Live Report - Dub FX a Sherwood 14

25 giugno Live Report

26 Giugno 2014

La parola d’ordine del 25 Giugno a Sherwood Festival è Loop Station. Che sia umana, digitale o meccanica, disegnata su una tela o sulla pelle di un artista, è la Loop Station, l’infinita combinazione di suoni e vibrazioni e il concept abbracciato ad essa a dominare la serata, brillante e diversificata, svoltasi in tre atti principali.

Il primo è documentato nello studio della Web TV, dove in diretta streaming prende vita una pacifica competizione tra beatboxer emergenti, che culmina in una tripla esibizione a ritmo unificato. È solo il preludio dello spettacolo che sta cominciando in concomitanza sul main stage, dove nuove dimensioni sonore vengono esplorate dai Waterproof D²nB. La novità del secondo atto non è un concetto casuale. Anzi, lo è: i concerti dei Waterproof infatti si basano sull’improvvisazione categorica e dinamica. Una batteria, un contrabbasso, didgeridoo, beat-box: nessun brano viene prodotto o composto in studio, ma sempre e solo dal vivo durante una sessione di improvvisazione pura. Per queste ragioni nessun concerto è uguale al precedente, ed ogni brano è un lungo e potente flusso sonoro che attrae curiosi ed appassionati. La qualità espressa è valorizzata dall’intesa e dal divertimento che gli artisti generano in una performance indelebile per chi è riuscito a cogliere i pregevoli scambi di ruolo.

L’atto conclusivo della serata è il più concreto, quasi favoloso. In effetti quella di Dub FX è un’altra favola della strada delle opportunità. Una strada imboccata a Melbourne sotto altra identità: sale sul palco di Sherwood Festival Benjamin Stanford il girovago, la sorpresa, il grande exploit e la conferma durante un 2014 che prosegue, di concerto in concerto, con una sola colonna sonora. “Theory Of Harmony”, che in pratica viene spazzato primordialmente sulla doppia Station. Un minuto è il tempo impiegato da Ben per registrare e mandare il Loop una serie di basi avvolgenti, concatenanti e motivanti, la linfa sonora di evoluzioni al limite del credibile, inarrestabile processione di Dubstep a tratti Reggae, a tratti Punk. La riscoperta di Dub FX prende forma nella rivisitazione di generi granitici attraverso tre semplici elementi: un microfono, una voce, e una discreta dose di genialità.

 
 

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