Uniti contro la crisi, uniti per l'alternativa

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23 Luglio 2011

Molto partecipata l'assemblea nazionale di Uniti contro la crisi, uniti per l'alternativa nello spazio del Porto antico di Genova. Centinaia di persone hanno partecipato a un dibattito molto serrato con una ventina di interventi: dalla Fiom agli occupanti del Teatro Valli, passando dalla Rete della Conoscenza agli studenti, alla rete nazionale per la giustizia climatica e ancora il No dal Molin e moltissime realtà di movimento e spazi sociali da tutta Italia.

Ad aprire i lavori il saluto di Don Andrea Gallo, infaticabile in queste giornate per i dieci anni del G8. E con la sua invocazione al pubblico, si aprono i lavori: “se non ora quando, su la testa!”. E proprio a dieci anni da quei giorni di luglio, oggi si cercano risposte e nuovi spazi per uscire dal modello che già allora ci veniva imposto. Se allora un'altro mondo era possibile oggi è necessario, è lo slogan ripetuto più volte dai tanti e tante che prendono parola.

Molti i temi al centro della discussione, ma la sfida più ambiziosa è provare a far diventare questo percorso, che ha tenuto insieme le molte mobilitazioni di quest'anno, una costruzione di alternativa che parta dal comune e dia un senso all'unità delle diversità che compongono questo spazio. Se anche la democrazia è in crisi e un cambiamento è necessario, a partire da qui si cerca una capacità di presa di parola collettiva per una nuova idea di democrazia. Si parla anche di costruzione di nuove mobilitazioni in autunno e di un percorso che parta da una discussione franca e reale, che sappia andare oltre le appartenenze e rimettere al centro i temi: dai beni comuni, al reddito, ai contratti di lavoro, al welfare, allo smantellamento della scuola e dell'Università. Un apputamento che ha saputo non dimenticare cosa è sucesso a Genova 10 anni anni fa e contemporaneamente immaginarsi un percorso più ampio che possa parlare a tanti e tante.

Per questo l'invito conclusivo è un appuntamento per un'assemblea a Roma il 17 settembre, che vada oltre a chi l'indice e che possa essere attraversata da molti per costruire una scadenza di mobilitazione a ottobre. Uno spazio pubblico di lotta e di partecipazione per un nuovo modello di uscita dalla crisi. La suggestione è l'avvio di un cantiere di ricerca che provi a mettere in pratica un nuovo immaginario politico complesso, condivisibile  e che si ponga la sfida di tradurre completamente, in un progetto ambizioso, la voglia di cambiamento che attraversa questo paese.
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