Impressioni. O della terapia.

Recensione a Therapy di Who Kill the Bassman

9 Gennaio 2013

Il fatto che la luce abbia una doppia natura, ondulatoria e corpuscolare, ci mette in crisi. E' ancora possibile una teoria dei colori? Ci chiediamo, oppure, qual è il gradiente di realtà delle immagini?

A complicare ulteriormente l'orizzonte ci si mettono certi suoni - quindi moti ondulatori, che sembrano pensati per veicolare delle immagini e quindi per produrre determinati effetti di realtà su chi ascolta. Se come disse Jung: “reale è ciò che fa agire”, essi sono reali nel senso che fanno re-agire: dipingono un panorama del nostro nord-est dove le fabbriche si frantumano e diventano polvere noir, le particelle di amianto si sublimano non in tumore ai polmoni, ma in risata garbata verso un'ossessione, qualunque essa sia.

Poi non dimentichiamo che ossesso è termine palindromo e viene continuamente rimbalzato, come una voce tra violino e chitarra acustica.

Queste le impressioni (ondulatorie e corpuscolari?) all'ascolto di Therapy Ep, lavoro d'esordio dei Who Killed the Bassman?, trio davvero interessante composto da Luca Cadel (chitarra, voce, synth), Chiara Coletti (violino, synth, piano) e Manuel Calesso (diavolerie elettroniche), proveniente dalla provincia di Treviso, ma abitatori di un eclettismo e di una volontà di rompere confini che li porta da una Bristol rarefatta a grigia e al sipario porpora di una teatro classico shakesperiano. Tutto in un solerte equilibrio di forze e suoni, con un cantato che a volte ricorda un sussurro in una lingua diversa dalle altre, altre si impone nella chiarezza di un italiano che segue inesorabile il sentiero aperto dalla chitarra acustica e dal violino.

Una premessa notevole a un lavoro più completo in uscita per la prossima primavera- ma su fondamenta salde, ancorché suscettibili di ulteriori contaminazioni.

 
 

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Who killed the bassman su FB

 
 
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