Chi toca more - resoconto musicale di 20 anni di leghismo

Il nuovo video e singolo dei Radiofiera

11 Ottobre 2013

di Davide Giacometti, ZTL Wake Up

Visto e ascoltato 5 mesi fa, prima della caduta leghista al governo cittadino di Treviso, il nuovo video e singolo dei RadiofieraChi toca muore” assume i contorni di un grido di rabbia e di speranza per un cambiamento tanto distante quanto necessario in quei giorni.

Testo di Ricky Bizarro, storico leader della band trevigiana, soggetto e regia di Mirko Artuso, solo qualche settimana fa al festival di Venezia come attore in "Piccola Patria". Insieme a loro tanti esponenti dell'arte e della cultura trevigiana ( Beppe Mora, Bologna Violenta, Giorgio Canali, Davide Vettori), accorsi a sostenere e ad ampliare l'energia di cambiamento.

Protagonisti, nel video come in città, i ragazzi del Collettivo ZTL Wake Up, movimento capace di scuotere le fondamenta di un territorio annichilito dalla gestione feudale della Lega, capaci di vincere le tenebre padane per gridare la sveglia a tutta la città.

Il testo, cantato in dialetto trevigiano, racconta della provincia locomotiva d'Italia abbandonata alle sue paure, incapace di accettare le proprie debolezze (Non dire "ho fame!". Non dirlo qui. Non dire "Ho freddo!" e neppure che non ce la farai.), parla di panchine segate (tolte nel '97 e non ancora rimesse dalla giunta Manildo, nonostante i proclami da campagna elettorale) e muri innalzati a nascondere tutto quello che è diverso (Non voglio più muri, né porte chiuse Né musi da mona e nemmeno panchine segate), ma soprattutto grida il bisogno di voltare pagina.

Due generazioni scese in campo per la propria città, a cui se ne aggiunge una terza, la più vecchia, rappresentata dal presidente trevigiano dell'ANPI Umberto Lorenzoni, che conclude il video leggendo un estratto dagli "Scritti Corsari" di Pier Paolo Pasolini, per ricordarci che ".. l'Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto si muove per restare com'è .." e che siamo "un paese senza memoria, che equivale a dire senza storia".

Un monito finale che ricorda a tutti di non smettere di lottare, di continuare a vigilare anche ora, a 4 mesi dalla caduta del feudo leghista.

Il testo

CHI TOCCA MUORE!
Non dire "ho fame!". Non dirlo qui.
Non dire "Ho freddo!" e neppure che non ce la farai.
Non hai lavoro? Non guadagni denaro?
Tornatene a casa tua assieme ai tuoi fratelli.
Qui chi tocca muore e lo sa!
Non dire mai "basta!", non farlo mai
Da queste parti chi comanda non guarda mai l'orologio
Brucia i tuoi libri, non ti serviranno più
E il nostro Dio forse ti perdonerà
Qui chi tocca muore e lo sa!
Ma un mattino mi sono svegliato
E ho sentito in lontananza tamburi e gente cantare
E' un'onda di ragazzi che è arrivata in città
Un'onda che cresce e che non si fermerà
"Oh partigiani portatemi via
Che qui mi prende la malinconia"
Non voglio più muri, né porte chiuse
Né musi da mona e nemmeno panchine segate.
Da queste parti chi tocca muore, si sa!

 
 

Links utili:
www.radiofiera.it

 
 

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