Spargere il sale di Gianluca Morozzi

L’ultima pubblicazione del prolifico Morozzi edita da Fernandel

28 Marzo 2011

di Barbara Barbieri

Quando attacca quel motivetto che fa "Duuu, duddu duddu duuu" siete già fregati.

Meno di un giorno e dovrete già pensare al prossimo libro da acquistare. E’ sempre così con Gianluca Morozzi… mesi a bramare la sua ultima uscita e poi rieccoci catapultati alla noia di sempre, al solito niente. Tutto incluso nel pacchetto. Incasso il colpo anche ’sto giro.

Spargere il sale, edito da Fernandel, è una raccolta di racconti più o meno brevi sulle strane cose che ti possono capitare nella vita: come ritrovarsi a organizzare il trasloco della tua ex fidanzata e il suo nuovo ex uomo, come ottenere (o non ottenere) un finanziamento se di mestiere fai lo scrittore, come essere fermati dalla polizia nel cuore della notte per spiegare spiegabilissimi episodi della propria adolescenza o ancora come finire per essere una vera band maledetta (a suon di bis&ter). Ah, poi ci sono anche gli alieni, quelli di “Colui che gli dei vogliono distruggere”, ma quella è un’altra storia.

Spargere il sale comincia con la storia di Elena, o meglio con la storia del protagonista con Elena. Storia che, a voler essere precisi, si suddivide a sua volta in due fasi: Elena 1.0 e Elena 2.0. Perché se di norma le fasi sarebbero state semplicemente la “pre-elenica” e l’“elenica”, quando le cose si complicano, si sa, capita di aver bisogno pure di fasi intermedie, di qualche “interregno”. Periodo durante il quale non si sa proprio niente l’uno dell’altra e alla fine, quando ci si ritrova, va sempre più o meno così:

“Quando entro in casa, la prima cosa che dico è Allora adesso ti piacciono, i Pink Floyd? Lei mi guarda storto, dice Cosa? Eh, dico io, Stai ascoltando The wall, voglio dire, quando stavamo insieme ti facevano schifo i Pink Floyd e adesso sei qua che ascolti The wall, voglio dire, evidentemente in tutta quella parte del tuo vissuto di cui non so niente c’è stata anche, come definirla?, un’accumulazione musicale di cui riconosco a Gelmo un certo merito, voglio dire, eh, evidentemente è stato più bravo di me a farti innamorare dei Pink Floyd, se adesso sei qui che ti ascolti The wall. Lei mi guarda fisso per cinque secondi, poi dice Deficiente, sto ascoltando la radio."

Morozzi ha uno stile diretto, semplice, direi anche musicale, non ha bisogno di parlare di fisica, chimica, astronomia o quant’altro per essere intelligente. Non necessita di “particelle elementari” per potersi confermare un autentico scrittore. E poi lui è come il tuo migliore amico quando ti racconta la sua ultima batosta e a te viene da ridere ma sai che non puoi farlo a voce alta - che magari sei in aula studio e mica ti guardano bene gli altri se ridi mentre stai leggendo un libro!
Nei suoi romanzi ci troverai tanta Bologna, tanta musica e le paranoie di cui pensavi avere il copyright.

 
 
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