Un delicato "ritratto in movimento" del carcere minorile dalla prospettiva di un maestro appassionato

La bellezza nonostante - Fabio Geda

Transeuropa Edizioni, 2011

20 Giugno 2011

Ha il sapore delle cose buone l’ultimo libro di Fabio Geda, La bellezza nonostante, pubblicato quest’anno dalla casa editrice Transeuropa per la collana Inaudita.
Geda ci racconta, con una partecipazione quasi autobiografica (si scopre invece nella nota al testo che il libro è frutto delle esperienze di due maestri conosciuti dall’autore al Salone del libro di Torino), la storia di un universitario in crisi che decide quasi per gioco di iscriversi al concorso per diventare maestro. Siamo nella Padova del 1982, del rapimento di Dozier da parte delle Brigate Rosse e del lento, problematico riflusso nel privato, e il nostro protagonista, superato l’esame di Stato, sceglie per comodità di lavorare nel comprensorio didattico più vicino a casa. Al giovane insegnante viene però proposto di svolgere il primo incarico alla Montagnola, il carcere minorile di Padova. Dapprima assai titubante, il maestro è infine convinto dall’entusiasmo del collega Gianni, che con poche parole gli esprime l’importanza che la scuola assume nel carcere minorile: “Semplicemente, in carcere la scuola è tutto”. Così comincia l’avventura quotidiana di un uomo che sviluppa una passione speciale per il suo lavoro, e ritrae la realtà del carcere minorile in una specie di fotografia in movimento lunga trent’anni. Dai primi anni Ottanta, in cui era popolato soprattutto da immigrati del Sud Italia, al giorno d’oggi, in cui, svuotato di ragazzi italiani (che, dopo la riforma del codice di procedura del 1989, vengono seguiti soprattutto dalle comunità), vi si trovano praticamente soltanto extracomunitari, il carcere minorile è in effetti cambiato parecchio. E anche la professione del maestro carcerario si è evoluta: il protagonista stesso racconta ad esempio di essersi battuto per l’introduzione in carcere dei primi computer, che consentivano ai ragazzi di scrivere con il correttore automatico ed evitare dunque l’imbarazzo per gli errori di ortografia.
È soprattutto nella consapevolezza di svolgere una “didattica istantanea” (“Devi cogliere l’attimo. Oggi ci sono – domani? Oggi è arrivato un rinnovo della pena, domani, forse, una scarcerazione”) che va colto il senso della difficile professione del maestro carcerario, una professione le cui fatiche sono però ripagate fino all’ultimo dal rapporto speciale che si crea con i ragazzi. E l’amore del maestro per il proprio lavoro si nota soprattutto quando il protagonista racconta che ogni anno bisogna compilare un modulo e fare domanda formale per essere assegnati alla Montagnola: una scelta consapevole, una vera missione.
Una segnalazione va riservata in ultimo all’amorosa cura editoriale con cui è stato confezionato il volume. Il testo di La bellezza nonostante, immaginato come un monologo teatrale (“Ho immaginato un teatro, un palco, una luce che illumina una sedia e su quella sedia, seduto, un uomo; dietro quell’uomo una vita”), è infatti impreziosito dalle fotografie tratte dal catalogo della mostra “Dentro… Immagini dal mondo degli Istituti Penitenziari Minorili Italiani”, e va affiancato all’audiodocumentario A voce sola, prodotto da Doc in Progress insieme a Fabio Geda e registrato nel carcere minorile di Torino, scaricabile con il codice contenuto nel libro: un monologo composto da tante voci diverse, frammenti di vita quotidiana in carcere che si ricompongono in una narrazione drammatica ma coinvolgente.

 
 

Titolo: La bellezza nonostante
Autore: Fabio Geda
Editore: Transeuropa edizioni
Collana: Inaudita
Anno: 2011
Pagine: 83
Prezzo: 10 €

 
 
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