 obblighi di firma oltre a risultare denunciate altre 5 persone.

Le accuse riguardano i fatti del 14 novembre 2012 (ovvero la giornata di mobilitazione europea) e sono quelle di interruzione di pubblico servizio, resistenza aggravata a pubblico ufficiale e lesioni in concorso. L'operazione è firmata dal PM Matteo Stuccilli.


Comunicato del CSO Pedro

PADOVA LIBER@ TUTTI, LIBERI SUBITO!

Questa mattina la Questura di Padova ha notificato a quattro attivisti, dopo averne perquisito le abitazioni, gravi misure di restrizione della libertà personale. Le imputazioni sono legate alla giornata di iniziative europee del 14 novembre a Padova.

Ci ricordiamo a tutti cosa ha significato quella giornata:
nell'ambito di una vastissima mobilitazione di sciopero europeo, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in centinaia di città, in Italia ed in Europa. Anche a Padova oltre 5000 studenti e precari si sono riconquistati il diritto di lottare per il proprio futuro, andando oltre i confini del percorso previsto e bloccando tutta la città fino ad arrivare in stazione, gioiosi e determinati. Proprio nel piazzale delle FS il corteo, come è avvenuto in tantissime città d'Italia dove è stata ampiamente documentata la violenza delle Forze dell'Ordine, è stato brutalmente caricato dagli agenti in tenuta antisommossa quando ha deciso, in maniera condivisa e collettiva, di avvicinarsi agli ingressi della Stazione. Nonostante la violenza della celere tutti gli studenti sono ripartiti per le strade continuando la manifestazione. Tutto si è svolto alla luce del sole.
Già dall'alba i lavoratori delle cooperative avevano iniziato a bloccare la zona industriale, mentre durante il corteo studentesco migliaia tra studenti medi e universitari, lavoratori, migranti e precari, hanno affermato il loro rifiuto delle logiche dell'austerity e dei sacrifici come soluzione ad una crisi che nessuno di noi ha causato.

Il ciclo straordinario di occupazioni nelle scuole che da quella giornata è scaturito, così come le altre giornate di mobilitazioni successive, racconta il carattere costituente di alternativa che le pratiche del 14 novembre, condivise da tutto il corteo, hanno rappresentato.

Ci ricordiamo anche la criminalizzazione che nei giorni successivi ha occupato il dibattito politico cittadino, dove i soliti settantenni nostalgici degli anni '70 (quelli si sono sempre gli stessi) hanno dato libero sfogo all'ormai trito repertorio di accuse e teoremi. Il modo migliore di sottrarsi al confronto con la realtà di quella giornata, che ha parlato invece del protagonismo di un'intera generazione che vuole conquistarsi un futuro degno.

Stiamo parlando di chi, con la criminalizzazione dei movimenti, cerca di nascondere la sua incapacità di trovare soluzioni concrete ai problemi che ci troviamo oggi ad affrontare: loro grigi e proni all'austerity, noi sempre più liberi e pensanti.

Se credono di spaventarci così, si sbagliano di grosso!

Appuntamento domani,
martedì 8 gennaio alle 12.30 in stazione,
per una conferenza stampa

in cui faremo chiarezza sulle menzogne relative al 14 novembre e per lanciare le prossime mobilitazioni.

Finché Zeno ed Enrico non saranno liberati e finché tutte le misure non saranno ritirate non ci fermeremo.

Non ci avrete mai come volete voi!

Cso Pedro

Dalle scuole alla città... liber* tutt* subito!

Questa mattina, lunedì 7 gennaio, la polizia si è presentata e ha perquisito le case di quattro attivisti accusati di violenze durante il corteo della manifestazione del 14 novembre, altri cinque sono indagati.

E' stata la manifestazione più grande e partecipata di un autunno intensissimo che ha visto gli studenti di tutta Italia mobilitarsi per il proprio futuro. Quel giorno, nella data di sciopero europeo contro le politiche di austerità, eravamo migliaia a manifestare per le vie del centro: studenti, professori, universitari, disoccupati, lavoratori, precari e migranti, tutti uniti per costruire un'alternativa al modello economico della crisi.
In migliaia non ci siamo accontentati del percorso imposto al corteo e abbiamo scelto, tutti insieme, di proseguire, sfidando i blocchi e le zone rosse imposti da chi ritiene che la protesta di una generazione precaria sia solo un problema di ordine pubblico.
Arrivato in stazione il corteo era determinato a continuare i blocchi e nel momento in cui ha tentato di avvicinarsi al piazzale abbiamo assistito all' immediata reazione della polizia, che ha violentemente caricato i manifestanti senza freno e controllo, come del resto abbiamo visto accadere in troppe città d'Italia quel giorno.

Oggi quattro dei manifestanti sono stati prelevati all'alba dalle loro abitazioni e portati in questura, dove sono stati notificati arresti domiciliari e obbligo di firme cautelari in quanto "organizzatori" delle violenze.

