Allo Sherwood Festival si discute di Europa e confini. In platea centinaia di persone insieme a decine di rifugiati che occupano lo stabile di via Tommaseo, la Casa dei diritti Don Gallo.
Sul palco Sandro Mezzadra, Gianfranco Bettin, Umberto Curi e Nicola Grigion che conduce la discussione, mentre in collegamento video interviene Gabriele Del Grande regista di “Io sto con la sposa”. Il primo saluto va ad Alessandra Sciurba che non ha potuto raggiungere Padova e a Giusi Nicolini, Sindaco di Lampedusa, impegnata nelle stesse ore nell'ennesima emergenza sull'isola. Due naufragi in poche ore, centinaia di persone sul molo a trascorrere la notte in attesa del trasferimento in Sicilia.
Si discute di Europa e confini, di frontiere ed immigrazione, cercando di andare oltre le mistificazioni che su questa tema dominano il dibattito. Prima fra tutte quella che disegna e racconta l'Europa come Fortezza. E' proprio Sandro Mezzadra a cercare di destrutturare questa immagine per raccontare oggi quale sia la realtà fluida e mobile dei confini Europei e le loro implicazioni. Umberto Curi ha cercato di sviluppare il tema del confine in primo luogo a partire dalla sua genesi semantica “cum-finis”, come punto di incontro, mentre Gianfranco Bettin ha proposto una serie di riflessioni intorno all'attuale stato di costruzione dell'Europa: l'Europa sta nascendo dal basso, lì dove ci sono momenti di incontro, condivisione, battaglie comuni: o l'Europa è questo oppure non è.
Dal palco arriva anche l'appello per le prossime mobilitazioni. In particolare quella di sabato 21 giugno quando dalla Stazione di Milano Centrale partirà il No Border Train per dirigersi verso i confini europei.
Nicola Grigion introduzione
Gabriele Del Grande
Sandro Mezzadra
Gianfranco Bettin
Umberto Curi
Sandro Mezzadra II parte
Gianfranco Bettin II parte
Umberto Curi II parte
Sandro Mezzadra III parte
Nicola Grigion finale
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