ReadBabyRead propone, in ben undici puntate, un bellissimo libro del grande scrittore francese Patrick Modiano, Premio Nobel per la letteratura 2014. Tre giovani donne immerse nell'ombra. Sconosciute, prima di tutto a se stesse. Tre viaggi solitari e segreti verso l'età adulta.

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Patrick Modiano: “Sconosciute” (3/11)

6 Agosto 2015


ReadBabyRead #241 del 6 agosto 2015

Patrick Modiano
Sconosciute

(parte 3 di 11)


per info su F. Ventimiglia e C. Tesser:

Lettura e altri crimini
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Legge: Francesco Ventimiglia


"Quell'anno l'autunno è arrivato prima del solito, con la pioggia, le foglie morte, la nebbia sugli argini della Saône. Io abitavo ancora con i miei genitori, ai piedi della collina di Fourvière. Dovevo trovare un lavoro. A gennaio, ero stata assunta per sei mesi come dattilografa dalla Société de Rayonne et Soierie, in Place Croix-Paquet, e avevo messo da parte i soldi dello stipendio. Poi ero andata in vacanza a Torremolinos, nel sud della Spagna. Avevo diciott'anni e lasciavo la Francia per la prima volta in vita mia."


Modiano, il dovere della testimonianza


Deve aver pensato, forse, Patrick Modiano, che per essere vittime nel «territorio del diavolo», per dirla con Flannery O' Connor, non è necessario essere ebrei, la deportazione, l'incubo degli eserciti d'occupazione. Che il passo martellante e violento dei carnefici può essere sostituito dal battere placido e cadenzato di uno squadrone di vecchi cavalli portati al macello. Che basta essere una «bionda non identificata», un'orfana disadattata, una ragazza qualsiasi priva di risorse e preda di attacchi di panico nella folla del metrò. Che basta la solitudine, l'angoscia che incomincia quando cala la sera e non ha mai nessuno vicino.

È nato, forse, così «Sconosciute», il nuovo libro del romanziere francese che fino a un anno fa pochi in Italia conoscevano. Feltrinelli aveva pubblicato nel 1987 un romanzo sospeso, assorto nella luce placida del Mezzogiorno francese, «Domeniche d'agosto», passato pressoché inosservato da noi, malgrado l'autore fosse nel suo Paese coronato di premi, tra cui il prestigioso Goncourt. Un romanzo molto francese, anzi parigino, con i tempi lenti, le atmosfere sfumate ma precise come in certi film di Jean Renoir o di Marcel Carné. Poi, appunto, un anno fa, il «caso»: un piccolo libro pubblicato da Guanda, «Dora Bruder», la storia di un personaggio che non esiste se non per la sua scomparsa, la storia di una ragazzina ebrea fuggita da casa e di cui i genitori nel’ 41 cercano notizie con un annuncio su «Paris-Soir». Un annuncio prima del silenzio, del vuoto totale. Modiano, scrivendo, diventa il detective di un giallo che non c'è, non si saprà mai perché Dora è fuggita, dov'è finita, non si saprà mai, soprattutto, chi è. Ciò che conta, in quel libro che è passato di mano in mano come i libri di una volta, è il labirinto della ricerca, lo sguardo che fruga nel buio del passato per tirare fuori nomi di strade, di vecchie periferie, locali, cinema che non esistono più, edifici che hanno cambiato destinazione. È un groviglio di piccoli fili autobiografici dell'autore, una trama persecutoria e inconcludente di ricordi che sono solo dettagli, di immagini di altre immagini la cui spiegazione è incerta o probabilmente impossibile perché il passato è avaro dei suoi segreti. Un libro strano, toccante, nobilitato dall'ombra dell'Olocausto.

Ora «Sconosciute» (che arriva in Italia da Einaudi nella bella traduzione di Paola Gallo) può chiarire il fascino misterioso di «Dora Bruder». Modiano è uno scrittore-descrittore: sa come descrivere l'illuminazione maldestra di una stanza, le voci che si perdono in un bar, il costante e decisivo effetto del clima, del calore del sole o della consistenza della pioggia, delle luci del giorno e del buio della notte sulle creature destinate a vivere sulla pagina di un racconto. Gli sta a cuore, ma la descrizione perfetta di stampo realista o iperrealista non è il suo obiettivo, non è un custode della tradizione. E non lo è neppure della delegittimazione del romanzo dell'avanguardia primo-novecentesca e postbellica o dell'accumulo, del citazionismo e della contaminazione postmoderna. Non è autoreferenziale, ma non è neanche «sul campo». La sua è una posizione morale oltranzista e i racconti sulle tre sconosciute non identificate e non identificabili che compongono il nuovo libro sono ancora più audaci, in questo senso, di «Dora Bruder».