Il 14 Novembre in piazza ed in stazione c'eravamo tutti e tutti insieme, determinati, abbiamo scelto di riprenderci il diritto di far sentire la nostra voce e di continuare a denunciare le profonde lacune nel sistema scolastico italiano che non ci danno la formazione adeguata per sperare in un futuro dignitoso nel mondo del lavoro.
Siamo gli studenti che da sempre lottano per la propria scuola, per il proprio futuro e per quello di chi vive attorno a noi: per questo riteniamo inaccettabile tale operazione che altro non è se non un tentativo di intimidire un movimento che negli ultimi mesi ha dimostrato la propria forza e determinazione.

Abbiamo manifestato in piazza numerose volte, abbiamo occupato decine di scuole per dimostrare quanto sia importante un cambiamento.
Chiediamo a nome di tutti gli studenti che si sono mobilitati negli scorsi mesi l'immediata revoca di queste misure cautelari e l'apertura di un dibattito costruttivo sulle problematiche che ci hanno portati in piazza perchè la risposta non può e non deve essere questo ridicolo tentativo di repressione della polizia, derivato da una politica cittadina ottusa, che chiude gli occhi di fronte al dissenso.

Per questi motivi nei prossimi giorni parteciperemo e saremo tra i protagonisti di tutte le mobilitazioni contro la vergognosa operazione di questa mattina, che saranno lanciate nella conferenza stampa di domani, martedì 8 gennaio alle ore 12.30 in Stazione FFSS, luogo simbolico in cui il 14 Novembre qualcuno ha tentato di chiudere la bocca a chi invece vuole continuare ad urlare.

Coordinamento Studenti Medi Padova

Da Napoli: libertà per i compagi del Pedro!

Apprendiamo con rabbia dell'operazione di ps che alle prime luci dell'alba è scattata contro i nostri compagni di Padova con arresti domiciliari e perquisizioni.

La Procura e la Questura di Padova hanno messo agli arresti domiciliari due compagni del CSO Pedro ed hanno costretti altri due all'obbligo di firma quotidiano.

I reati contestati sono quelli che riguardano la straordinaria mobilitazione del 14 novembre scorso che vide il protagonismo di migliaia di studenti ed attivisti in tutto il paese ed anche a Padova. Una settimana di mobilitazione che si aprì con la cacciata del ministro Fornero da Napoli durate in occasione del vertice italo-tedesco e proseguì con le mobilitazioni in tutto il paese fino allo sciopero europeo del 14 novembre, primo grande esperimento – riuscito – di mobilitazione europea reale.

Oggi per la giornata di lotta di Padova giudici e poliziotti chiedono di pagare il conto a Zuzzu, Zeno, Mattia e Zenzi, quattro nostri fratelli a cui oggi viene ristretta la libertà.
Siamo nati per rompere i recinti e non per rimanerci chiusi dentro.

Rompere il recinto delle politiche di ausetrità dettate dalla troika e dal Fondo Monetario Internazionale. Rompere il recinto di un teatrino della politica intendo a programmare la continuità delle politiche di rigore con o senza Monti.

Rompere anche quel processo continuo di criminalizzazione e repressione delle lotte sociali che stanno mettendo in campo in tutto il paese.

Siamo vicini ai nostri compagni colpiti dalle restrizioni delle libertà, a tutti i compagni e compagne del CSO Pedro di Padova. Pronti a mobilitarci per la liberazione immediata dei nostri fratelli.

Laboratorio Occupato Insurgencia
D.A.D.A.
Laboratorio Mezzocannone 12
Auditorium Occupato Carla e Valerio Verbano
Rete Commons

Comunicato di solidarietà da Trieste

Il 14 novembre eravamo in piazza, a Trieste come a Padova e come in moltissime città italiane ed europee. Era una giornata di sciopero generale europeo ed nelle strade eravamo in tanti, studenti, operai, insegnanti, disoccupati, precari. Quei tanti che sono le prime vittime di una crisi che non hanno causato, quei tanti che continuano a lottare
contro l’austerity e che vogliono, pretendono un futuro possibile, bello, libero e degno. Quel giorno si è ripetuta nelle strade – e la vediamo ripetersi oggi - una storia vecchia e già vista, ma non per questo meno orribile e pericolosa: il tentativo di reprimere i movimenti attraverso una violenza da parte delle Forze dell’Ordine del tutto spropositata e attraverso operazioni di repressione come quella che abbiamo visto compiersi oggi a Padova nei confronti dei nostri compagni.

E allora ci ritroviamo ancora una volta a dire che questo è solo l’ennesimo tentativo di criminalizzare chi lotta per un futuro migliore, chi ci crede e vuole realizzarlo, assieme, ogni giorno, nelle strade come negli spazi sociali e nelle scuole. E’ un tentativo che già conosciamo, e che non ci spaventa. Dà solo conferma alla nostra forza, alla nostra libertà e alla nostra consapevolezza di avere ragione. Le loro gabbie non ci spaventano né ci fermano, sono solo specchi del loro essere servi dell’austerity, e della loro paura di chi è libero e pensante.

Gridiamo forte tutta la nostra solidarietà e fratellanza a Enrico e Zeno, ai compagni sottoposti al vincolo di firma e a tutti i compagni denunciati.

Non ci avrete mai come volete voi!

Casa delle Culture Trieste



 
 

Altre informazioni utili su:

www.globalproject.info

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