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Sergej Esenin: “Nei pressi di Acquabianca”

28 Settembre 2017

 
ReadBabyRead #353 del 28 settembre 2017

Sergej Esenin
Nei pressi di Acquabianca


per info su F. Ventimiglia e C. Tesser:

Lettura e altri crimini
iTunes podcast


voce: Francesco Ventimiglia

 
“L'estate era silenziosa e soleggiata, il cielo anziché azzurro era bianco, e anche il lago, che guardava il cielo sembrava bianco; solo presso la riva vacillava sull'acqua l'ombra del salice e dell'izba di Kornej Budarka. Talora il vento sollevava sulla sabbia un'intera nuvola di polvere, investendo l'acqua e l'izba di Kornej, poi, quando si quietava, dalla sabbia, nereggiando, affioravano massi in un punto esposto al vento; ma da essi non veniva ombra.
Kornej Budarka pescava su un lontano versante del fiume, e sua moglie Palaga ogni giorno stava sul balconcino di ingresso e guardava ora in quella direzione dove nereggiando affioravano massi in un punto esposto al vento, ora al cielo color latte.
Il salice solitario sotto la finestra faceva cadere la lanugine, l'acqua ancor più silenziosamente abbracciava la riva e, forse per la calura dell'acqua, forse perché in tutto il suo corpo sembrava traboccare il latte, Palaga pensava al marito, pensava a come trascorrevano bene il tempo, quando entrambi, stretti l'uno all'altra, passavano la notte nel fienile, ai suoi occhi azzurri, e in generale a tutto ciò che le rimescolava il sangue.”


NEI PRESSI DI ACQUABIANCA


Le parole del grande poeta e scrittore russo Sergej Esenin rivivono in un volume curato da Paolo Galvagni per Via del Vento Edizioni. Nei pressi di Acquabianca racchiude due prose – la prima inedita e la seconda di nuova traduzione – molto diverse tra loro che testimoniano la sensibilità e l’arguzia di uno dei più autorevoli rappresentanti dell’Immaginismo.

Nei pressi di Acquabianca, la prima prosa, quella che da il titolo alla raccolta, fu composta nel 1915 e pubblicata l’anno successivo sulla rivista “Birzevye vedomosti”.

Nella regione di Rjazan, precisamente nei pressi del lago di Acquabianca, Kornej Budarka si dedica  alla pesca, mente sua moglie Palaga ogni giorno sta in attesa sull’ingresso della sua abitazione. La loro è un’esistenza nella quale i vissuti  non trovano tangibile manifestazione. Lei lo attende fremente, fantasticando dimessamente sulla loro intimità, ma Kornej è minato dall’usura del lavoro ed è consapevole della sua inadeguatezza nei confronti della moglie. Intanto, Palaga avverte l’avvenenza del giovane Juska. I personaggi di Esenin sono fisicamente forti, quasi prorompenti, con una carica emotiva e passionale che li rende vivi e suscettibili.

Altre tematiche e altro registro per la seconda prosa, La Mirgorod di ferro, il resoconto del viaggio in Europa e Stati Uniti di Esenin con la ballerina Isadora Duncan – diventata poi sua moglie – tra il 1922 e il 1923. Il poeta russo appunta in questo testo tutte le sue impressioni su quell’America così “nuova” e inesperta, terra di rifugio e di occasioni, terra senza storia e senza arte, terra di luci e di spettacolo, terra di emulazione e gloria vuota. Un’America affascinante e lussuriosa ma, allo stesso tempo, emulatrice inconsapevole di quella Russia così lontana e così familiare per il grande poeta.

In una veste editoriale deliziosamente vintage (con  foto in bianco e nero di Esenin), l’editore Via del Vento dona al pubblico due gioiellini di prosa che fanno intravedere a lettore  le dimensioni del tesoro letterario del poeta russo autore di Confessioni di un teppista: il primo è edito per la prima volta in italiano; il secondo (un graffiante giudizio sul gigantismo americano visto con gli occhi di un russo antico) è ripubblicato in una nuova traduzione.

In questi due scritti la grandezza di un autore così tormentato e così sensibile si fa palpabile: la sua lucidità – spesso dimenticata nella vita privata – diventa la strada maestra da seguire per giungere a una scrittura vera, forte e sorprendente.

Lungi dal giudicare il valore letterario di questi brevissimi scritti (per dirla con Carmelo Bene, un autentico classico è fuori da ogni giudizio), ci limitiamo a ricordare che la forza di questa scrittura è rivissuta nell’opera del Branduardi di Confessioni di un malandrino. Dopo la conturbante lettura del primo di questi racconti - quello che dà il titolo al volumetto - un dubbio ci assale: Esenin avrà ispirato anche il Pierangelo Bertoli autore di Pescatore?

Francesco Clemente
da mangialibri.com


Nei pressi di Acquabianca
(2014, Edizioni di Via del Vento, Pistoia). Traduzione di Paolo Galvagni.


Le Musiche, scelte da Claudio Tesser

Angelo BranduardiConfessioni di un malandrino [Angelo Branduardi/Sergej Esenin] *


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Confessioni di un malandrino è una canzone del 1975 composta e cantata da Angelo Branduardi, contenuta nel suo secondo album La luna. Il testo è frutto di una traduzione e adattamento dello slavista Renato Poggioli (su musica dello stesso Branduardi) di una poesia del 1920 del poeta russo Sergej Esenin, intitolata Confessioni di un teppista (in russo Исповедь хулигана).

 
 

Copertina:
La morte del giovane Sergej Esenin.

 
 

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