Tempelhof & Gigi Masin: Hoshi

Hell Yeah Rec.

16 Maggio 2014

Hoshi di Tempelhof & Gigi Masin è un disco che uscirà a fine giugno per la Hell Yeah Rec. Questa è la recensione di questo lavoro. Una recensione scritta con il cuore, riportando ció che si sente senza richiami e citazioni di generi e nomi. Ne è uscito un racconto lisergico ispirato dal senso reale di una Musica che è respiro non classificazione…

 

Ubriaco di fantasia mi sono addormentato sul ciglio di un nero solco circolare. Davanti a me i segni tutti simili di cento sottili aratri hi-tec che silenziosamente smuovevano quello strano terreno per renderlo fertile al Suono. Ho chiuso gli occhi dolcemente, cullato dalle mille melodie che un'esistenza può accogliere e li ho riaperti sotto un cielo colorato d'azzurro che inondava di vita la stessa aria che respiravo. Ero immerso nel silenzio di campi coltivati che sconfinavano nell'irraggiungibile lontano, striature visive che emanavano antico e dimenticato profumo di dolce abbandono. Era la stessa sensazione data dalla risonanza che smuoveva l'aria tutto intorno e faceva correre quella nuvola li in alto, dentro quell'insostenibile azzurro. “Quella è Hoshi”. Sentii pronunciare questa frase dalla voce di un vecchio mentre mi indicava la stella più lucente che mai avessi visto. Se ne stava in alto, nel cielo illuminato di sole eppure riluceva come fosse notte la più profonda. “E tu chi sei?”, chiesi ancora incredulo mentre per tutta risposta ricevevo un sorriso colmo di conoscenza e rispetto, una dolcezza espressiva nascosta da un mazzo coloratissimo di fiori che le sue vecchie mani mi porgevano in segno di benvenuto. “Aspira il loro profumo e attendi”, mi disse mentre lentamente si avviava verso l'irraggiungibile lontano. “Due cari amici mi stanno aspettando, non posso ritardare”, furono le sue ultime parole udite.

Aspirai profondamente il profumo sprigionato da quei dieci fiori mentre la frase di quel vecchio iniziava a danzare in loop dentro la mia testa e Hoshi mi appariva via via sempre più vicina fino ad esplodere lanciando nel cielo dieci scie dello stesso colore del mazzo di fiori che ancora stringevo tra le mani.

Musica era ciò che ora sentivo ovunque, una lieve tessitura di suoni che si adagiavano ovunque e coloravano quel vasto territorio con  sfumature intense,    dissimili tra loro, beatamente nuove. La mia percezione, appartenente alla vecchia vita, mi ordinava di catalogarli e metterli ognuno nelle proprie cartelle ma in quel luogo tutto era diverso, il suono stesso assumeva sembianze altre e ciò che sentivo era solo un lento dissolversi immerso tra note che scaturivano da affascinanti pennellate analogiche, indimenticabili e lievi tocchi di pianoforte, corde elettriche amorevolmente sollecitate, sapiente uso di effetti e giovani regie dietro futuribili  notebooks.

Era musica da sempre ascoltata, era suono difficilmente udito nel mondo dal quale provenivo. Un mondo che concedeva poco al canto, quel canto che ora mi arrivava nitido, rivestito dal candore delle note di pianoforte e dall'arpeggio in delay di una chitarra persa nell'infinito.

Alzai gli occhi e in lontananza li vidi, erano in tre, fermi sul confine dell'irraggiungibile lontano mentre mi salutavano divertiti, sorridendo di gioia nella delizia del giorno che pian piano svaniva.

“Chi siete?!”, urlai con tutta la forza che avevo in gola; ma oramai erano solo un puntino lontano lungo l'orizzonte mentre la notte scendeva e dal cielo Hoshi continuava a irradiare di luce il mondo steso ai suoi piedi.

 
 

Link utili:

www.tempelhof.it
www.gigimasin.com
www.hellyeahrec.com
hellyeahrec.bandcamp.com

 
 
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