Big Boi - Vicious Lies and Dangerous Rumors

Che Big Boi non fosse semplicemente “l'altro” o “quello grosso” degli OutKast era chiaro già da tempo, ben prima del suo esordio solista del 2010, Sir Lucious Left Foot: The Son of Chico Dusty.
D'altronde, per potersi liberare dell'ombra dell'esuberante André 3000 (quello magro degli OutKast) bisogna essere bravi davvero, e non c'è dubbio che Big Boi lo sia. Ricercatissimo e ambito come rapper e produttore, tra una collaborazione e l'altra ha trovato il tempo per pubblicare un secondo album solista, Vicious Lies and Dangerous Rumors.
E gli piacciono i titoli lunghi, anche questo è evidente.

Come la coloratissima copertina, che sembra svelare le molteplici sfumature di Big Boi come artista, così il disco ci racconta che l'hip hop è un fiume in continua trasformazione, che riempie insenature, mescola le sue correnti e spesso esce dagli argini.

Se The Thickets ci riporta all'hip hop sintetico e dall'anima soul degli anni Ottanta, con il ritornello cantato da Sleepy Brown, arriva subito Apple Of My Eye ad alzare il ritmo con un andamento funk trascinante (nel mood ricorda Tightrope, il brano killer realizzato insieme a Janelle Monàe un paio d'anni fa).
Poi si passa dal rap “cattivo” alle contaminazioni pop, dall'R&B alle ultime tendenze electro, mentre Big Boi ci dimostra traccia dopo traccia di essere un artista versatile e un vorace divoratore di musica di ogni genere.

Insieme al suo rap espressivo e incalzante, nel disco troviamo una lunga serie di ospiti più che speciali, come Kelly Rowland, Little Dragon, Phantogram, Kid Cudi, T.I., Ludacris, Killer Mike, A$AP Rocky, B.o.B., Wavves, Big K.R.I.T., Theophilus London e altri ancora.
Anche per mettere nello stesso disco tutti questi nomi devi essere bravo.

Fra gli episodi più riusciti dell'album, insieme al già citato Apple Of My Eye, ci sono Lines (con A$AP Rocky e Phantogram) e Shoes For Running (con B.o.B. e Wavves).

Consigliato per chi ha un'anima black aperta anche ad altri colori.