Lo Sherwood all'Opera!

Carmen Live Report

Teatro Verdi, Padova - 24 ottobre 2010

28 Ottobre 2010

Va bene, lo ammetto,
sono assolutamente di parte: adoro la Carmen!
E giusto per togliere ogni dubbio, quando tempo fa si pensava al nome del nostro nuovo micio, non ebbi dubbi: Bizét (miao).
Scherzi a parte, con la Carmen Bizét -che la musicò- non ebbe grandissima fortuna, mori infatti lo stesso anno della prima rappresentazione (1875)
a 36 anni. Probabilmente il grande dispiacere che ebbe dalla critica avversa che ricevette ne fu una concausa; non avrebbe mai immaginato che la Carmen sarebbe divenuta una delle più importanti opere francesi e tra le più conosciute ed ascoltate al mondo.
Detto questo, perché amo la Carmen?
Amo la Carmen perché è una donna "vera" messa in scena, non una donna idealizzata come spesso succedeva nell'opera, ma una donna che ama e si fa amare, fa soffrire e soffre di pene naturali; ecco, amo la Carmen perché è umana!
Amo le contrapposizioni e le tensioni che si instaurano tra i personaggi, personaggi che raramente sono bianchi o neri, ma si muovono spesso nella tonalità più disparata del grigio.
In breve la storia è questa: è divisa in 4 atti e si svolge a Siviglia nella metà '800. Don Josè è un soldato che nel corso di una lite arresta Carmen, una sigaraia che passa con disinvoltura da un amore ad un altro. Innamoratosi di lei la lascia fuggire e se ne assume la colpa, andando in carcere. Quando ne esce si unisce al gruppo di briganti al quale fa capo Carmen. Insieme vivono un breve periodo di amore ma, in seguito, Carmen lascia Don Josè per Escamillo, il più popolare torero di Siviglia. Micaela, mandata dalla madre morente di Don Jose, cerca di farlo rinsavire, invano. In preda alla gelosia Josè uccide Carmen davanti all'arena dove sta trionfando Escamillo.
Osservazioni: Don Josè, che inizialmente è intriso di onestà verso la sua patria, viene via via "traviato" da Carmen e portato a divenire un brigante nonché assassino.
La sua figura è in lotta con quella di Escamillo, che invece resta fedele ai suoi ideali, ovvero onore e gloria personali nella maniera più sbruffona possibile. Anche Micaela (l'unico personaggio pienamente positivo dell'opera, anche il più idealizzato) resta fedele a se stessa, veicolando valori famigliari (è infatti la portavoce dei pensieri materni, anche se l'opera non porta mai in scena la madre di Josè).
Ma attenzione, anche Carmen resta fedele a se stessa ed al tipo di amore che professa fin dalla sua entrata in scena: l'amore è mutevole e spesso truffaldino, se non lo cerchi ti rincorre; più pensi di tenerlo stretto e più ti scivolerà inesorabilmente tra le dita.
Il vero protagonista che aleggia in tutta la storia è proprio l'amore, l'unica figura veramente e pienamente disonesta, al cui cospetto non possiamo che soccombere.

La messa in scena del Teatro di Padova puntava, mio parere, a sottolineare gli istinti umani, crudelmente epurati da ogni tipo di bon ton. Sono le necessità primordiali a farla da padrone.
Una Carmen fortemente passionale, con atteggiamenti da parte del coro e delle comparse marcatamente erotici che non lasciavano niente all'immaginazione.

I costumi e l'ambientazione fanno riferimento alla metà del '900, in un clima da guerra civile.
C'è una chirurgica rimozione di ogni riferimento agli spagnolismi dell'opera (musica a parte) dando un che di anonimo ed underground.
In verità un riferimento alla natura spagnola dell'opera rimane: è nell'ultimo atto.
Nella piazza cittadina si esibiscono dei saltimbanchi che mettono in scena (nella scena) un personale riadattamento clownesco della corrida, che si svolgerà di lì a poco.
Ora, noi sappiamo che questa corrida sarà fatale, e questa voluto ironico sbeffeggio potrebbe suggerire a non prendere troppo drammaticamente la vicenda: l'amore decide per noi e tanto vale viverlo a cuor leggero.

Ma la particolare messa in scena di Padova sembra alludere ad una critica alla società dei costumi: il toro, genericamente e banalmente riconducibile alla Carmen, viene esposto solo come farsa; la summa dello stereotipo viene messa in scena deridendolo e mettendolo volutamente in imbarazzo.
Concludendo, a mio parere una Carmen molto riuscita.
E' un peccato che la stagione lirica di Padova possa contare su soli due titoli, ma la qualità è a mio avviso più che soddisfacente.

La Stagione Lirica è promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e realizzata grazie al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con il sostegno della Regione Veneto, con il contributo della Fondazione
Antonveneta e dell’Hotel Milano di Padova.
La realizzazione di Carmen è una nuova coproduzione Li.Ve. (Associati Lirica Veneta) tra i Comuni di Padova, Bassano del Grappa-Opera Festival, Rovigo-Teatro Sociale. L'allestimento al Teatro Verdi porta la firma di Ivan Stefanutti (regia, scene e costumi) e Claudio Ronda (coreografia). La direzione dell'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta è affidata a Francesco Rosa, mentre il Coro Li.Ve sarà diretto da Giorgio Mazzucato.
Il cast prevede Rinat Shaham nel ruolo di Carmen, Andrea Carè in quello di Don Josè (sostituito da Calin Bratescu nella recita del 22 ottobre), Daria Masiero sarà Micaela e Nmon Ford Escamillo. Accanto a questi completano il cast: Marek Kalbus (Zuniga), Natalia Roman ( Frasquita), Milena Josipovic ( Mercedes), Gabriele Nani (Dancairo), Max Renè Cosotti (Remendado) e Donato Di Gioia (Morales).

 
 

http://it.wikipedia.org/wiki/Georges_Bizet

http://it.wikipedia.org/wiki/Carmen_(opera)

 
 
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