Dell'editoria italiana della crisi e altro

Report del ciclo "I mestieri del libro" - Fiera delle parole 2013

17 Ottobre 2013

Nell’ambito della Fiera delle Parole 2013, che si è svolta come di consueto a Padova dall’8 al 13 ottobre, il Progetto Giovani - Padova ha organizzato un mini-ciclo di incontri dedicato ai "Mestieri del libro": mercoledì 9 ottobre la Sala dei Giganti di Palazzo Liviano ha visto dialogare Marco Di Marco, editor della casa editrice Marsilio, ed Isabella Ferretti, editrice insieme a Tommaso Cenci della giovane 66thand2nd; venerdì 11, nella sala Palladin di palazzo Moroni si è svolto l’incontro con Jacopo De Michelis (responsabile della narrativa italiana per Marsilio), Manuel Orazi (responsabile comunicazione di Quodlibet), e Chiara Di Domenico (ufficio stampa della neonata casa editrice L’Orma); sabato 12, infine, al Centro Culturale San Gaetano è stata la volta del dibattito su “Lettori e critici ai tempi di Wordpress”, con lo scrittore e coach letterario Mattia Signorini, Alberto Bullado (conaltrimezzi, Scuola Twain), Marco Pollichieni di 20lines e Anna Mioni dell’agenzia letteraria AC².

Nel complesso, e al netto dell’orientamento più nettamente “professionalizzante” dei primi due dibattiti dedicati a specifiche figure professionali della filiera libraria, gli incontri hanno offerto un panorama aggiornato e realistico sull’editoria italiana nella crisi. I dati infatti parlano chiaro: dopo anni in cui il mercato editoriale italiano, a causa della congiuntura economica, è stato caratterizzato da una flessione continua delle vendite, si è avuto un ulteriore tracollo piuttosto improvviso che ha portato a un calo del 5% del fatturato negli ultimi sei mesi. Se a questi dati si aggiunge che il mondo del libro in Italia è già di base caratterizzato da un volume d’affari di varie volte inferiore a quello di Francia o Germania (il rapporto dell’Associazione Italiana Editori presentato quest’anno alla Buchmesse di Francoforte mostra che i lettori in Italia sono ancora solo il 46% della popolazione), i dati non sono certo confortanti. Ma al di là dei numeri, sono tante le domande che oggi si fa chi nel mondo editoriale lavora, o vorrebbe farlo: esploderà definitivamente anche in Italia il mercato degli ebook, per ora fermo a percentuali da prefisso telefonico? Come cambierà il mondo editoriale il fenomeno del self-publishing? Che influenza ha il web 2.0 su scrittori, lettori e critici?

La crisi conclamata del libro minaccia soprattutto i piccoli editori, in molti casi costretti a cedere quote ai grossi gruppi editoriali (quattro dei quali, ovvero Mondadori, RCS, Gems e Feltrinelli, controllano oltre il 70% del mercato), soprattutto perché questi ultimi - caso pressoché unico in Europa -, controllano anche le maggiori catene di distribuzione e di librerie del Paese. E tuttavia, mentre la grande editoria sembra caratterizzata solo dall’inseguimento del mega-seller, non importa se si tratta di un libro di cucina o dell'opera di un non-scrittore, e, pur pubblicando tantissimo, investe esclusivamente sui propri titoli di punta, al massimo due o tre per stagione, è forse dall’editoria indipendente che è possibile trarre qualche lezione: chi va bene e riesce ad espandersi in questa fase (fra le case editrici rappresentate negli incontri, 66thand2nd e la marchigiana Quodlibet), lo fa perché ha un progetto editoriale forte, caratterizzato da riconoscibilità e cura del dettaglio. In questo quadro si inseriscono le numerosissime iniziative indipendenti sparse per la pensiola, come festival e fiere, che danno letteralmente ossigeno ad un mondo mainstream sempre più asfittico.

Non ci vuole molto a capire che il web, in particolare il web 2.0, ha cambiato radicalmente il mondo editoriale, anche italiano: è stato già Giulio Mozzi con Vibrisse a sperimentare lo scouting letterario via Internet, e oggi basta pensare a progetti molto diversi come quello di Scrittura Industriale Collettiva o della start-up letteraria 20lines per capire che il web sta cambiando non solo le forme della distribuzione e della fruizione libraria, ma anche le regole del linguaggio letterario.

Anche la perdita di autorevolezza dei giornali cartacei, le cui recensioni sono notoriamente pilotate e talvolta foraggiate dai grossi gruppi editoriali di cui sopra, è ormai conclamata e va letta insieme al crescente ruolo di Internet come orientamento del mercato e degli interessi dei lettori. Si è calcolato che una recensione sul Corriere della Sera, che fino a dieci anni fa faceva vendere 1000 copie, oggi muove forse 100 copie: si tratta di smottamenti significativi che vengono osservati attentamente dagli editori, se anche un colosso come Mondadori, per la prima volta, ha organizzato un’intera campagna di lancio pubblicitario (quella per Le affinità alchemiche della giovanissima Gaia Coltorti) quasi interamente su Instagram. È in questo quadro che si apre lo spazio per blog letterari come Nazione indiana, Le parole e le cose, o anche il padovano Conaltrimezzi: se infatti il mito internettiano dell’orizzontalità assoluta sembra mal adattarsi al mondo letterario ed è paradossalmente più suscettibile di incorrere nelle falle di sistema sempre in agguato (si pensi alle recensioni prezzolate scoperte su amazon.com o Anobii), alcuni blog letterari sono diventati veri e propri trendsetter e possono aspirare all’autorevolezza una volta detenuta dalla carta stampata, e in più ad una più spiccata autonomia da ricatti e pressioni da parte del mercato editoriale.

Tutto il panorama dell’editoria italiana nella crisi, mosso e frastagliato, è insomma da osservare attentamente, specie per chi ha occhi e cuore attenti all’indipendenza e considera un valore la bibliodiversità.

 
 

Links utili:
www.lafieradelleparole.it

 
 
loading... loading...