D.I.E.U. - Radiosystempunkt e Luca Tambasco

E’ difficile riassumere efficacemente il concept che sta alla base di D.I.E.U., libro autoprodotto, dal contenuto graficamente e stilisticamente pregevole, a basso impatto ambientale. Non c’è molto da dire di un’opera che va vista e assaporata, che dalla licenza di distribuzione (Creative Commons) fino alla realizzazione su carta riciclata e inchiostri vegetali (Eco offset) esprime una prospettiva unitaria di intenti, una visione ragionata che si rispecchia in un rapporto organico tra il mezzo artistico, nella scelta dei materiali necessari, e opera letterario-grafica in sé.

Cos’è D.I.E.U. allora?

Si potrebbe inserire nel filone della fantascienza distopica, che parte da Noi di Zamjatin e passa per i mondi di 1984 di Orwell e Brave New World di Huxley. Si potrebbe pensare innervato delle questioni ecologiche ed ambientali che scandiscono le agende verdi dei movimenti di contestazione che assediano i vari COP15, COP16, ecc. ecc. Si potrebbe considerare una fanzine per il minimalismo metrico e l’aspetto grafico e ammiccante.

Un racconto dai tratti essenziali che delinea i contorni di un’esistenza scandita dalle macchine nella paura dell’ambiente circostante e della natura, i cui contorni sono tracciati da illustrazioni che danno corpo allo sfondo della storia e ne restituiscono l’atmosfera tossica di una città di vetrocemento, del panico feroce degli “humani” e della vittoria animale sulla tecnologia.

Ma sarebbe riduttivo limitarlo a questo. Il progetto va oltre i versi liberi di Radiosystempunkt che costruiscono la storia o le affascinanti illustrazioni di Luca Tambasco. Non si potrebbe comprendere a fondo il senso dell’opera, fatta di passione e per passione, se non si facesse riferimento al progetto 0MRKT che vi sta alle spalle.

Perché in questo caso l’autoproduzione non è assolutamente assimilabile all’amatorialità, al semplice desiderio di realizzare qualcosa in proprio, ma è una scelta precisa di sottrarsi alla logica di mercato, un progetto per un’economia differente e per incentivare uno scambio di conoscenze, di progetti. Il tutto in un manifesto stringato per artisti underground. Semplice ed efficace.