a cura di Mirco Salvadori

Se la musica è troppo alta tu sei troppo vecchio, dice Ozzy

We Promise To Betray, Deison & Mingle, Scanner, Francesco Giannico & Giulio Aldinucci, Avsa, Jason Van Wyk

30 Agosto 2017

Potrei aggiungere anche la frase di Groucho Marx che raccontava di suonare al conservatorio ma mai nessuno che gli aprisse la porta. Musica, quella materia che non abbandona mai il nostro quotidiano, sostanza forse nociva per gli altri, assolutamente benefica per noi se riusciamo a trasformarla in suono, se entriamo in confidenza con lei e scegliamo il suo percorso, direttamente dalla fonte.
Durante questa caldissima estate, di musica ne ho ascoltata molta, selezionata e sezionata altrettanta. Mi sono rimasti alcuni titoli in tasca, pochi granelli in un oceano di sabbia in continuo mutamento, li raccolgo dentro questo recipiente immaginario, una sorta di bottiglia virtuale che lascerò scivolare sulle acque sempre assai frequentate della rete per il piacere (si spera) di chi vorrà raccoglierla ed aprirla.

Primo granello ovvero delle sorprese: WE PROMISE TO BETRAY Nothing is as it Seems – cd Oltrelanebbiailmare 

In Italia, sì specialmente in questo Paese, esiste una sorta di maniacale sudditanza all'atavica oscurità industriale, all'oscurantismo rumoristico, alla fredda tutela del rigido beat vintage e del drone darkotico (dark/narcotico). Non che la cosa – specialmente il dark ambient... anzi scusatemi, solo il dark ambient che il resto personalmento fatico oramai ad ascoltarlo – crei problemi, ma alla lunga stanca, sfibrisce (sfibra e avvilisce). La cosa forse l'hanno intesa anche due bravissimi (non lo scrivo per farmeli preventivamente amici) soundartists da sempre in viaggio dentro quei mondi sù descritti. Giuseppe Verticchio aka Nimh e Twist of Fate, per segnalarne due. Davide Del Col aka Antikatechon, cito il suo moniker più conosciuto, quello che al solo pronunciarlo scatta l'immagine catacombale. I due, già abituati ad usanze decisamente darkdroniche escono alla luce del fu odiato sole e stampano lì un cd che ha del magico. Pura meraviglia sonora contenente quattro lunghe tracce che lievi ed ipnotiche viaggiano sul confine tra il nuovo pensiero noise-ambient (Cfr bvdub) e un personalissimo colto e avvolgente shoegaze in divenire con forti richiami al folk e tutto giocato naturalmente sull'uso della chitarra e la magia che le sue corde sa sprigionare. Da ascolti in random repeat.

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Secondo granello ovvero: dalla poetica del mare (mentre scrivo mi affaccio sull'Adriatico) all'affascinante potenza del fiume: DEISON & MINGLE - Tiliaventum – lmt box cd Loud!/FinalMuzik

Un cofanetto che a ben ascoltare, avvicinandolo lentamente all'orecchio, sussulta e vibra, manda echi e pesa di liquida materialità. Nasconde molte cose al suo interno ma la prima a colpirti è la presenza di un semplice sasso di fiume, una falsa semplicità a ben guardare, che si palesa in tutta la sua bellezza quando lo prendi nel palmo della mano ed inizi a fissarlo con attenzione. Migliaia di anni lo hanno levigato lasciando però piccole fessure nelle quali abitano i riflessi del tempo remoto, altre vite segnate da una stretta linea bianca, roccia di natura diversa saldata con la pazienza dei secoli e perennemente immersa nel respiro di un fiume che scorre per 170 km. lassù, nel Friuli-Venezia Giulia, Tagliamento si chiama, Tiliaventum o Tiliavemptus, Tilavento, Tiliment, Tilimint, Tuliment, Taiament e chissà quanti altri nomi ancora, perduti nel tempo. E' a questo lungo e intrecciato serpente che Deison e Mingle hanno dedicato il loro ultimo lavoro, un progetto nato da un'idea di Sandra Tonizzo al quale hanno partecipato musicisti, scrittori, fotografi quali: All My Faith Lost…, The Haunting Green, xoX, Matteo Dainese, Tony Longheu (Yton) e Lorelei Facile, Alberto Novello (JersterN), Maba (Len), Anna Comand e Giulia Spanghero. Anche nel caso del duo in questione, il contenuto esce dal canone di ricerca usato abitualmente. Pur mantenedo saldi i 'fondamentali', Deison e Gastaldello iniziano un dialogo intenso con la parte più umana e natura-le (Arteria – Tiliment - Agane) del suono, del loro intimo dialogo con il fiume percepiamo la fascinazione. Il loro è un racconto scandito dal passare dei millenni, dai bruschi cambiamenti, dal contatto diretto con il greto di un corso mai simile a sé stesso. Così dovrebbe essere per il suono, così è per certi suoni, i più intimi e struggenti, quelli celati dentro le rilucenti fessure di un piccolo sasso di fiume.

