Live Report - Hip Hop Day - 27 giugno

di Enrico Brunetta

21 Luglio 2015

Sabato 27 giugno è Hip Hop Day a Sherwood Festival, evento nell'evento giunto ormai alla sesta edizione. L'ospite principale è Kaos One, rapper, beatmaker e pioniere del genere in Italia, preceduto sul palco da Mezzosangue e dagli Assalti Frontali. Oltre ai tre ospiti che si esibiscono sul Main Stage viene dato spazio ai giovani con una freestyle battle che con le prime esibizioni eliminatorie va ad anticipare i concerti. A seguire, dalla mezzanotte, si tornerà al Second Stage per la finalissima della battle.

Quest'ultimo si anima già prima delle 19, termine massimo per iscriversi al contest, con ragazzi impegnati nella breakdance. Sistemato un tappeto rettangolare vicino al palco cominciano a ballare uno alla volta dandosi il cambio a ripetizione. In consolle ci sono già Dj Pinzee e Dj Laku, pronti fin da subito a sputare beat. Intorno alle 19:30, come anticipato più volte al microfono dalla voce di Mbassadò, si inizia con la battle. Invitato ad avvicinarsi il giovane pubblico va ad occupare le prime file e i primi rapper possono sfidarsi nella solita formula uno contro uno. Sono almeno una quindicina e dopo la prima scrematura decisa dai giudici diventano otto. Questi si sfidano prima nei quarti e poi nelle semifinali, dove al contrario della prima fase è il pubblico a decidere il vincitore facendo rumore prima per uno e poi per l'altro protagonista. Vince chi ottiene più consenso "sonoro". Dopo una lunghissima (quasi 40 minuti!) sfida, accesa ed equilibrata, in cui aumentano anche originalità e capacità di stare sul palco, in finale la spunta Orli.

Dal palco principale le prime rime, taglienti e a tutto volume, escono con gli Assalti Frontali. Il loro è un live acceso, con metriche accurate e ben navigate, dall'alto della più che ventennale esperienza del gruppo. Sono i primi ad esibirsi, sinonimo del valore di questa serata: coinvolgono il pubblico, si scambiano ripetutamente di posizione sul palco, tengono alto il ritmo con beat e parti vocali dirompenti.

A seguire tocca a Mezzosangue, romano classe 1991 con passamontagna in testa. Fresco di pubblicazione del suo primo album Soul of a Supertramp (che consiglio vivamente) uscito a inizio 2015, sprigiona sul palco un'energia e una potenza che abbagliano. Ne resto catturato dal talento che potrebbe davvero portarlo lontano in un panorama hip hop (ma non solo) italiano costretto a vivere sotto la stretta morsa del pop e del banalismo. Il confine è sottile, lo sappiamo: il successo può rinchiudere un artista in una gabbia dove viene a mancare la verità, e nel mercato musicale la risposta alla domanda "raccontare quello che la gente vuole ascoltare o quello che voglio farle ascoltare?" tende spesso alla prima opzione. Non mi sembra il caso di Mezzosangue, artista che scrive rime con il cuore e che sta sul palco come se ci fosse nato sopra.


Una certezza era invece Kaos One, già sulla carta. Un timbro vocale rauco, inconfondibile, e un flow che sembra sempre stare un passo indietro al beat per poi aumentare di tono in modo repentino con una scarica di parole a chiudere il cerchio: eccovi servito il suo marchio di fabbrica. Kaos schizza da una parte all'altra e incita il pubblico. Esalta lo spirito dell'hip hop, come metodo di espressione che appartiene a tutti, come sinonimo di libertà, principio fondamentale che allieta l'esistenza dell'essere umano, ma ancora minacciato e privato in troppi luoghi del mondo. Ci rifletto anche io e credo di essere fortunato a trovarmi qui a Sherwood questa sera. Le parole di Kaos vanno a braccetto con i piatti di DJ Craim in consolle e l'atmosfera resta vibrante per tutta la durata della performance. Quando scendono dal palco mi sposto al second stage perché l'Hip Hop Day non è ancora finito, ma di questo vi ho già raccontato.

 
 
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