In «Sconosciute» è evidente: ciò che conta per Modiano è la messa a morte della fiction, senza esibirne le strutture e senza demolirle, ma, per così dire, erodendola dall'interno. Quello che viene definitivamente a mancare nel suo deciso incedere narrativo è il meccanismo stesso dell'eccezione e della regola che costituisce il cuore del romanzesco, il perno di ogni trama. Nel primo racconto una ragazza scappa dalla sua città, Lione, e va a Parigi, incontra un uomo, che porta un nome falso e conosce molti algerini, poi una sera l'uomo scompare, forse è morto, forse arrestato dalla polizia. Attorno, vortica la grande Storia, c'è la guerra d'Algeria, ma lei non lo sa, racconta di sé con una voce chissà perché strappata momentaneamente al silenzio e destinata a ritornarci. Incombe il silenzio come un vento in agguato anche sulle altre due voci femminili, che raccontano un frammento di esistenza, niente a che vedere con una storia, dettagli a perdere nel magma della banalità intensa e unica, spesso confusa e disperata, che alimenta ogni creatura. Non è certo una posizione esclusiva nel babelico mondo letterario contemporaneo. Vengono in mente punte luminose di una costellazione vasta, dall'antico, ormai, «Infelicità senza desideri» di Peter Handke al recente «Mio fratello» di Giamaica Kinkaid, ma anche un saggio come «La camera chiara» di Roland Barthes, opere in cui la precisione, l'ostinazione della scrittura è una lotta contro l'angelo dell'inerzia che condanna al mutismo chi non può esibire un intreccio.

Modiano, con «Sconosciute», fa un passo in più: inventa cronache vere di personaggi la cui esistenza non può essere identificata e accertata ma neppure smentita. Una forma estrema di letteratura testimoniale, il frutto più stregato, più ammaliante, sembrerebbe oggi, del secolo che abbiamo appena abbandonato: bisogna testimoniare, pare dirci lo scrittore francese, anche ciò di cui non siamo stati testimoni, con l'urgenza, con la cruda necessità di chi è chiamato a deporre per salvare o perdere una vita.

Elisabetta Rasi

Il Corriere della Sera
29 marzo 2000

Le Musiche, scelte da Claudio Tesser

Patrick Bruel, Où sont tous mes amants [Charles Cachan]
Portishead, The Rip [Adrian Utley/Beth Gibbons/Geoff Barrow]
Craig Armstrong Feat. Evan Dando, Wake Up In New York [Craig Armstrong/Evan Dando]
Craig Armstrong Feat. Antye Greie-Fuchs, Waltz [Armstrong/Greie-Fuchs]
Patrick Bruel en duo avec Danielle Darrieux, À Paris dans chaque Faubourg [Maurice Jaubert]
Portishead, Plastic [Adrian Utley/Beth Gibbons/Geoff Barrow]
Miles Davis, White [Palle Mikkenborg]
Marianne Faithful, Boulevard Of Broken Dreams [Al Dubin/Harry Warren]
Patrick Bruel, Parlez-moi d'amour [Jean Lenoir]
Portishead, Small [Adrian Utley/Beth Gibbons/Geoff Barrow]
Luigi Tenco, Lontano lontano [Luigi Tenco]
Patrick Bruel, Où sont tous mes amants [Charles Cachan]
Marianne Faithful, Intro [Bill Frisell]
Pink Floyd, Wish You Were Here [David Gilmour]
Craig Armstrong, Choral Ending [Craig Armstrong]
Tricky, Your Name [Tricky]
Marianne Faithful, She [Angelo Badalamenti/Marianne Faithful]
Black Sabbath, Planet Caravan [Tony Iommi/Ozzy Osbourne/William Thomas Ward]
Milly, Medley [AA.VV]
Procol Harum A Whiter Shade Of Pale [Gary Brooker/Keith Reid/Matthew Fisher]
Patrick Bruel featuring Kahimi Karie, Tout Le Jour, Toute La Nuit [Cole Porter]
Petula Clar, Downtown [Tony Hatch]
Patrick Bruel, Le temps des cerises [J.B. Clément/Antoine Renard]
Lisa Hannigan, Moon River  [Vincent Minnelli]
Sigur Rós, Svefn-g-englar [Georg Holm/Jón Þór Birgisson/Kjartan Sveinsson/Sigur Rós/Ágúst Ævar Gunnarsson]
Sigur Rós, Avalon [Georg Holm/Jón Þór Birgisson/Kjartan Sveinsson/Sigur Rós/Ágúst Ævar Gunnarsson]
Rip Rig & Panic, Try Box Out Of This Box [Gareth Sager/Mark Springer
Sigur Rós, Ágætis byrjun [Georg Holm/Jón Þór Birgisson/Kjartan Sveinsson/Sigur Rós/Ágúst Ævar Gunnarsson]

 
 

Copertina:
Particolare dalla copertina del libro “L’erba delle notti” di Patrick Modiano (2014, Einaudi, Supercoralli).

 
 

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