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Terzo granello ovvero dell'elettronico algido e sinfonico andare:SCANNER – The Great Crater – cd digipack lmt Glacial Movement

Altro gioiello che va ad aggiungersi agli altri custoditi nel visionario scrigno di ghiaccio antartico della Glacial Movements, da dieci anni al servizio dell'ascolto altro. Robin Rimbaud in arte Scanner, uno dei nomi chiave del nuovo pensiero sonoro europeo, soundartist continuamente alle prese con impegni lavorativi che lo vedono alternarsi nel mondo della moda così come nell'universo della musica contemporanea, immerso nella composizione di soundtracks e instancabile lavoratore della multimedialità. Un artista multitasking, rappresentante del mondo a venire, che pubblica un vero e proprio diario di viaggio nei ghiacci, chissà per quanto ancora tali. A ben pensare il contenuto dei dischi qui recensiti altro non è che la descrizione sonora di una storia, un racconto. Anche quest'ultimo non si discosta e narra la storia di strani cerchi del diametro di due chilometri, scoperti sulla superficie antartica nel 2014. Due anni più tardi si venne a conoscenza della vera ragione di quei segni nel ghiaccio, erano laghi formatisi in una depressione, fragili lacrime nascoste all'uomo per orgoglio da parte di una natura offesa e a fine vita. Scanner penetra dentro quelle formazioni circolari, si immerge sotto la superficie, vaga nell'assenza di peso e nel silenzio dell'immenso spazio liquido racchiuso nel ghiaccio. Innalza un peana in suo favore, una silenziosa astratta sinfonia che profuma di abbacinante candore e mesta rassegnazione. Il battito della Terra, forse il suo ultimo manifestarsi.

 

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Quarto granello ovvero dello struggimento:FRANCESCO GIANNICO & GIULIO ALDINUCCI – Reframing – cd lmt. Eilan Rec.

Volete toccare con mano la dolce vulnerabilità dell'animo umano, volete oltrepassare la soglia del reale per immergervi in uno stato di grazia onirica che vi permetta di essere in voi, eco di voi stessi, testimoni degli accadimenti più intimi come la nascita di una lacrima o la percezione infinitesimale delle cose? Vi interessa abbandonare tutte le scuole di pensiero, sciogliere qualsiasi legame allontanandovi lievi nella reale percezione del sentire? In fin dei conti questo dovrebbe essere il compito della musica e questo è ciò che il suono firmato Giannico-Aldinucci riesce a fare. Ogni loro produzione è un viaggio, una trasmutazione in altro. Nessun volo nello spazio ma piedi ben piantati sulla terra, sulla propria terra, immersi nella realtà di un quotidiano che si trasforma in straordinario. A questo serve l'eco del field recording, il noise in presa diretta, la melodia stemperata lungo il flusso modulare. E' un processo di riappropriazione sentimentale, di empatia verso l'altro, l'estraneo, colui oramai visto come minaccia. Esiste una realtà altra, splendida nel suo scintillìo di sole e risate, nel rumore di onde che si infrangono lungo spiagge abitate dal soffio leggero di frasi che si perdono dolcemente nella melodia che mai si vorrebbe veder svanire. Volete toccare con mano la dolce vulnerabilità dell'animo umano? Ponetevi all'ascolto.

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Quinto granello ovvero della Processione Sintetizzata del Santo Sentire: AVSA – Parallel -cd Manyfeetunder Concrete

La cerimonia del distacco va a compiersi, oramai non cerchiamo più di tradurre il linguaggio della macchina in naturale espressione umana, i cavi che ci collegano alla strumentazione sono gli stessi che trasmettono il nostro battito e quanto stiamo analizzando. Il residuo di comunicazione ancora umana viene analizzato e campionato, trasformato in linguaggio altro che va ad unirsi alle migliaia di espressioni ancora aliene alla nostra vista. L'urlo sotterraneo formato dalla lenta processione di dati sintetizzati e pronti per l'ascolto, quel Santo Sentire che tutto travolge e tutto cambia si palesa. E' una marcia che non prevede soste fianco a fianco all'armonia. Tutto viene avvolto nel fragore sommesso del motore che scava e scava, deciso a scoprire, capire, rompere le barriere e le definizioni. Elettronica, ambient, glitch, sperimentazione sono termini senza più valore, costruzioni fittizie che non riescono a sostenere la potenza della massa sonica lanciata alla velocità del pensiero contro il nostro ancora antico ascoltare. Sergio Albano e Anacleto Vitolo strappano il velo che ci nasconde il futuro e lanciano delle corde alle quali aggrapparsi per raggiungere nuovi livelli di consapevolezza nella ricerca del suono unico che sa scomporsi e dialogare a più livelli. Non ci rimane che procedere aggrappati a quelle corde, nell'infinito spazio che racchiude la virtualità del nostro ascolto.

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Sesto granello ovvero del dolce silenzio che avvolge le stanze di una casa normale: JASON VAN WYK – Opacity – cd Home Normal

Forse l'ultima frontiera musicale che vive sospesa nell'indefinito, senza soggiacere ad alcuna norma, senza definizioni o nomi, musica che respira neo-classicismo ma suona lieve e futura, espressione silente di quel mondo nascosto che tutti noi amiamo frequentare, solitari e sognanti, testardi testimoni di un credo commovente e minimale che si sta estinguendo. I suoni diffusi dalla Home Normal, la label che ha licenziato questo splendido lavoro di van Wik, sono plasmati nel silenzio, si possono accarezzare ricevendone in cambio il sussurro, un leggero alito profumato di ambient ed seducente minimalismo elettronico. E' puro piacere cedere alle lusinghe del pianoforte, adagiarsi sull'eco formatosi tra una nota e la successiva e rivivere lo splendore del brutale ardore tramutato in lento e discreto abbraccio musicale. La nuova via al sogno è aperta, la potete percorrere seguendo la strada che porta in una casa del tutto normale.

 
 

 
 
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