In fondo alla speranza, Jacopo Frey e Nicola Gobbi

Comma 22, 2013

12 Dicembre 2013

La storia inizia là dove finisce. Sotto l’albero di albicocco dove, quel 3 luglio del ’95, Alex Langer decise di farla finita. “I pesi - scriverà nell’ultima lettera - mi sono diventati davvero insostenibili”. Proprio le lettere sono le vere protagoniste del racconto a fumetti - o, per dirla all’americana, graphic novel - scritto da Jacopo Frey e disegnato da Nicola Gobbi, intitolato “In fondo alla speranza” per l’editore Comma 22. Quelle lettere che l’ambientalista e fondatore dei verdi italiani trasportava nelle sua borsa in luoghi devastati dalla guerra. Lettere di profughi, di assediati, di combattenti, di morti, di assassini, di gente in fuga. Lettere alle quali Langer  continuava ad affidare la speranza di un dialogo impossibile.

In tutto il volume, Frey e Gobbi non fanno nessun accenno alla guerra dei Balcani anche se possiamo dare per scontato che la storia che si dipana attorno a questo personaggio metà reale e metà immaginato di Alex Langer si svolga proprio tra Sarajevo, riconoscibile dal tunnel attraverso il quale i suoi cittadini riuscivano a superare le linee serbo bosniache, e i villaggi in macerie della Bosnia Erzegovina. “In fondo alla speranza” non è una biografia e nemmeno prova ad esserlo. Gli autori si sono avvicinati ad Alex Langer e all’ultima tragica stagione della sua vita, con ammirabile rispetto e delicatezza. Non a caso il sottotitolo del libro è “Ipotesi su Alex Langer”. Attraverso la lettura dei suoi scritti e i racconti e le testimonianze di quanti hanno conosciuto Langer, i due giovani fumettisti esordienti - che con quest’opera si sono meritati il premio Komikazen per il fumetto di realtà - ci hanno  i restituito un Alex Langer credibile, sia pure inserito in una vicenda di fantasia. Un Alex Langer che porta nella sua sacca, sempre più pesante, pacchi di lettere e sulle sue spalle i dubbi e le incomprensioni di un arcipelago pacifista in cui si riconosceva ma del quale riconosceva anche i limiti, adagiato su una sorta di “tifo sportivo” se non addirittura di colpevole neutralità, incapace di proporre concrete soluzioni alla guerra.

Il montaggio cinematografico delle tavole a fumetti e i tratti realistici della matita di Nicola Gobbi (tutto avrei detto meno che questo autore è un esordiente!) lasciano spazio, man mano che la storia scorre, alle irreali e drammatiche visioni di morte del protagonista, e ci regalano una atmosfera autunnale e pesante dove sembra che la neve debba cadere da un momento all’altro. Ma invece della neve, nelle ultime tavole del racconto, vedremo cadere solo le lettere che Alex portava nella sua sacca. Sino a quell’ultima tragica ed inevitabile lettera con destinatario “Alex Langer” che ancora mancava all’appello. “Non siate tristi e continuate in ciò che è giusto”.

La storia inizia là dove finisce. Sotto l’albero di albicocco, a pochi passi da un pozzo. Chiusa l’ultima pagina, il lettore rimane là  a fissare commosso il vuoto, ed a domandarsi se, nel fondo di quel pozzo, si possa trovare ancora una speranza.

 
 

In fondo alla speranza
Ipotesi su Alex Langer
Jacopo Frey, Nicola Gobbi
17x24
72 pp. b/n
Comma 22

Links utili:

- Scheda del libro sul sito dell'editore

 
 

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